1.23.2011
Tette e Culi
"Faccio spettacoli per beneficenza, conferenze nelle Università. E poi intendo mettermi in politica. Il momento e' delicato e c’è bisogno dell'impegno di tutti" annuncia la escort al Mattino di Napoli. (Patrizia D’Addario – Prostituta)
Ecco perché volenti o nolenti, non si può distogliere lo sguardo “dalle tette e dai culi” come vorrebbe il ministro per il razzismo, maroni. Non si può per il semplice motivo che una prostituta va nelle Università a tenere conferenze, e nello stesso tempo c’è chi prova orrore per le parole d’ammirazione e sostegno che Roberto Saviano dedica alla Bocassini. Non si può, perché ignorare tutta questa vicenda, sarebbe come rendersi complici del dilagare della corruzione che non è solo quella che paga con danaro, ma elargisce ancor più libertà di delinquere con la distruzione della civiltà.
Mi è capitato di vedere il filmato della ricostruzione di un’intercettazione telefonica tra un padre e una figlia, nella quale lei spiegava di essersi ritrovata in un puttanaio. Il padre, per mostrare d’aver ben compreso diceva alla figlia: “Ah! Un’orgia!” Poi le madri, sempre al telefono, che s’informavano sul prezzo delle marchette delle rispettive figlie, lamentando il poco danaro e i troppi gioielli, e finendo con un sospiro sul tipo della vecchina che a bordo di un autobus ti dice: “Signora mia, che tempi!”. “Pazienza, bisogna pur accontentarsi.”
La corruzione non è solo pagare un giudice per una sentenza, un ministro per un appalto, un medico per curare il proprio figlio. La corruzione è stata soprattutto quella morale che ha permesso il dilagare di quella materiale. In un mondo in cui una puttana fa solo il suo mestiere, il ladro rischia la galera, le leggi dello stato sono “leggi” e non si discutono ma si applicano, non ci sarebbe certo il problema di domandarsi quale pantano saltare per primo per non rischiare di rimanere infangati.
Ogni volta che vedo su uno scaffale il libro della D’Addario, sento che il mio animo cerca d’arrendersi. Se quel libro sta esposto al pubblico – mi dico – è segno evidente che c’è ancora chi lo compra. E se un editore ha esultato per averlo pubblicato, quell’editore sarà complice di un sistema del quale, state certi, si lamenterà magari unendosi al coro di giuste proteste verso l’ignobile ministro bondi, che tanto ha fatto per radere al suolo gli ultimi baluardi della cultura italiana. E se poi c’è un Università che favorisce “le conferenze” della D’Addario ma una scuola che proibisce agli allievi di partecipare ad una lezione di legalità, impartita dal giudice Ingroia, allora va da sé che non sia proprio tempo di voltare lo sguardo, perché facendolo saremmo complici e non più degni di esigere nulla di diverso da ciò che nostro malgrado abbiamo.
Non a una cosa, bisogna guardare, ma a tutte le cose che tra loro sono drammaticamente inanellate. E bisogna guardare con la giusta attenzione, più che con la più misera delle curiosità. Qualunque giusta rivendicazione – quella sul pane e lavoro, per esempio – si perderà nel vuoto fino a quando il vuoto starà al governo. Che oggi salti fuori un ministro (leghista) a dirci che non è più tempo di guardare a tette e culi, è un oltraggio verso il Parlamento stesso, occupato e reso impotente da chi anziché governare deve pensare a come non finire in galera proprio per quei culi e quelle tette.
Ma si ritorna così al problema fondamentale di questa povera Italia, che pullula di italioti e che non arriverà mai a comprendere che non si può estirpare il ricatto o la corruzione col ricatto e la corruzione. Ed è proprio con questi espedienti che la Lega, partito da nulla, si regge per partecipare al banchetto dello stato italiano. Non si può parlare di politica con chi della politica non si è mai interessato, non si può parlare di stato con chi dello stato, in così breve tempo, ha fatto una succursale delle sue aziende pirata. Non si può pretendere lavoro da chi paga solo e soltanto i propri servi per rendersi facile la vita. Non si può pretendere il diritto alla sanità da chi devolve gran parte del bilancio della sanità dello stato per finanziare gli studi sulla sua immortalità.
E non si può pretendere nemmeno di scendere dai tetti dove si è stati confinati pretendendo danaro e libertà d’istruzione, quando si pensa di poter formare il pensiero delle prossime generazioni attraverso “la conferenza” di una puttana … che comunque sì, sente il dovere di “mettersi in politica”. La vendetta delle tette e dei culi.
Rita Pani (APOLIDE)
Hanno fondato un altra società priva di morale, una morale che non sia contaminata ma basata sulla difesa dei diritti e sulla libertà-dignità umana, oggi da affermare è davvero un utopia.
<< Home