9.24.2010
La democrazia - era - a rischio
I fascisti di fini si accorgono che la democrazia è a rischio, perché il tizio del consiglio usa i servizi segreti pro domo sua, anzi pro domo di fini. E capirai che novità! Certo, la democrazia era meno a rischio quando anche loro partecipavano alle mirabolanti imprese del nostrale 007 betulla, o quando i giornali di proprietà del tizio, pubblicavano le dichiarazioni di guzzanti (quello riuscito male) sull’appartenenza di Prodi al KGB, che al solo pensiero di quante volte mi è stato ricordato dai paladini dell’illegalità, e dal popolo leghista, ancora mi ribalto dalle risate. Per non parlare dei dossier falsi sulla segnalazione di un uomo alla questura, come soggetto omosessuale, che già detto così dovrebbe far capire quanta democrazia ci avanzi.
Sì, la democrazia è a rischio per le poltrone loro, per i loro intrecci, per le loro guerre intestine, per l’uso anomalo dei servizi segreti deviati, li stessi che sono riusciti a procurare di governare la Regione Lazio, dopo il meritorio servizio reso a Piero Marrazzo, con tanto di cadaveri sparsi, sepolti e in fine riesumati per essere ancora sepolti meglio in modo che non se ne parlasse più.
Gridano ora, è normale, dato che son finiti per essere vittime degli stessi meccanismi che non hanno disdegnato per riemergere e governare questo povero stato massacrato.
I fascisti dovrebbero ben sapere che la democrazia è morta quando si è approvata una legge che di fatto nega ai cittadini italiani il diritto di scegliere ed eleggere i propri rappresentanti.
La democrazia muore ogni giorno un pezzo di più, da quando il Parlamento italiano è tenuto sotto scacco dall’uso privatistico che ne fa il tizio capitalista che lo occupa.
Muore e imputridisce nella negazione del diritto allo studio.
La democrazia non esiste in uno stato che non è capace di garantire ai cittadini l’accesso ai servizi, e a una vita dignitosa.
La democrazia è stata uccisa quando è stato permesso ai fascisti di risollevare la testa, e di stracciare di fatto la Costituzione.
Ora la democrazia non è altro che il labile ricordo nostalgico, di qualcosa che non abbiamo più e che a malapena, alla democrazia, somigliava un po’.
Rita Pani (APOLIDE)
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