12.01.2010

 

I caritatevoli onorevoli

L’altro giorno ho letto qualche commento dei probi italioti cattolici, pubblicati dal Corriere della sera, in merito alla morte di un uomo. Se questa morte, non mi avesse dato l’inaspettato dolore provato, forse ci avrei anche riso su, e oggi me ne sarei scordata, mandandole a memoria come le miserie di un popolo piccolo piccolo, impegnato a giudicare con ferocia chi decide di togliersi la vita, proprio su uno di quei giornali che hanno voluto farne scempio, pubblicando le immagini del lenzuolo che pietosamente lo copriva, senza che gli stessi cattolici provassero alcuna indignazione.

Sì, me ne sarei scordata se non fosse che la discussione sulla libera scelta di un cittadino – per quanto illustre – è arrivata persino nell’aula del Parlamento, dove il Maestro è stato ricordato e poi sputato in faccia, passando da illustre cittadino italiano con la schiena dritta a patetico e disperato vecchio lasciato solo.

Illuminanti le parole di rotondi, per la cui esistenza è già difficile trovare spiegazione scientifica. Il democristiano ha detto: "Temo che si trasmetta un messaggio non di carità ma di ammiccamento alle scelte assolutamente non esemplari, nel senso che non debbono essere un esempio. Procurarsi la morte e rifiutare i funerali non significa laicità, ma rifiuto del mistero della morte e penso all'impatto che tutto ciò ha sui giovanissimi". Non è fantastico?

Potrei anche sorvolare sul “mistero” della morte – dato che non vedo cosa ci possa essere di misterioso nella morte provocata dal cancro – però son parole pesanti dette da un uomo del governo che entro l’anno prossimo il cancro lo sconfiggerà con decreto legge. E se poi ci aggiungiamo le altre illuminate parole del tizio, che vedendo i ricercatori scioperare ha detto: “In Italia non ci servono gli scienziati, perché l’Italia fabbrica le scarpe”, forse qualcosa ancora ci sarebbe da dire.

Il problema invece mi sorge sul messaggio di carità che non arriverebbe attraverso la scelta di un uomo di togliersi la vita. Perché io resto legata al concetto di “carità” che è tanta, diversa e gratificante per chi caritatevolmente vive, sia egli colui che dà o colui che riceve.

Quale messaggio di carità potrà mai passare dal decreto sicurezza approvato dal consiglio dei ministri, nel quale si vorrebbe aggiungere il codicillo dell’espulsone per "le persone che, in modo ripugnante, arrecano disturbo ai passanti". Quale stato civile, cristiano, cattolico, bonario e caritatevole, avrebbe il coraggio di ratificatre tra le sue leggi “LA RIPUGNANZA DI CERTI ESSERI UMANI?”

La domanda sarebbe retorica, e fa tristezza poter rispondere a cuor leggero: “L’Italia”. Quel paese che salva l’embrione ma condanna a morte il cittadino. L’Italia che da esseri davvero ripugnanti è governata.

E con l’occasione sappiano i bravi cristiani del governo, che casomai anche io scegliessi la facile via della fine di tutto, non sarà perché ho preso esempio da Monicelli, ma sarà perché un governo immorale, criminale, e malavitoso, mi avrà impedito con il suo fare criminale di conservare il diritto alla vita.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Rita, nulla succede per caso, a volte penso che evolute civilta' gia da millenni, abbiano scoperto la differenza del bene e del male e la sua esistenza nella persona, uomo o donna, di ogni appartenenza o razza, di ogni fede o credenza, ognuno procede per la sua strada, segnata dal suo destino, ma spesso segnato dai poteri di questo mondo! c'è chi infonde coraggio, chi da' la capacita' di pensare, chi infonde valori, ma anche chi ci fa sentire piccoli e inutili sminuendo i nostri sogni! oso dire che le parole servono a comunicare, quando se ne fa un uso inconsapevole o se ne manipolano liberamente i significati, creano un logoramento, oggi noi siamo sottoposti a un bombardamento della sopraffazione del potere che usa parole logoranti, dovrebbero recuperare un lessico civile; vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, bonta' liberta' sogni! le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi, i bambini gia' sanno che esistono.Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti! (chesterthon)questo resta un paese sempre piu' strano e poco normale! cordiali saluti franco il vecio.
 
