4.18.2011

 

In silenzio, ne è morto un altro

Sembrano annoiati i giornali, quando non hanno merce fresca, e buccia di patata da offrire in bella mostra, per aumentare la tiratura – che pure tirare va di moda. Eppure da scrivere ne avrebbero di notizie degne d’esser lette, come per esempio le farneticazioni di quel coso strambo che è il ministro dell’economia, al quale con un po’ di fantasia si potrebbe dire che oggi ha risposto, morendo, un operaio di Messina, l’ennesimo e purtroppo non l’ultimo di una serie silenziosa.

Ha detto che in Italia non esiste un problema disoccupazione, perché gli extracomunitari lavorano tutti, aggiungendo pure che i nostri giovani hanno la puzza sotto il naso, e che di certi lavori non ne vogliono nemmeno sentir parlare. Ha per questo rincarato la dose, augurandosi l’ingresso di molti altri colorati lavoratori. Sì, se avessero voluto, i giornali, avrebbero potuto dirlo loro che in realtà, la traduzione spicciola delle dichiarazioni etiliche del ministro, volgevano ad insinuare ancora una volta la pigrizia nostra e dei nostri figli, contro il bisogno che diventa arguzia di chi è motivato a lavorare dai morsi della fame. Ha detto in pratica che siamo così sazi d’essere a volta solo un po’ presi da piccoli appetiti, quelli che puoi scacciare con uno spuntino.

Non scrivono, i giornali, nemmeno quale sia il reale significato d’oltraggio dell’ennesimo ministro malfattore e in malafede di questo governo di arroganti incapaci. Il potere economico e i padroni, ben si guardano dall’assumere in stato di schiavitù un cittadino italiano, che se non dovesse temere d’essere massacrato di botte, potrebbe anche far valere quel minimo di diritto che ancora possiede, almeno fino a quando Marchionne, prima di mettersi in salvo in America, deciderà di mantenere.

Quindi anche oggi, avrebbero potuto scrivere che a Messina un operaio è morto folgorato, mentre lavorava – chissà con che contratto – in un cantiere edile. Ma la morte così banale, stupida ed inutile, non fa più notizia, ora che si attende l’ultimo volar di mutande che se non altro cancellerà dalle pagine dei giornali il vecchio maiale e criminale che non ci governa, descritto nei suoi numeri d’avanspettacolo o cabaret, che ormai hanno sostituito ciò che un tempo era la politica.

La politica è quella cosa che solo qualche anno fa, dopo il morto della Saras o dopo il morto di Messina, o quello di cui nemmeno sappiamo il nome, morto in un luogo a noi sconosciuto, avrebbe fatto scoppiare il paese. La politica è quella – checché ne dica Grillo – che nemmeno tanto tempo fa, dopo l’ultimo pietoso show di quel tizio depravato, avrebbe fatto dire all’autorità legittimata: “Arrestatelo!” La politica è quella cosa che non avrebbe mai permesso all’Italia di essere scacciata, in religioso silenzio, dal G7, ammesso che abbia ancora un senso, oltre il becero capitalismo globale.

Ma niente, sembrano cose ormai antiche e noiose, quasi una roba di nicchia per radical chic. La notizia per esser tale deve avere le tette, dire porcherie al telefono, e deve essere abbastanza ripugnante da ridare dignità persino ad Alvaro Vitali o Edwige Fenech.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
il ministro dell'economia chi ???
Quello degli scudi fiscali ???
Ahh...beh, sìì...allora !
 
la politica, quel gregge di nullafacenti, allegri superpagati, fanno credere che "loro servono" a riempire il vuoto (col nulla) una assurda disputa che li tiene impegnati a lungo! (sig) viviamo in uno stato che pensa e viaggia a doppio binario; doppia maniera di pensare, fanatismo politico-religioso- autoritario, fa valere il suo bisogno costante, di vittime, per provare il suo stesso diritto di esistere, una cultura prostituita, dove ognuno di noi si sente la lama della ghigliottina sul collo? saluti dal vecio.
 
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