7.06.2011

 

Comma profondo

Eppure sono ancora tutti là, ecco questo è il mio stupore. Sono là, sani e salvi, ancora a giocare col destino di una nazione che ormai disintegrata, finisce di polverizzarsi lasciando cadere letteralmente in pezzi tutto il suo patrimonio, come Villa Adriana, per esempio, o le maree nere dove la gente continua a far giocare i propri bimbi – che d’estate il mare fa tanto bene.

Stanno tutti là, come se la struttura Delta non esista, come se le voci dei servi del criminale, registrate e passate al settaccio prima dalla magistratura, poi dalla nostra curiosità, non dicesse tutto il crimine e lo schifo che ci governa.

Sta là il criminale, che ha fatto dell’Italia cosa sua, che ha violentato, svilito e umiliato le Istituzioni, rendendole prostitute al suo servizio, proprio come tutte quelle ragazzine che avevano da raccontare alle madri della fortuna d’essere state lordate dalle mani di un vecchio maiale.

Si finge ancora la normalità di un sistema che non ha nulla di normale, se non quando incastonato nella logica mafiosa che poteva essere quella di Riina o Provenzano, col Presidente della Repubblica e la sua seriosità che chiedono ragguagli e spiegazioni su una Legge, a un Parlamento che non ha più nulla di legittimo o democratico, che tutti sappiamo dovrebbe essere sciolto non già con un provvedimento del Colle, ma con una retata della polizia, dalla tributaria, dalla buoncostume, dall’antimafia in un azione congiunta, una di quelle a cui viene dato un nome altisonante che sembra uscito da un film americano.

Scandalo dopo scandalo, offesa dopo oltraggio, crimine dopo crimine, continuano a sedere comodi sulle poltrone lasciando il paese al suo destino, con le piazze che si intasano di gente che protesta, con i presidi permanenti davanti a Montecitorio, con le piccole rivolte in Val di Susa come a Parma, con la gente che continua a morire di lavoro. Con le vergogne nazionali taciute proprio grazie alla struttura Delta, che il berlusconismo l’ha radicato al punto che, anche sui giornali on line, che rivendicano la propria libertà, è più facile sapere delle liti delle veline al mare, o del broncio della tenutaria di casino al consiglio regionale lombardo, che della fame che ci attanaglia.

Stanno là, perché non è successo nulla, perché a nessuno viene in mente davvero di far cessare questo stato di cose, né al Presidente della Repubblica, né alle opposizioni. Siamo rimasti solo noi ad esser certi che questi se ne debbano andare, a fare un po’ di rumore, e infatti rischiamo proprio oggi di sparire con l’ennesima leggina di regime, che vorrebbe tapparci la bocca.

Oggi son ancora tutti là, a servizio del criminale che ha reso uno Stato al suo servizio, che fa scrivere le leggi al suo avvocato, e che anche quando preso col sorcio in bocca, da bravo criminale non fa una piega, se non meditare vendetta contro i servi che reputa infedeli, proprio come usa fare la mafia, che la vendetta la sa meditare.

E la colpa è di chi ancora oggi si chiede chi possa essere stato a scrivere quel comma, e non si chiede invece, chi l’Italia l’abbia mandata in coma.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Mamma mia che tristezza! Ma non c'è proprio alcun modo di cambiare le cose qui in Italia?
 
ci vorrebbe qualcuno che organizzasse seriamente un modo di rovesciare il governo... ma chi ha le palle per farlo?
raffaella
 
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