10.24.2010
Simboli religiosi
Tempo fa, uno degli argomenti in auge per deviare il pensiero dalle cose veramente importanti che accadevano intorno a noi, fu il crocefisso. Ora non ricordo chi fu il genio che partorì l’arma di lobotomia di massa, ma ricordo che dovettero scomodarsi persino i giudici e tribunali. Era giusto o no, trovare nelle scuole, negli uffici pubblici e persino negli ospedali il crocefisso? Anche i giornali, che non sanno mai resistere interrogarono a proposito i propri lettori. Io pensavo allora, come penso oggi, che francamente non mi importava nulla di cosa stesse appeso alle pareti. Non essendo posseduta da alcuna entità demoniaca, non mi sono mai sentita disturbata o in pericolo dinnanzi ad alcun simbolo religioso.
Oggi però la mia convinzione si è fortificata perché vengo da un ospedale, che di simboli religiosi ne aveva ben due: uno sulla parete alle spalle del letto, il crocefisso, e l’altro in quella di fronte, la televisione. Ad essere sincera del secondo mi sono accorta subito al mio arrivo in stanza, per nulla discreto, sistemato su un trespolo, ed orientato in modo che la sua vista non potesse sfuggire a nessuna delle due degenti. Il primo era assai più discreto, al punto che l’ho notato solamente nel momento in cui, con fatica, cercavo un po’ più di comodità. Se dovessero ripropormi oggi la domanda che lessi all’epoca dell’inutile diatriba italiota, forse risponderei che sì, sono favorevole all’esposizione del crocefisso al posto di ogni televisore non richiesto che ormai sta ovunque, in farmacia come al bar, al ristorante come al tabacchino, lungo i binari delle stazioni o dei metrò, nelle sale d’attesa e nei centri commerciali. Il crocefisso ha di buono che sta zitto.
Credo per altro che il secondo simbolo religioso affisso alla parete di fronte ai letti dei degenti del reparto fosse assai più adorato di quello silenzioso e discreto della parete opposta, perché passeggiando (si fa per dire) lungo il corridoio a volte notavo che anche le sedie destinate ai visitatori magicamente erano orientate nella sua direzione, dandomi la sensazione che fosse assai più importante prestare attenzione a lui che al disgraziato dolente, incerottato e pieno di tubi che giaceva sul letto. Proiettava visioni oniriche di una ragazza morta nel pozzo, per lo più, o giochi d’intelletto per deficienti che promettevano e non mantenevano di vincere euro con almeno quattro zeri.
E non essendo sola in stanza, qualche radiazione malefica è toccata anche a me. Ne avevo sentito parlare del fantastico TG1, e un’idea seguendo le cronache sui giornali me la ero fatta di quanto malvagio potesse essere il dio tanto adorato dalla demenza italiota, ma davvero non avrei mai creduto che per la logica dell’altro dio importante, il danaro, ci fosse qualcuno disposto ad abbassarsi a tanta indegnità. Come la signorina bionda e procace, che si affaccia dallo schermo e racconta i fatti di Terzigno pressappoco così: la popolazione di Terzigno, stufa dell’invasione di contestatori venuti da chissà dove, ha chiesto alla polizia di intervenire, per riportare la calma di sempre nella città.
Sì, più ci penso più me ne convinco. È assai meno deleterio quel pezzetto di legno appeso alle pareti, perché male che vada è l’uomo che si rivolge a lui, e non così oscenamente il contrario.
Rita Pani (APOLIDE)
PS: grazie papà per aver pregato per me, lo apprezzo molto. Ci sarei rimasta molto male se mi avessi detto d’aver sentito alla Tv che il mio intervento, tutto sommato, era di routine ;-)
Nel mio dopo-operazione, anni fa, mi davano fastidio le voci delle persone attorno, ma ero ancora fortunato di non trovarmi davanti quel predicatore catodico!
an mi
Del resto ne parliamo in seguito, per ora mi gode la buona novella (non l'album omonimo di De Andre').
A presto
GREETINGS
JOKER Ltd.
Jozsef Bocz
<< Home