8.01.2011

 

25 cadaveri allineati


Tutto sommato è meglio così. È meglio che siate arrivati già morti in questo paese, almeno qualcuno vi ha visto involti in un telo verde e allineati sulla banchina di un porto. Se non foste morti, di voi, non avremmo saputo mai. Sareste stati quegli anonimi carcerati, rinchiusi nel segreto di uno stato che non ha nemmeno il coraggio di dichiararsi nazista, e che è stato ceduto per loschi affari ed interessi, ad una feccia ignorante che si arroga il diritto di parlare ed agire per conto nostro e in nome nostro.

I giornali dicono che venticinque di voi son morti nella stiva di una barca, per una fuga di gas, o soffocati dal peso delle vostre vite stesse, strette una accanto all’altra, stipati come le merci che trasportiamo per millantare ricchezza. Magari vi siete semplicemente addormentati, e non avete sofferto. O forse lo penso solo per provare meno dolore e meno sconfitta. Dicono che siete stati i primi 25 a salire a bordo e quindi, siete fortunati, perché vi ha ucciso la speranza, ed è assai di più di quel che ucciderà le persone come me, che la speranza l’hanno abbandonata molto tempo fa, e moriranno con disperazione.

Credetemi, non vi è andata poi male. Peggio sarebbe stato mettere i piedi in questo paese che tutto dimentica, che nulla indaga e che niente vuol sapere, affannato com’è a rincorrere piccoli sprazzi di sopravvivenza. Sareste approdati, con la vostra pelle scura, sulla terra dei borghezio, dei bossi, dei maroni e dei calderoli e avreste trovato i lager ad attendervi, a stiparvi ancora come sardine nella stiva, guardati a vista dalla polizia che ormai è libera di sparare e non solo su di voi, ma su qualunque cosa si muova, coperta e protetta da ministri ignoranti che hanno ucciso la democrazia.

Sareste finiti, al massimo, a raccogliere mandaranci a Rosarno, in Veneto a farvi spezzare le gambe perché non capite il dialetto, a far da manovali alla mafia, che ancora vi avrebbe stipato dentro a piccole celle che avrebbero chiamato case, 30 persone in 60 metri quadri, per i quali avreste anche dovuto pagare un affitto. I più piccoli e i più sani sarebbero spariti, usati come pezzi di ricambio per le costose macchine che i reni o i polmoni se li possono anche comprare. O magari i bambini avrebbero conosciuto l’abuso nei centri di accoglienza, dove il buon pastore, in nome di Dio e con un po’ di cocaina, avrebbe insegnato loro che il sesso, oggi, ti fa anche mangiare. A noi, poi, lo avrebbero raccontato quegli studi dell’OCSE o della ACHNUR, ma fidatevi se vi dico che in pochi avremmo letto o versato una lacrima, non riconoscendo più né la nostra storia, né le nostre origini.

Tutto sommato è stato meglio così. È stato un bene che siate morti, almeno per un attimo, forse solo per oggi, siete esistiti. Siete venuti bene anche nella fotografia. Col foglietto bianco del vostro numero sul petto. Ma non attendetevi d’essere ringraziati per il servizio reso alla popolazione italiana, sappiate che per quanto meritoria la vostra opera, ci sarà qualcuno sotto un ombrellone che vi maledirà per avergli offuscato la vista e la vita, e qualche atro che gioirà, e sarà un leghista.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Rita, immaginare non è facile, bisogna esserci per capire, sono tornato dai campi di Auswitz e ho provato, immaginando con forti emozioni, quello che le vittime, "accompagnati" coi treni della morte, dovevano subire in quell'istante che toccavano terra? questo Tuo post sembra la "stessa ripetizione" dolore e sofferenza di persone costrette a subire un sistema "criminale" senza scampo, vittime di uno schiavismo pensato e voluto da un branco di fascisti senza scrupoli, arrivati al potere per demolire quel poco di democrazia rimasta? una vergogna per il paese intero, colpevole di assistere senza reagire, con tanta indiferenza e troppa complicita'? saluti da franco il vecio (amareggiato e deluso)
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?