4.05.2011

 

Finché la farsa va


È una specie di appello che voglio rivolgere al Presidente della Repubblica, il solo in questo inqualificabile momento storico che viviamo, tutti noi, ostaggi di quest’Italia che non riconosciamo più né come paese, né come stazzo. È lui il solo che potrebbe apparire dentro la scatola magica, a reti unificate, e dire a nome di noi tutti: “Io provo un’immensa vergogna”. Solo bloccando le altre trasmissioni di alchimisti e spacciatori di sogni, potrebbe far sì che l’evidenza si scagliasse come uno schiaffo in faccia, di chi ancora preferisce sonnecchiare in attesa di un risveglio inevitabile che tarda ad arrivare.

Non serve più la vergogna di tutti noi, semplici cittadini resistenti, schifati o indignati, ancora pronti a combattere più tra di noi che per noi, guidati da una classe politica spaesata quando non complice o semplicemente opportunista che comunque, al suo privilegio non vuole rinunciare. A che serve la mia indignazione, se non a colmare un poco quell’immensa solitudine che proviamo, abbandonati a noi stessi e al nostro buon senso che non ci vuole lasciare? A che serve continuare ancora a strillare, se le nostre grida si perdono in questo vuoto ovattato che ci circonda?

Sia il Presidente della Repubblica il primo a vergognarsi, per non essere stato abbastanza coraggioso da riuscire a farlo prima, e dica alle signore in attesa di veder spostar pacchi e vincere milioni di milioni, che oggi il Parlamento Italiano per l’ennesima volta è stato trasformato in una propaggine del casino personale di un criminale vizioso. Dica lui a tutti quelli che alla sera pregano affinché un’entità astratta ci liberi dal male, che il male ci ha ormai fagocitato, riducendoci l’ignobile farsa che siamo diventati davanti a tutto il mondo, anche quello dimenticato.

Abbia il coraggio di arrivare fino in fondo, il Presidente della Repubblica, se anche lui non ha scordato la politica. Se non ha dimenticato la storia, che mai avrei pensato avrebbe potuto regalarci il primo “happening” di protesta, dalle 22 alle 24, messo su da quella che dovrebbe essere l’opposizione. Se davvero ricorda quel che dice l’opposizione, prenda fiato, e si presenti davanti alle telecamere a spiegare al paese quello che sta succedendo, perché noi blogger, o disperati cittadini, o esseri ancora pensanti, non abbiamo spazi pubblicitari da vendere, non abbiamo padroni da compiacere, non abbiamo operazioni di marketing da intraprendere, e restiamo qua sempre più ammalati dalla nostra raucedine.

Sia lui, a dire che l’Italia è di fatto un paese in mano alla criminalità organizzata, che si è fatta più grande e potente, che non conosce e riconosce le leggi, che nemmeno prende più spunto dalle trascorse dittature, ma solo vive e alimenta la propria esistenza, il proprio vizio, la propria cupidigia giocando con i destini di tutti noi, migranti o residenti, lavoratori o disoccupati, giovani o vecchi sani o malati. Abbia il coraggio di spiegare perché è possibile che in Italia, a una puttana che ricopre una carica politica nel consiglio regionale della Lombardia, un vecchio vizioso ed erotomane, possa anche promettere di farla sedere domani in Parlamento, proprio come un tempo un produttore diceva a un’attricetta: “Baby, farò di te una stella.”

Dovrebbe essere il Presidente della Repubblica in persona, a reti unificate, a spiegare a me e a tutti, perché io devo pagare una multa, e un tizio come berlusconi possa far decidere al Parlamento italiano la sua impunità.

Io mi son stancata di vergognarmi di quest’Italia. Ora dovrebbe vergognarsi lui.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Rita, nei due mucchi, cè da una parte chi soffre e muore di fame, dall'altra parte, si è presentata una proposta di legge; ripristinare e legalizzare il fascismo! se questo è poco, cosa dovremo aspettarci? saluti dal vecio.
 
Che altro dire?
Stazzo, Sì! Il pastore dorme, e, quando il chiasso è tale da svegliarlo, scende a patti con i ladri di bestiame.
 
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