12.08.2010
Tizio bis
C’è scritto sul giornale che anche oggi un uomo è morto di lavoro. In fondo, in fondo, piccolo, piccolo, come se si avesse paura di disturbare, come se nessuno dovesse sapere.
In effetti sarebbe meglio non disturbare ora, che il governo è impegnato a lavorare. Fini mostra muscoli al paese, e dice al tizio che se vorrà fare un “tizio bis” dovrà prima essere umile e dimettersi. Il tizio non ci sta ad essere umiliato, e come se fosse il presidente del Milan, applica la sua strategia vincente: una nuova e capillare campagna acquisti tra le file delle altre squadre di deputati e senatori, per restare al governo di una repubblica democratica, alla quale ormai, altri paesi europei, nemmeno accordano l’estradizione di un detenuto: pare che in Italia non ci siano i diritti civili. Ma è solo un’opinione della Germania stalinista.
C’era scritto anche ieri sul giornale, che un uomo era morto di lavoro, e aveva due bambini. C’è da sentirsi fortunati ad essere disoccupati. Si muore di fame, ma si vive qualche tempo in più.
Non bisogna dirlo però, perché la povertà anche, è qualcosa che potrebbe disturbare il lavoro del governo. Quindi un bell’articolo ci informa che è in aumento il fenomeno della cleptomania. Sembra che in questo periodo prenatalizio siano in aumento i furti di caviale, spumanti, oggetti elettronici, salumi, abbigliamento da donna, profumi, e tartufo. Trovo che sia una bella notizia, finalmente meno ladri ed equità di trattamento. Chi ruba da mangiare – per quanto non siano generi di prima necessità – non è un ladro ma un cleptomane, esattamente come un ministro o un sottosegretario, un capitano d’azienda o un amministratore non rubava ma distraeva i fondi. La gente che ruba è improponibile, mica siamo zingari!
C’era scritto, sempre sui giornali, che il 5% degli italiani non sa più come pagare il mutuo. Draghi era preoccupato, ma poi si è ricreduto. Ora che è in atto la trattativa per un governo del tizio bis, si spera che tutto si risolva. D’altronde lo ripetono ogni giorno che non conviene a nessuno andare a votare, e certamente non a loro, almeno non ancora. Sicuramente assai più responsabile la prova di forza di fini – il salvatore della patria – e del suo ambasciatore bocchino, a cui spetta il compito di recare le missive. “Se il tizio si dimette, in 72 ore avrà di nuovo l’incarico.”
Vorrei trovare una chiosa che desse senso a quanto scritto fin qui, ma converrete con me che è impossibile davvero di fronte allo stato pietoso nel quale versano le vite di troppi di noi, in un paese che da due anni ormai, è senza governo ma senza neppure anarchia.
Rita Pani (APOLIDE)
Lasciamo ogni speranza...e poi che ne sarà di noi?
Mietta
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