7.27.2011

 

Vademecum antistupro: mettiti il burqa


Anna Lallo ci ha lavorato un anno per preparare il libretto salvavita delle donne, gentile omaggio del comune di Roma per salvarci dallo stupro, o dagli abusi e dalle violenze. Un anno pieno, pieno, durante il quale, evidentemente, non ha avuto nulla di meglio da fare, se non arrivare alla conclusione che, magari un burqa salva la vita e meglio se di ghisa con alcune parti, quelle a protezione delle zone più sensibili, di zinco.

Non si spiegano la polemica, le fautrici del vademecum, e sbrigativamente trovano una spiegazione nel comunismo che avversa il sindaco fascista di Roma, il quale, nello stesso opuscolo, ne esemplifica l’utilità: “Per aiutarvi a sentirvi più sicure, sapendo che non siete sole.” E accidenti – Grazie! – verrebbe da rispondere. In fin dei conti a chi di noi sarebbe potuto venire in mente che è meglio non camminare in strade buie, avere il telefono a portata di mano, allacciarsi bene o non usare la borsetta, e soprattutto non indossare abiti succinti e appariscenti, oltre che non accettare caramelle dagli sconosciuti? Non comprende nemmeno, Anna Lallo, perché mai una donna si debba sentire contrariata dall’invito ad indossare abiti maschili di quattro taglie più grandi, per non invogliare un uomo a violentarla.

Per fortuna non vi è scritto di girare al largo da persone che parlano con accento dell’est o che hanno la pelle troppo scura, e nemmeno di evitare di depilarsi le gambe quando s’intende usare la minigonna. Ha scordato anche di consigliare di riempire la testa di bigodini, mettere le pantofole, e lasciare un po’ di crema ai bordi del viso per andare a prendere il treno o a fare la spesa al mercato rionale. Mi ricorda un po’ il vademecum anti AIDS che stilò l’allora Ministro per l’istruzione Moratti, che molto più pragmaticamente insegnava alle ragazze ad arrivare vergini al matrimonio, e ai ragazzi a non masturbarsi, non perché si potesse prendere l’AIDS, ma perché si andava soggetti a devastanti cali di vista.

È tutto molto italiano, ridicolo come solo in Italia può essere. Un paese capace anche di affossare una legge contro l’omofobia, avversata dallo stesso ministro per le pari opportunità che pure avrebbe dovuto difenderla, in un momento in cui si ripetono le aggressioni contro i gay, e in maniera maggiore proprio a Roma, esprimendo tutta l’inciviltà di cui siamo capaci. Roma, la città che elesse il sindaco fascista grazie anche alla campagna elettorale che vanta due sospetti casi di stupro che avvalorarono la necessità della sicurezza.

Ci ha messo un anno Anna Lallo per scrivere le dieci semplici regolette che ci permetteranno di essere sicure e protette da uno Stato guidato da un pervertito che paga le ragazzine per sballonzolargli le tette davanti al muso, per muovere agili le loro chiappette aggrappate ai pali della lap dance. Un anno intero di fatica e sudore, non per insegnare all’uomo a non essere una bestia, ad essere civile, a vivere da umano, ma alla donna a non essere donna, umana, libera di vivere serena la sua femminilità. Un anno intero per insegnarci a chiamare la polizia, che arriverà a salvarci, sempre che abbia la benzina nel serbatoio dell’auto.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Un vademecum per i maschietti avrebbe dovuto fare, per insegnar loro che le donne non son pezzi di ciccia con protuberanze appetitose, ma esseri umani. Sarebbe servito a quei porci minorenni (ed anche alle loro famiglie dove evidentemente non si insegna un beneamato....)che hanno violentato una bambina di cinque anni. Povera stellina...pensiamo alle conseguenze che si porterà dietro per tutta la vita!Chissà se la bimbetta indossava la minigonna attizzando così le voglie di quattro depravati che hanno la testa come divisorio delle s-palle...ma valà, di che stiamo a parlare!
Mietta
 
credo che la chiesa abbia molto da dire, sulla pratica del maschilismo e perversione? resta sempre la predica e manipolazione della porola! obiezioni? saluti da franco il vecio.
 
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