censura! Rita non avevo sentito la baggianata politica sulla scelta di Mario e ti esprimo un mio parere in merito! io ho avuto modo, in diverse occasioni, di essere vicino e di assistere amici malati e morti di cancro! ho avuto anche un esperienza personale (grave enfisema polmonare) e ti posso assicurare che sia nell'uno o nell'altro caso ci sono attimi che bisognerebbe provarli, sulla tua pelle, come tante altre robe; (scalare una montagna, affondare in un burrone, nuotare in un mare in burrasca, essere inseguiti da una belva, essere in mezzo a una sparatoria) ma la disperazione l'impotenza alla notizia di un cancro? ti demolisce, il conflitto tra panico e rabbia, ti travolge e ti sbatte in faccia una realta' dura, amara, buia! uno tsunami! questo tutto da solo, con gli amici di un attimo prima che fuggono (il male o la paura' di esserti vicino) difficile da capire e stupido, dare valutazioni! non si puo' assolutamente condannare la forza di chi, deluso, tenta di ...farla finita, dire basta è un diritto di tutti, respingere la disumana sofferenza non è rifiutare la vita ma dar fine a una "esagerata e troppe volte inutile sofferenza" molti lo desiderano come estremo rimedio! ho pianto, senza vergogna, per Mario, non per il gesto di forza ammirevole! ma perche' era un esempio di rara limpida saggezza e onesta' da imitare! idioti proclami a parte! scusa e saluti da franco il vecio,


( ateo felice di esserlo)
 
Mi hanno proprio disgustata! Ed anche Napoltano che con condiscendanza dice che dobbiamo continuare ad ammirarlo anche se...anche se cosa? Ora dico una cosa forte...pur se il suicidio può esser visto come una sconfitta, ho sempre ritenuto chi decide di togliersi la vita una persona molto coraggiosa.
E tutte queste ipotesi sul perchè? Ne avrà avuto piene le balle di soffrire, avrà avuto paura di sottomettesi al dolore,avrà odiato la possibilità di non poter più essere nè attivo nè partecipe della vita...quel che sia, cosa importa agli altri? Non è l'elegia del suicidio,è rispetto per la libertà di fare della propria vita ciò che si crede.Ma i bacchettoni hanno sempre ritenuto che la vita si debba tenere ad ogni costo pur in mezzo alle sofferenze più atroci, perchè solo con il dolore si potrà accedere al paradiso...ma che dio venerano, un dio crudele che vuol vedere gli uomini contorcersi tra mile affanni?A quando la caccia alle streghe? Stiamo tornando indietro, ma assai...direi a prima del medioevo.Ricordiamoci il caso Englaro,il tentativo di fare di corsa un DL per impedire al padre di lasciarla andare.Penso a quel che avrebbe provato quella donna, se mai...e non ci credo, si fosse risvagliata.Non più una ragazza ma una donna, debilitata e non in grado di condurre una vita "normale",alla vista di un mondo per lei sconosciuto e probabilmente dopo qualche anno sola alla morte dei genitori.Chi se ne sarebbe preso cura...uno stato che non da neanche il necessario a persone che potrebbero ancora condurre una esistenza normale? Figurati! Ma di che cianciano, di che parlano costoro, gente che forse non ha mai provato il dolore, quello vero.
Non ho più parole, so solo che queto piccolo mondo provinciale mi genera angoscioa,malinconia,disperazione e ripugnanza.
Mietta
 
Mietta, per rispondere al suo commento, basta conoscere la realta' delle istituzioni Italia, un malato di cancro di 51anni, riconosciuto da due anni, in questo lasso di tempo ha subito due interventi al cervello, lavora da 35nni nelle ferrovie, sono 2anni che si ritrova a combattere contro un sistema canaglia (tante visite e cure a pagamento) non solo non gli riconoscono la malattia come professionale, ma non gli concedono permessi oltre i due giorni, per la chemio, una terapia devastante fisicamnte e psicologicamente, io vorrei che questi signori "entrassero in queste realta'" dopo aver provato sulla loro pelle, se riuscirebbero con la stessa facilita' a predicare la sofferenza? provarla con la debolezza fisica che ti assale, la paura mentale che ti perseguita e dover combattere soli, contro la totale indifferenza della burocrazia? ma che andassero a c...re razza di criccanullafacenti che non sanno cosa sia sudarsi il pane! simboli del paese bollato dall'ipocrisia cattomalaffarosa saluti da franco.
 
Ciao Guevina, come stai? Per inserirmi nel tuo discorso ti dico subito che stimavo ed ammiravo Mario Monicelli da vivo, specialmente me lo voglio ricordare la sera che parlò ai giopvani universitari, e non diminuisce la mia stima e la mia ammirazione dopo la fine che liberamente ha scelto. Rispetto l'uomo, le sue idee e la sua estrema decisione, come cittadino. Come credente prego il Signore che accolga la sua GRANDE ANIMA nella Sua Luminosa Gloria! Non scendo nei dettagli di quanto hanno detto e scritto gli ipocriti della cricca e dei loro pennivendoli, ma condivido in pieno il tuo esauriente, anzi magnifico, pezzo.
Un abbraccio. Antonio.
 
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