2.25.2011

 

Per fortuna siam tutti libici

È bello essere cangianti. Una mattina ci svegliamo tutti iracheni, poi una mattina siamo tutti afghani o palestinesi. Ora siamo africani – e per me è come coronare un sogno – e siamo diventati egiziani, tunisini e anche libici. Per fortuna riusciamo a farci mordere dalla coscienza, per fortuna riusciamo a sentire sulla nostra guancia lo schiaffo dato sulla guancia altrui, come ci ha insegnato Che Guevara.

Quel che non comprendo, però, è perché nessuna mattina ci svegliamo sentendo sulla nostra pelle l’onta d’essere diventati “italiani”. L’altro giorno quasi ci avevo sperato, quando la CGIL finalmente aveva parlato di sciopero generale e generalizzato, ma oggi ho scoperto che al congresso di Rimini, alla domanda “se non ora quando?” la CGIL ha risposto: - “Boh!” Sì, si farà uno sciopero generale e generalizzato, ma regionale, di quattro ore, e solo se avanza tempo e le condizioni meteo favoriranno un sabato da passare da Ikea, dove se arrivi presto, la colazione è gratis.

Ora siamo libici, e quindi c’è da attendere ancora per essere italiani. Siamo così libici che i politici italiani possono mandare i loro emissari di terz’ordine in televisione a parlare di guerra, senza che si faccia una piega, nonostante l’articolo 11 della Costituzione. Ci vuole poco, in fondo, a farci digerire. Le televisioni che fino a ieri chiamavano Gheddafi “Il Colonnello”, hanno sostituito il termine con un più comodo “Dittatore”, e soprattutto riportano in auge la figura del terrorista islamico, pronto a sostituire il terrorista fine a sé stesso che è stato il Rais Dittatore, ma solo perché non ha potuto nascondere il sangue.

Non possiamo svegliarci italiani, perché ci sono troppi italioti. L’unico problema è chiedersi quanti barconi di clandestini – né profughi, né disperati ma clandestini – arriveranno in Italia, e soprattutto quanti tra loro saranno terroristi. Non siamo italiani, perché finalmente dopo anni e anni, siamo diventati europei. Anche la Lega, che nelle primissime ore della ripresa degli sbarchi massicci a Lampedusa, l’Europa l’aveva snobbata, ora rivendica il posto occupato in Europa; l’Europa del sud che è quasi Africa.

È comodo, anche perché pure l’Europa inizia a parlare di guerra – umanitaria ovviamente – perché non si potrebbe mai ammettere spudoratamente che c’è preoccupazione per il petrolio e per il gas, che se finisse in mano ai legittimi proprietari, che si sono ribellati sarebbe un po’ un casino per tutta la nostra economia. Quindi sì, siamo libici per i dieci mila morti, e per le fosse comuni che però, ci fa notare il governo per bocca di quella cosa squallida che è giovanardi, proprio comuni non sono: sono solo tombe scavate e foderate di cemento, ha detto l’imbecille di turno. Ma a noi libici ci fanno impressione ugualmente.

Le altre no, quelle che il mare non scava ma ingoia insieme a tutta la barca. Quelle ci faranno meno impressione, perché alla fine potranno essere parte della risoluzione del problema: l’immigrazione clandestina.

Insomma, tutto sommato meglio essere libici che italiani. Il compito è assai più lieve.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
tutto vero. eppure, secondo me, il tempo dei nazionalismi è finito.
credo che le aggregazioni tra individui saranno a prescindere dalla nazionalità e l'appartenenza deriverà dal modo di intendere anche politicamente i valori umani.
in questi giorni guardiamo un po' tutti il mare___ ma ci siamo dimenticati cosa si vive (e non da adesso) a sud? nel deserto (non solo libico) ma negli stati interni del continente madre dell'umanità?
 
Rita, l'imbecillita' è sempre incinta e genera quella parte di popolo che assorbe tutto! mi dispiace non aver sentito nessuno, che ricordi quella fascia di imbecilli della politica, che ha vantato amicizia col criminale-genocida, ospitata a Roma dal tizio amico, propagandata come un bene per il paese? dispiace che nessuno ammetta il tizio non ha amicizie, ma rapporti di affari che producono soldi, e in questo, dovremmo rispolverare le antiche saggezze della gente, espresse coi proverbi (dimmi con chi vai e ti diro' chi sei)gli sprechi della famiglia ghedafi, le frequenti scorribande in terra Sarda, le enormi ricchezze, le partecipazioni agli interessi, nelle attivita' dello stato, l'arroganza e la dedizione ai crimini contro il popolo, schiavizzato e portato alla fame, la dice lunga, una similitudine che non sembra una casualita'? il potere e i soldi, danno alla testa? saluti dal vecio
 
Hai ragione Rita, non mi sento orgogliosa di essere italiana, non potrò mai sentirmi orgogliosa di uno stato (?) che non cammina sulle sue gambe e che invece invade, abitudine tipicamente occidentale, per espropriare risorse, si può essere orgogliose/i di essere questo?
 
Il mondo sta cambiando e noi abbiamo un importante ruolo da svolgere
http://coriintempesta.altervista.org/blog/il-mondo-sta-cambiando-e-noi-abbiamo-un-importante-ruolo-da-svolgere/
 
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