4.12.2011

 

Dacci oggi la minchiata quotidiana



La famiglia Moratti ha ucciso un altro lavoratore a Cagliari, si chiamava Paolo Pulvirenti e aveva solo 25 anni. Forse si riteneva anche fortunato per avercelo un lavoro, in una terra, la mia, tra le più massacrate dalla disoccupazione. E nonostante gli assassini abbiano un nome e un cognome, come sempre la Procura aprirà un fascicolo contro ignoti. E se pure un domani si dovessero accertare le responsabilità, forse in galera non ci andrà nessuno, perché oggi è anche il giorno della morte di un altro pezzo di democrazia, con l'assurda discussione sull'ennesima legge ad personam, della quale beneficeranno anche tutti gli altri complici del padrino, siano essi industriali, palazzinari o mafiosi – che poi troppa differenza non c'è.
Questo è il paese reale, ed è bene ripeterselo fino alla nausea, che tuttavia continua a vivere nell'irrealtà, lasciando scorrere la vita distante, con la speranza che essa non ci debba mai venire a sfiorare.
Ogni giorno è tutto un susseguirsi di minchiate istituzionali, gettate quasi a caso sul mucchio, in attesa che i giornali abbocchino, e inizino a scrivere, dell'Italia che vuole andare via dall'Europa, di un legaiolo stupido come castelli che si rammarica di non poter sparare agli africani - quelli che il mare risparmia – o dell'ex soubrette male in arnese carlucci che pretende una commissione d'inchiesta sui libri di storia, spalleggiatta dalla ministra orale dell'istruzione, che quasi sembra dolersi con l'aria di chi vorrebbe dire: “Oh cazzo! Ma perché 'sta minchiata non me la sono inventata io?” ed ammette che sì – raccontare la storia è un problema, perché getta fango su berlusconi. In effetti, considerato che spesso il programma di storia delle scuole italiane, si ferma giusto a Mazzini, potrebbe anche essere che già quel tizio ci fosse, ma per quanto abbia letto non mi pare di ricordare che fosse menzionato.
Intanto le cose, come dicevo, continuano ad accadere, ma sottovoce, perché sui giornali non c'è abbastanza spazio per farcele entrare tutte, sepolti come sono dalle abili armi della propaganda. E così non si apprende del calo del potere d'acquisto dei salari italiani, dell'impossibilità degli italiani di avere una vita decorosa, delle malattie che stanno diventando compagne di vita di una generazione sempre più giovane, che non può farsi curare. Delle organizzazioni di volontariato che vedono ogni giorno aumentare le code nelle mense dei poveri, dove gli italiani sono in numero crescente e in un'età sempre più inferiore. I giornali semmai ti diranno che gli italiani s'indebitano – felici – per sposarsi, che il matrimonio è una cosa importante, soprattutto se fatto al cospetto di Dio.
Pure il terremoto del Giappone è stato trattato quasi una minchiata, con un numero incredibile di filmati da vedere e rivedere, sulla compostezza di un popolo, sulla sua reattività, un po' meno sulla sua radioattività, perché in Italia ci sarà un referendum, anche se non lo sa quasi nessuno, e quindi dato che non si può più negare che Fukushima è come Chernobyl, si potrà sempre dire che però non è proprio lo stesso, ma il 10%.
Ricapitolando … mi sono persa, e come tutte le sere attendo domani, per sapere quel che sarà, una minchiata o una barzelletta, con la certezza che per la prima, il Presidente della Repubblica risponderà, per la seconda, forse si vergognerà reggendosi il viso tra le mani, in silenzio. Così in silenzio che non ci ha detto nemmeno che oggi l'Italia vanta un altro eroe, un ragazzo che aveva trovato un lavoro, ed è stato ucciso dal padrone.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
omaggio al tuo sguardo privilegiato...
 
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