7.11.2011

 

Ma di che cazzo stiamo parlando?

Cos’altro resta da dire, di questo paese che fa persino di Pulcinella una persona serissima? È difficile mettere insieme le parole della svolta, e peggio che mai quelle della speranza. Si viaggia in ordine sparso, e il primo che arriva spara la sua cazzata – quella sì, serissima – con voce istituzionale.

Pensare alla Ribellione (e a posta, per il rispetto che merita non dico Rivoluzione) è diventato un obbligo, ma ci si ferma al pensiero perché in fondo sappiamo che tutto, in questo paese, resta vano e appeso alle braccia che allarghiamo in segno di resa, e che neppure ci cadono più. Ormai è un continuo stillicidio di “non senso” spacciato per “normalità” contro il quale ribellarsi è inutile, perché dall’altra parte – quella deputata ad accogliere le istanze del popolo – non c’è nessuno pronto ad ascoltare, a fare propria la nostra indignazione, a tutelare la nostra dignità, a correre in nostra difesa.

Personalmente mi mantengo col sorriso, ormai quasi inebetito, che non riesco a frenare davanti a tanta ostentata imbecillità. Come quando ieri il “guardasigilli” della Repubblica italiana ci rassicurava sul fatto che nonostante “l’episodio” il premier avrebbe mantenuto la serenità per continuare a governare. Ho sorriso. Perché non mi aspetto più che balzi in piedi il Presidente della Repubblica a dire: “Fermi tutti! L’episodio è la condanna che fa del premier un corruttore, e un paese civile non può tollerare di essere governato da un malvivente.” No, io non me lo aspetto più.

O ancora come ieri, quando d’improvviso una nazione civile soggetta ad una Costituzione (che noi ci pregiamo di difendere) ha scoperto che il 23 luglio, alle ore 11.30 saranno inaugurate le sedi di tre ministeri a Monza, e chi se ne frega di quel che dice Roma? Anche qua, vi garantisco che nemmeno per un momento ho pensato che dal Quirinale sarebbe salita forte la voce auspicante del Presidente della Repubblica. Perché l’idiozia che regna è utile. L’imbecillità istituzionale, alla fine, è quella cosa che sta salvando loro e noi, dal finir ammazzati per strada come cani, da una polizia che da un lato massacra e dall’altra piange per i tagli alle spese.

E pure chi guardava a Di Pietro come unico vendicatore rimasto dovrebbe legger bene oltre le righe dell’impegno di responsabilità assunto, a votare solo emendamenti tesi al “taglio delle spese, o al risparmio”. Dichiarare la propria responsabilità e il proprio senso dello stato, sapendo che questo altro non è che un associazione malavitosa di stampo mafioso, è quantomeno ridicolo se non esilarante.

Fossi in Parlamento, non potrei che esordire con un: “Onorevoli colleghi, ma di che cazzo stiamo parlando?” Ma per fortuna son qua, distante, dove mi va di stare, magari affacciata alla finestra, a guardare ciò che sta accadendo intorno. A me piace il deserto.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
A me non piace il deserto...almeno non intorno a me! Il deserto è bello da vedere, da girare in veste di turista.
Chiedo seriamente:
COSA SI PUO' FARE?
ORGANIZZIAMO LA RIBELLIONE!
Paola
 
Oggi la Borsa di Milano è in rosso, subito dietro la Spagna....ma non eravamo quelli che stavano meglio di tutti? Morirà Sansone con tutti i filistei, ma a me sinceramente di "morire" in compagnioa di questi disgraziati abbarbicati al potere fino all'affondamento della nave, proprio NON VA GIU'!
E Napisan, bene lo ha soprannominato la Lucianina, dorme, ponza,se ne fotte o in fondo non ha il coraggio di prendere una posizione chiara? Eh sì che di motivi ce ne sarebbero a canestre!
Mietta
 
Qui la gente ha pericolosamente perso la voglia di combattere.
Ti invito a leggere quello che scrive un giovane che dovrebbe spaccare tutto e invece ride in faccia a chi parla di mobilitazione.

https://annexiarebel.wordpress.com/2011/07/10/il-rosario-insurrezionalista/

Emil
 
:(
quanto hai ragione
raffaella
 
Anche a me piace il deserto Rita e molto.
Non credo, come non lo credi neanche te, che la gente si possa ribellare, una volta mi venne detto "Ti piace fare la bastian contraria" come se ci divertissimo ad esercitare un ruolo dentro uno spettacolo falso ed ipocrita perché per loro siamo questo, recitiamo un ruolo non possono capire cosa significa sentirsi stomacat* da qualunque cosa si vede e che pur essendo paradossale è divenuta realtà.
 
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