4.10.2011

 

Così, ripensavo a Pertini

Ho un amico che da bimbo vinse un premio; uno di quelli tipo: “il bambino più buono d'Italia”, sì, una roba così. Lui un po' se ne vergogna, ma ricordo l'orgoglio con il quale, sua madre, mi mostrò una fotografia custodita in una bella cornice d'argento. Il piccolo, vestito come se fosse la prima comunione, sorrideva abbracciato da Pertini, che nell'altra mano reggeva la sua pipa. Ammetto che l'imbarazzo del mio amico, dinnanzi all'orgoglio di sua madre, e i suoi pantaloni corti e i calzettoni bianchi, mi fecero sorridere. Un sorriso che non riuscii a nascondere a quella donna, e che dopo divenne una risata. Oggi la signora Aurora non c'è più, e io vorrei chiederle scusa per aver riso.
Pertini. Ricordo ancora come sotto gli occhi di tutte le televisioni del mondo, si lasciò andare dopo quella finale dei mondiali di Calcio. La sua esultanza fece scalpore, ne venne fuori il mito della simpatia, la rottura del protocollo in quelle mani alzate e agitate in aria, sempre con la pipa in mano. I cronisti eccitati e sbalorditi, non solo per il gol di Tardelli, ma per quel presidente che riuscì a far sorridere anche il Re di Spagna, a farlo alzare in piedi, a renderlo partecipe di una gioia che non era la sua. Quelle immagini passarono alla storia, e restarono anche in me che pure del calcio non mi è mai importato nulla. Se ne parlò a lungo di quel “bizzarro” gesto del presidente, che aveva sostituito Giovanni Leone, che un po' ci fece vergognare, non tanto per lo scandalo Cederna, quanto per aver fatto le corna – in gesto scaramantico – mentre visitava i malati di colera.
È stato leggendo i giornali di questi giorni, che mi son tornate alla mente queste immagini ingiallite dal tempo, quelle dell'orgoglio della mamma del bimbo più buono che c'era, e di quel presidente che a volte sembrava il nonno di tutti noi, un po' buffo e da perdonare. Da amare, anche se forse in modo tardivo, con quell'amore che solo il rimpianto ha saputo consegnarci.
Penso alla mamma di una di quelle ragazze neolaureate che son state chiamate al cospetto del presidente del consiglio, per ricevere in premio gadget del governo e perle si schifezza da un maniaco impresentabile, da un uomo di quelli che nessuna madre sana di mente farebbe mai sedere sul suo divano accanto alla giovane figlia. Penso ai sacrifici che possono aver fatto dei normali genitori per far studiare i loro figli, o i sacrifici di quei ragazzi che passano il giorno sui libri e la sera a spostare boccali di birra nei bar, per guadagnarsi l'illusione di un futuro, costretti ad assistere al patetico show del buffone del consiglio. Non riesco ad immaginare una madre che domani con orgoglio racconterà all'amica del figlia che una volta lei vinse un premio, consegnato da un maniaco sessuale che dopo la invitò al Bunga Bunga di Palazzo Grazioli. O l'orgoglio nel raccontare come, durante quell'evento, ai figli freschi di fatica, fu detto che la magistratura era criminale, che la democrazia è uno scherzo e che per vivere bene bisogna impegnarsi a rubare, a farsi furbi, ad aggirare le leggi e le regole, fino ad arrivare alla meta – la devastazione dello Stato – così come ha fatto lui, che della criminalità ormai è libero di far sfoggio.
Scrivo, e non è nostalgia. Scrivo con l'animo appesantito dalle domande sul domani, che mi si presenta proiettato dall'oggi, avendo nella mente cose che nemmeno credevo di aver mandato a memoria.
Per esempio, mi sembrava di non ricordare di quando il Presidente Pertini, decise che era tempo di non fornire più le cravatte ai deputati che fingevano d'averla scordata per rubarsene una nuova ogni seduta, o impose l'utilizzo di posate dozzinali, per impedire che pranzo dopo pranzo i deputati e i senatori si facessero il servizio buono d'argento, rubando di volta in volta un coltello o una forchetta. Eppure me lo ricordo pensando a quel che potrebbe essere domani il Quirinale: una sorta di lupanare, con un vecchio pazzo di grasso e gomma, unto da una crema arancione, che cambierà anche il corpo dei Corazzieri d'Italia. Mi pare di vederlo, attorniato dalle guardie – tutte donne – con quelle divise simili a quelle del “Drive in”, con le tette di fuori, il perizoma, e l'elmetto con la coda di cavallo. A volte lo immagino, come potrebbe essere quando in visita verrà un nuovo Topolanek, con il nuovo protocollo: l'ospite si toglie le mutande, le corazzierine spalancano la porta, parte la sigla, e si dà il via alle danze, con le ministre nel mezzo e pompini a gogò.
Quel giorno sta arrivando, e sarà il giorno in cui le madri saranno orgogliose perché le figlie, no, loro NON lo hanno vinto un premio.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Dai Rita, un po' di ottimismo: quello sporcaccione vomitevole morira` prima!
Roberta da Sydney
 
quello che ci differenzia, dai rappresentanti di altri paesi (quasi normali) è la estrema scelleratezza che sa esternare il tizio, come quei soggetti delle fiere, pagati per far ridere i paesani, come i buffoni, delle corti rinascimentali, potremmo liberarlo dall'ingaggio, che il parlamento gli ha concesso, darlo in prestito (gratis) sperando, che tutti lo pretendano, per fargli titrare la carretta, così prendera' finalmente una decisione, capendo che il suo mestiere, non è rappresentare un paese, ma far divertire grandi e piccini, noi, lo abbiamo tenuto abbastanza? le stesse domande, lasciamole fare sgli altri? o lo immaginano gia'? saluti dall'umbria!! franco il vecio.
 
Un brivido, ogni volta che leggo o vedo su un video Pertini mi accade questo, perché, come te, penso che oggi a rappresentare (per fortuna non come presidente della repubblica) lo stato c'è il tizio ecco che il brivido trova la sua origine...
 
Bella riflessione, bell'articolo, GRAZIE PERTINI e grazie RITA!!!


An Mi
 
È che finché si tiene su questo orrendo clown, si tengono su tutti. Mica per niente ferrara ha minacciato: “Pensateci! Che potrebbe anche andarsene.”.
E quando dico tutti, mi riferisco anche alla cosiddetta opposizione: vi sembra che potrebbe continuare ad esistere l’IDV che si regge solo sulla critica al soggetto?… o che possa ancora reggere, senza il clown, il cosiddetto PD che nessuno ha capito cosa sia? E che votano solo perché ancora prende più voti nella cosiddetta opposizione… voti sprecati a garantire la sopravvivenza di potere e privilegi di un’altra cricca che ve la raccomando.
Resterebbe il presidente della Repubblica… ma non è Pertini.
 
Già alla fine...perchè in qualche modo finirà, ci sarà solo un mucchio di macerie ed allora dovranno farsi avanti quei pochi rimasti tra uomini e donne dotati di buona volontà.
Non abbiamo un Pertini, purtroppo, e ce lo dicamo da tempo...perchè forse lui qualche iniziativa l'avrebbe presa di fronte a questo sconcio,a questa distruzione sitematica sia morale che materiale.
Mietta
 
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