3.01.2011

 

Ora, basta sul serio

Credo che sia giunto il momento di dire basta al dire basta. Di solito, quando si dice basta s’intende che una cosa è finita ed è quindi giunto il momento di ricominciare. Credere davvero che si possa ricominciare dal modello nordafricano, in Italia – perdonatemi – è una grande stronzata. Lo so io e lo sapete voi. Siamo il paese che ha per storia l’esercito di Franceschiello, o gli aerei e le scarpe di cartone che sfidarono la neve russa. Cedere al romanticismo della Rivoluzione aiuta a sognare, certo, ma ci lascia un risveglio troppo amaro.

Abbiamo detto basta un paio di volte di troppo, come abbiamo esagerato con l’esortazione “Giù le mani …” dalla scuola o dalla Costituzione, dalle donne o dai bambini, dalla cultura o dal diritto al lavoro. Abbiamo fatto così il gioco del più becero berlusconismo, abbiamo ripetuto le parole così tanto fino a farle perdere il senso. Sembra quasi che molti di noi siano convinti che dire basta, possa servire davvero a far sì che si possa fermare il progressivo deterioramento delle cose, delle nostre vite. Basta dire basta per mettere al sicuro le proprie coscienze, senza dover far altro.

“Ho detto basta, che altro posso fare?”
Fare.

Trovare il coraggio di dire basta al dire basta non è semplice, lo so, perché detto davvero l’ultimo basta ci ritroveremo al momento dell’assunzione di responsabilità, che nella vita non è mai un facile momento: cambiare le cose, accettare di vivere avvolti dalla merda, suicidarsi o emigrare? Il fatto che non ci aiuta a scegliere è anch’esso un guasto provocato dal berlusconismo: non siamo abituati a guardare alla vita con occhi piccoli. Abbiamo gli occhi bulimici, che fanno sogni di grandezza e magnificenza che ci riportano all’impotenza, e alla speranzosa attesa del messia che ci salverà. E siamo giunti così alla nausea di dire basta, senza che ci sia bastato davvero tutto il peggio che ci ha infangato e che ci ha reso la vita difficile.

Ci sono persone che hanno detto basta davvero, e quelli dovrebbero essere i modelli da seguire. Sono quella marea di uomini e donne che nel loro piccolo, piccolissimo, si ribellano tutti i giorni compiendo soltanto il loro dovere. Sono loro gli eroi solitari dell’unica  Rivoluzione possibile in questa Italia sempre più miserabile, che sogna senza essere capace nemmeno di sognare. Cambiare le cose partendo da noi, perché saremo noi a dover poi vivere nel cambiamento. È come attrezzarsi nel modo giusto per fare un viaggio. Non ci si può portare una valigia di magliette, d’inverno in Scandinavia.

Mettiamo per assurdo che riuscissimo davvero a farla la Rivoluzione, avete provato a pensare cosa ci sarebbe dopo? Ammetto che mi viene da ridere immaginando gli scenari possibili, in questo paese in cui persino il “movimento viola” si scinde in due nuove nuance, in cui un “compagno” ieri mi ha scritto: “sì certo che sono comunista ma non sono ideologizzato”, come a dire sono un cristiano ateo, o un biondo con i capelli castani?
Credo che l’unico modo rimasto per andare avanti sia quello di ritornare. Ognuno nel suo, sapendo già che tutto quello che faremo non sarà altro che il nostro dovere, che non ci farà diventare ricchi, che forse ci renderà difficile persino mangiare, ma ci renderà finalmente la dignità – che anche per essa, abbiamo già detto e detto basta. Basta anche dire basta alle cose che ci vivono troppo lontano, per esempio, e iniziare a fare che basti lo scempio che abbiamo a due passi da noi, quello su cui non fissiamo lo sguardo troppo a lungo, perché essendo così vicino potrebbe sporcarci le mani. È comodo dire basta alla fame nel mondo, ma assai più scomodo ammettere che il mondo è così vicino a noi. Comodo dire basta a una scuola che non insegna ai nostri figli, abbandonati sul divano davanti alla televisione, a cui però si dice basta perché veicolo di propaganda e maleducazione.
 E potrei continuare nell’elenco degli esempi da farsi, ma andrei lunghissima, e sapete com’è … anche agli scritti troppo lunghi, in Italia si dice basta, perché il tempo è prezioso, ci hanno insegnato. Il tempo è danaro …
Basta così, davvero.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Eh sì, a che serve più dire basta se abbiamo le armi spuntate e non riusciamo a cambiare nulla. Però sua emittenza sta prendendo atto che a quasi il 50% degli italiani sta sull'anima (io penso che siano di più!)e alora, forse, le manifestazioni a qualcosa servono.
Riprendiamo il nostro lavoro di api laboriose,nel nostro piccolo, ma dovremmo cercare di attaccare questo virus anche ad altri...quelli che preferiscono vivere di sotterfugi e guadagnare sapendo fare quasi niente.
E' deprimente tutto ciò,ma quando ad un popolo manca il senso civico, il desiderio di riscattarsi e di provare ad uscire da questo tunnel oscuro e nauseabondo, che altro possiamo inventarci?
Mietta
 
Vivere di coerenza, Mietta. Si ha la terribile sorpresa della solitudine più nera, oppure della rara vicinanza -rarissima - che ci facciamo bastare, nella consapevolezza di essere stati diversi. Mai complici.
 
