10.27.2010

 

Mostri

Non c’è crimine più orribile della pedofilia. Lo penso, lo si sente dire spesso da chiunque non sia un pedofilo. Ogni volta che purtroppo si viene a conoscenza di un atto di tale aberrazione, le coscienze civili vengono smosse al punto che è facile ritrovarsi a pretendere la vendetta estrema; c’è chi senza alcuna remora piazza la sua faccia davanti alla prima telecamera disponibile, e invoca strillando la pena di morte.

L’ultimo caso è quello ancora troppo vivo di Avetrana, nel quale queste strane coscienze civili italiote sguazzano e si rivoltano. In principio fu il mostro, per il quale in tanti si augurarono l’intervento risolutivo dei carcerati, o il pietoso gesto del mostro sul mostro che per pareggiare il conto avrebbe dovuto lui stesso togliersi la vita.

Poi c’è calderoli. Lui è quello che ogni volta promette la legge sulla castrazione chimica, ma si intuisce che non osa chiedere la castrazione fisica per motivi di correttezza politica.

Sì, la pedofilia è il reato più schifoso che c’è, capace persino di far traballare le certezze di chi nella vita ha sempre pensato e continua a pensare basando il suo pensiero sulle basi fondanti della civiltà. È un reato così orribile, che è facile perdere di vista persino sé stessi. Cosa avrei fatto io, se avessero toccato una delle mie bambine? Me lo sono sempre chiesta, e molto spesso la risposta che mi davo non mi piaceva. Non mi piacciono e diffido delle folle di sconosciuti che si radunano per i linciaggi, ma avrei sperato – in cuor mio – di potermi trovare faccia a faccia col bastardo. Io e lui.

Invece è normale che dopo un caso simile, le folle si radunino, che appaiano gli striscioni “A morte il mostro!” che girino su Internet le foto dei mostri violentatori, sempre più o meno uguali, solcate dalle rughe della fatica di una vita miserabile, o di lavoro duro. Sono sempre più o meno uguali nella loro miseria le facce dei mostri.

Le folle in Italia si radunano sempre. Per i mostri, per la squadra di calcio che rischia il fallimento, per applaudire il morto che passa, per esultare al passaggio di berlusconi, il tizio su cui ora la procura di Milano indaga non per pedofilia, ma per le notti brave di sesso e droga senza scrupoli, con ragazzine minorenni.

Sarà anche vero che la ragazzina marocchina, minorenne all’epoca dei fatti che coinvolgono il tizio non è morta, e forse in cuor suo sperava che il sacrificio le avrebbe portato fama e danaro – obiettivo che comunque raggiungerà – ma per me, un vecchio di 70 anni o su di lì, che mette le mani addosso ad una ragazzina di 15 o 16 anni, è e resta un bastardo pedofilo.

Se la legge fosse davvero uguale per tutti, se i reati avessero davvero la stessa gravità per chiunque li compie, oggi calderoli richiederebbe la castrazione chimica per uno che già in teoria dovrebbe essere stato castrato dalla vita e dall’età. Ci sarebbero i pullman carichi di curiosi davanti ad Arcore o ai night club presso i quali il vecchio porco acquistava la carne fresca vendutagli da lele mora. Ci sarebbe la folla delle coscienze civili davanti a palazzo Grazioli con gli striscioni: “Il mostro in galera.” Ci sarebbe stato un bastardo che lodo o non lodo – ecco perché assolutamente reiterabile – avrebbe presentato le sue dimissioni, andando a nascondersi nell’anfratto più nascosto che c’è.

Invece siamo in Italia, divisi a metà, tra chi proverà sempre più ribrezzo davanti a quella faccia di gomma, che solo grazie al trucco e alla plastica, alla facilità rubata della vita, ai capelli posticci, e alla ricchezza ostentata, non potrà essere mai uguale a quella dei mostri. Tanto più che ci sarà anche colui che uscito dalla folla che anela il linciaggio penserà che berlusconi no, non è un mostro, ma un tizio che beato lui, si può permettere di usare il corpo di una ragazzina.

Perché c’è anche questo: le vittime dei mostri disgraziati sono bambine, quelle dei mostri debosciati, sono giovani donne. Una sorta di soluzione che già dà l’assoluzione.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Gent. Rita, se questo fosse un paese normale con gente normale, ok! in queste situazioni non ci sarebbe differenza tra (malati impotenti o criminali maschilisti) tra uno stupro o una violenza di un pedofilo su minori, ma come spesso succede, chi violenta se è ricco e se occupa ruoli importanti (vedi politici preti cardinali) dove in un paese non esiste la "legge uguale per tutti" non sono considerati alla pari con poveri disgraziati "malati" senza regole con seri problemi comportamentali che li portano al crimine! troppo spesso si nascondono dietro il paravento della notorieta' e dei soldi, e la gente sembra sincronizzata considerando questo crimine (ci sono viaggi organizzati) un capolavoro di vanto? senza ostacoli dimenticando le vittime!! non c'è speranza anche perche' con un semplice "atto" di pentimento i criminali vengono assolti (impuniti) con la benedizione eterna! siamo ai tempi dell'inquisizione e lo spettacolo del bleff maschilista continua. saluti da franco il vecio.
 
Ciao Guevina,in una mia poesia scrivo più o meno questo(riguardo alla pedofilia ed ai pedofili): "...io son d'A.I. (Amnesti International, quindi contro la pena di morte),ma per tal delitti/derogo dal mio credo/ed alla corda li lascerei pendenti." Ti chiedo: pensi che ci sarà una nuova Piazzale Loreto...? Ma credo che un solo piazzale non basti per fare GIUSTA GIUSTIZIA! Un abbraccio. Antonio. P.S. Visiterai il mio blog? "Il bulino poetico"? Grazie. Ciao.
 
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