11.24.2010
Ma che ci resta da fare?
Il pensiero semplice forse non è elegante, ma a volte arzigogolare non favorisce l’espressività e la voglia di comunicare quei pensieri che semplici nascono. Pensieri un po’ arresi, sconfitti e stanchi. Così mi ricordo di aver letto, tempo fa, in una delle numerose pagine politiche scritte dal tizio debosciato del consiglio, che lui ha un particolare problema a tollerare gli odori forti. Me lo ricordo perché stava scritto nella lista delle cose che una delle sue troie (chiedo scusa: escort, che sennò gli italioti restano offesi), doveva fare o non fare prima di essere ricevuta a corte per la selezione. Una lista pubblicata dai cronisti politici in tempi non sospetti. Una di queste cose era il profumo, non troppo forte o dolce.
Ecco che allora mi assale il pensiero semplice: un souvenir da Napoli. Recarci ad attendere il re, tutti quanti col nostro sacchetto pieno di quell’immondizia che lui, con la sua magia saprà far sparire in men che non si dica. Più pannolini di bimbi ci saranno, più grande sarà il nostro godimento. Lo so è una sorta di sogno, che aggrava sempre di più l’umore di quelli come me, a cui i sogni sono stati scippati, ma che ci volete fare? Mi conservo umana a dispetto delle cose. E allora mi dà un senso di giusta pace, pensare che volendo potremmo risparmiare le monetine – che servono sempre – e ricoprirlo di rifiuti maleodoranti, un pochino più in decomposizione di quanto già sia lui.
Lo so, non c’è nulla di politicamente corretto in quanto scritto fin qua, ed è giusto che sia così, perché a ben guardare di politico in Italia non è rimasto più nulla. Un anziano colpito da mille malattie che nega l’evidenza, che ancora pensa d’essere capace di vendere catini per il bucato nell’epoca della lavatrice; uno squilibrato, la cui senilità, vissuta con poca gioia e alcuna dignità è il problema principale di un’intera nazione.
L’ho detto molte volte: è come se mandassimo in giro per il mondo il nostro nonno rincoglionito, quello che temiamo sempre che a tavola ci faccia fare brutta figura togliendosi la dentiera, o scoreggiando. Il problema è che c’è chi ancora gli batte le mani, perché fa strane telefonate in televisione, perché racconta le barzellette, perché ha fatto i miracoli all’Aquila o a Napoli. E allora non vedo perché io debba restare abbarbicata al mio senso politico.
Se c’è stato chi ha preteso la legalità da un gruppo di malfattori, la giustizia da una cosca criminale, la moralità da una banda di debosciati e maniaci sessuali, il diritto al lavoro da una banda di schiavisti … a noi popolo senziente che potrà mai restare da fare?
Attendere l’inevitabile, forse. Il vero crollo o disastro economico che sta per accadere. A quel punto, noi che sappiamo cos’è e come si vive saremo più ferrati di chi, finalmente, si sentirà uguale a noi. Ma fate attenzione: noi abbiamo memoria.
Rita Pani (APOLIDE)
La Iervolino sta ancora là e non si capisce perchè un PD non riesca a dirle "for dai coj....",ma l'uomo dei miracoli che ha fatto in oltre due anni e mezzo se non distribuire soldi (nostri) alla camorra? E' paranoico,motivo di più per tentare con tutte le forze di farlo fuori, prima che sia troppo tardi per tutti noi!
Un basin, Rita
Mietta
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