Cara Rita, con me sfondi una porta aperta.Due cose son state sempre fondamentali nella mia vita...la coerenza e l'indipendenza...scusate se è poco:-D
Purtroppo anche a me capita di trovar sempre meno persone con cui comunciare, far quadrato ed in cui recuperare ristoro a questo scempio. Sempre più sole, ma come dicevano gli antichi...alla fine meglio sole che mal accompagnate ed inoltre ci si rode meno il fegato.
Mai complici, certo, e nessuno ci potrà accusare di esserlo state.
Mietta
 
certo la memoria npon ha limiti! se vogliamo ricordare gli anni 50/60/70 quando si lavorava e basta, senze essere persone, quasi schiavizzati (senza esagerare) si stava a testa bassa, si cercava di fare sempre piu' del vicino, non c'era riposo e le ore erano tante, poi gli scioperi, la celere, i feriti e i morti, oggi non succede? perche' sono stati studiati e applicati altri sistemi, piu' raffinati e piu' efficenti, per cancellare i diritti, il nostro e quello di generazioni future! io lo chiamo un fascismo diplomatico, che ha cancelato la dignita' umana, il passato non si dimentica, la memoria di quel che è stato, diventera' strumento per sensibilizzare le coscienze? perche' dovremmo accettare di vedere vecchi, malati, handicappati, donne, giovani senza futuro? dover subire umiliazioni, senza fare comparazioni tra le tragedie che sono state e ancora oggi, si rischia di ri-vivere? qunti dentro le mura domestiche, portati alla disperazione hanno detto e diranno basta? credo che ci potrebbe essere una alternativa al dire basta? capire che serve essere uniti, per risollevarci e poter contare, scrivere parlare per essere ascoltati e tramandare, a chi non c'era, le impressioni di chi ha vissuto quegli atroci momenti, forte è la preoccupazione di molti, con le prediche non si sfamano i figli, serve l'essenziale! le nuove generazioni sono il futuro nostro e del paese, oppure ben presto l'oblio soppiantera' il ricordo di tutta la storia,(quello che vogliono) distruggere quello che è stato realizzato!? sudore e sangue per "pane e lavoro" dovremmo subirli zitti? saluti dal vecio
 
Che piacere aver letto questo tuo post stasera Rita, ho finito ora di leggerlo e vedermi citata appaga un po il mio ego.
Si c'è chi lotta ogni giorno nel suo piccolo e credo capiti anche te di restare prigioniera del dolore, quindi il tuo post mi ha regalato un sorriso.
Bellissima la frase si sono comunista ma non ideologizzato, è una frase davvero senza senso ma si sa la demagogia è un buon modo per non prendere posizione in quel quotidiano che descrivi.
ti abbraccio.
 
Sono anni che non partecipo più alle piazzate, con partiti stracci di bandiere interviste a facce di culo della politica Interviste ai disperati che gridano il loro “basta!”.
BASTAaaa!!
Gridartelo più forte: BASTAAAAAA!!!
Macché, per quanto impegno ci si metta, il basta delle masse è un flatus, una scorreggia Parola vuota di ogni significato Un buco nero!
Come ti do ragione, cara Rita:
“È giunto il momento di dire basta al dire basta”.
Sì… ma… Qualcuno obietterà:
“Eh, No! Guardate al Nord-Africa… lì il basta! è bastato per liberarsi, è che siamo noi italioti che non abbiamo il coraggio di scendere in piazza a dire basta con i forconi…”… e “bla bla bla…”.
È questo che ti rispondono gli incorreggibili disperati che vogliono ancora intravvedere il lumino della speranza là in fondo al tunnel.
Sì!... ma i libici?
E vogliono crederci che i libici sono scesi in piazza e che faranno fuori con pale e forconi Gheddafi e la sua cricca.
Noi “Abbiamo detto basta un paio di volte di troppo, come abbiamo esagerato con l’esortazione “Giù le mani… dalla scuola o dalla Costituzione, dalle donne o dai bambini, dalla cultura o dal diritto al lavoro”.
In piazza due milioni! È fatta! Evviva!
Soddisfatti! e il giorno dopo la questura ha ridimensionato: Quattro gatti!
E se lo dice la questura…
“Ho detto basta, che altro posso fare?”.
Dobbiamo fare come gli Egiziani, come i Tunisini, come i Libici?
Illusi!
Ci sono altri che hanno detto basta laggiù a nome delle masse, ma non per liberarli, lo fanno per i cazzi propri… per fotterli ancora.
Ma vi chiedo: vi sembra davvero possibile che con i forconi le masse abbiano conquistato la Cirenaica?
Consideratela dall’inizio la vicenda La manovra a tenaglia, le navi da guerra nel golfo della Sirte L’interdizione ai voli.
E il bello è che sarà ancora l’Italia a perdere. E per tenere a galla il vecchio porco cantante criminale, concederà le basi militari per far fuori l’amico Gheddafi.
Il baciamano?... Era una battuta, cretini che non avete capito.
E le masse di laggiù, quelle con i forconi? Potete vedere che fine hanno fatto: negli obitori o moribondi ammassati e affamati ai confini, e qualcuno di buon cuore lancia loro un tozzo di pane oltre il muro.

IL MURO!
Ah, ci fosse ancora!
Sarebbe successo tutto questo se il muro fosse ancora in piedi?

Ectobius
 
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