6.06.2011

 

La favola del leghista addormentato nella stalla ... (io non lo bacio)

Prima di qualunque cosa è bene ricordare che l'Italia è un paese non governato da un grumo malavitoso. Detto questo possiamo anche andare oltre a ragionare di questa cosa che tutto è tranne politica.

Stamani ad Arcore si sono incontrati due capi tribù – ma non s'intenda certo una di quelle dei nativi americani – due capi tribù della bassa africana, quelli che avevano i rubinetti d'oro dai quali scendeva l'acqua, mentre i loro popoli morivano di sete. L'incontro era stato programmato da tempo, per rispondere alle istanze degli elettori, scontenti dalla fucilazione subita durante l'ultima tornata elettorale, che finalmente avevano quasi compreso che, i capi tribù, pensassero solo a lucidare i loro ori e le loro argenterie, mentre loro dovevano ancora lavorare, evadere il fisco e guardarsi le spalle dal nemico islamico o zingaro.

C'era quindi molta attesa in tutta le valli, dalla bergamasca fino su a Luino, e il loro capo tribù, preoccupato di insegnare all'erede al trono tutto quel che c'era da sapere sulla politica del malaffare e del ricatto, decise di portare con sé anche il suo giovane figlio scemo.

L'ansia era palpabile, e dentro le stalle delle mucche – qualcuna anche moglie del mandriano, sposata con rito celtico – o nelle risaie, i popolani con l'elmetto cornuto, già pregustavano il momento in cui il Trota – il figlio scemo del capo – avrebbe annunciato che Roma Ladrona era stata sconfitta, e la Padania liberata. Qualcuno non aveva resistito, e aveva iniziato a lucidare le corna dell'elmetto, stirare la camicia verde delle grandi occasioni, per la festa anticipata che di lì a poco, sperava, si sarebbe svolta a Pontida. Qualche altro, un po' più scaltro, non ebbe nemmeno timore di confessare di aver votato Pisapia – un comunista con tre buchi al naso che aveva rubato Milano ai milanesi – pur di far passare il messaggio che qualche notte prima aveva scritto sui muri di Gemonio: “Lega mafiosa, serva di berlusconi”.
“Col mio voto gli ho fatto paura, e ora ad Arcore stanno trattando per noi”. Rivendicò eroico.

Ora ci vorrebbe il principe azzurro, che arriva su un cavallo bianco, bacia il leghista e lo riporta alla veglia e alla ragione, ma nessuno scrittore riuscirebbe mai ad inventarsi qualcuno in grado di baciare un leghista con l'elmetto cornuto in testa, e quindi non resta che scrivere la fine, che somiglia molto ad un amen.

Il ricatto si è compiuto, e il leghista è gabbato dal capo tribù. La Padania avrà gli uffici di rappresentanza dei ministeri, strillano vittoriosi i giornali di parte, quelli che non hanno bisogno di chiedere al popolo dentro la stalla, che spreme le tette di quella che forse è sua moglie, se sappia dire all'amico suo, cosa sia un normale “Ufficio delle entrate”. Magari anche uno dell'istruzione, che i Provveditorati non bastano mai. O un tribunale, che anche la grazia e la giustizia hanno il loro perché. E soprattutto che dovrà continuare a lavorare ed evadere il fisco, se non vuol crepare.

A questi, di principe azzurro, è rimasto solo berlusconi, e di streghe cattive non ce ne sono, nella lega. Per cui la mela avvelenata gliela farà vedere il prossimo ministro alla giustizia tutta italiana, che al momento di preparare un'altra legge che tenga il premier criminale lontano dai guai, la farà balzellare, rossa e appetitosa, da una mano all'altra … poi una stretta alle palle, e un nuovo ricatto. Magari che ne so? Persino quello di creare la nuova carica di “rappresentante ministeriale”, in modo che anche il figlio scemo del capo tribù, trovi un posto dignitoso, in questa favola che favola non è.

Rita Pani (Che culo! Sono APOLIDE)


Comments:
Che culo: vivo in un Paese civile!
 
.......e pensare che giovani laureati con borse di studio, devono migrare per vedersi riconosciuti "diritti e capacita" mentre un sistema di corrotti cattomafiopiduisti si spartiscono "potere & poltrone e soldi" alla faccia di chi approva e applaude! viva l'Italia che lavora!? mha forse sbaglio? saluti da franco il vecio.
 
http://crisis.blogosfere.it/2011/06/grecia-forche-in-piazza.html
 
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