3.16.2011

 

Io festeggio ma anche no


"Nella Costituzione l'identità storica e culturale della Nazione convive con il riconoscimento e lo sviluppo in senso federalistico delle autonomie che la fanno più ricca e più viva, riaffermando l'unità e indivisibilità della Repubblica". Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica.

Questa frase è una meraviglia! Racchiude in sé la quintessenza del cerchiobottismo. In fondo lo capisco, poveretto: così altro avrebbe potuto dire in prossimità del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che più che un anniversario sembra una commemorazione?

Vedo spuntare alle finestre il tricolore, molte sembrano quadrettate perché nuove, appena comprate. Altre son sbiadite, a ricordarci di aver vissuto i fasti di almeno due episodi storici che l’Italia l’hanno fatta grande nel mondo: i campionati di calcio. E anche ascoltando la radio, quando son distratta, sento l’Inno di Mameli e mi confondo.

Mai l’Italia è stata tanto disunita quanto oggi, nemmeno al tempo di Mazzini che almeno erano chiari i confini, e le nostre diverse identità. Così disunita questa nostra nazione che dobbiamo schierarci e specificare se aderiamo oppure no. Domani, per esempio, è festa nazionale ma anche no. Dipende. Tutto è lasciato alle singole amministrazioni pubbliche o private, che dovranno decidere se sentirsi uniti in Italia oppure no, nel giorno dell’unità.

Mai avrei sospettato tanto patriottismo, nemmeno ai tempi in cui ancora non eravamo ancora abituati ad essere in guerra, e il povero Ciampi andava commosso a Ciampino per ricevere gli eroi della Nazione che ci venivano restituiti a pezzi da quelle bombe per fortuna intelligenti. Ci si indigna oggi – che di anni ne abbiamo 150, se la Lega esce dall’aula del parlamento lumbard mentre si suona l’Inno di Mameli, e siamo in ritardo, perché non ci indignammo abbastanza quando questi dementi iniziarono a sollevare la testa. I giornali ci raccontano con stupore e meraviglia che nel Veneto più veneto spuntano anche là le bandiere tricolori, e che sotto questa spinta patriottica, persino i governatori della Padania d’Italia si troveranno costretti a sottostare al volere del popolo.

Siamo così uniti che sollevando lo sguardo verso un balcone da cui sventola la bandiera, ci si interroga sul significato affidato ad essa dall’ostensore: si sentirà italiano, sarà contro Berlusconi, oppure come me odia la lega e la barbarie che stiamo subendo? E mi piacerebbe chiederlo davvero. Forse perché l’altro giorno in qualche negozio ho visto i cartelli che avvisavano i clienti: “Questo esercizio resterà chiuso il 17 marzo prossimo.” Ma è festa nazionale oppure no? Poi ci sono le fabbriche per esempio, che aderiscono alla festa nazionale, e la cosa si fa davvero interessante: i turnisti, ovviamente, dovranno lavorare ma non gli verrà riconosciuta la festività, mentre gli altri operari, i giornalieri, faranno festa ma per la fabbrica risulteranno essere in ferie. Insomma, una festa nazionale dell’Unita d’Italia della libertà, dove ognuno fa un po’ come cazzo gli pare, primi fra tutti i padroni.

Visto che le parole del Presidente della Repubblica vogliono dire tutto e nulla, lasciando ad ognuno la libertà di farle proprie a modo loro, io scelgo il significato più consono a me. Il federalismo ci unisce tutti nel pensare che sia giusto unificare quel che resta di questa povera Italia.

Rita Pani (che oggi APOLIDE ha più senso) [Immagine: Roberto Mangosi]

Comments:
nel rispetto della celebrazione, mi viene da cantare in silenzio povera patria e anche le immagini dicono la loro, ciao___ ,
 
in questi momenti mi sento sempre più cittadino del mondo
 
Sarei per dargli il loro stato ma senza i soldi di roma ladrona.
L'unità d'italia non esiste quindi che cosa si festeggia? ma non solo per i legaioli e le legaiole ma anche e soprattutto perché non esiste la solidarietà è quella la radice della nostra mancanza di unità.
Ciao Rita.
 
avete presente nelle fiere di paese, quando la gente si riunisce, dove tutti si conoscono, tutti fingono di "abbracciarsi allegri e felici?" vanno in fila a "mangiare l'ostia" perche' viene additato chi si astiene? (comunista scomunicato) sanno tutto di tutti, la circostanza esige che ci sia festa e allegria, anche se, non esiste;
lealta'
onesta'
correttezza,
gentilezza,
considerazione,
tolleranza,
fiducia,
rispetto,
dignita,
cordialita'
amore,
chiedo a voi?
in questo paese, quanto tempo ci vorra' per ripristinare questi che "molto tempo fa'" erano valori?
a questo punto, solo a questo punto, tutti vorremmo, che il prossimo, fosse trattato allo stesso modo.saluti dal vecio
 
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