9.16.2010

 

Che paura, il burqa.

Io mi ricordo, quando qualche anno fa, i giornali pubblicarono una notizia che aveva qualcosa di straordinario: “ A Kabul una donna prende la patente. Gli uomini tagliano la barba.” La dovevamo digerire, in qualche modo, la sporca e santa guerra alla quale contro ogni norma costituzionale partecipavamo (e continuiamo a partecipare).

E mi ricordo anche di come, ogni tanto, torni ad essere pressante il problema delle donne col burqa. Sempre più pressante, al punto che il popolo della Rete si riorganizza immediatamente sensibilizzando le coscienze con appelli e disquisizioni dotte, sulla dignità delle donne. E anche fini, che in questo momento non deve avere proprio altri problemi, non si è lasciato sfuggire l’occasione di dichiararsi favorevole alla proibizione della cultura integralista islamica.

Non è un problema pressante solo per l’Italia, ma un problema condiviso con molte parti europee, guarda caso, quelle che stanno messe peggio economicamente, o che hanno leader che in un modo o in un altro, sono o sono stati vicini al tizio che governa l’Italia. Il razzismo galoppa perché l’economia è sempre più in crisi. Cosa c’è di meglio per un popolo che ha paura di finire alla canna del gas, di avere qualcuno a cui imputare la colpa?

Certo noi siamo più avanti, perché abbiamo la lega di quel che resta di bossi, o di borghezio che del nazismo hanno fatto propaganda. Noi siamo più avanti perché siamo governati da un tizio che è alleato dei nazisti della lega, ma procura a Gheddafi le escort (hostess?) da convertire, e le navi con le quali sparare ai clandestini. Siamo più avanti perché addirittura le scuole saranno fucina per nuovi razzisti, con contributo statale.

Siamo più avanti perché proprio come popolo abbiamo la tradizione cattolica, che ci fa buoni e ben pensanti, figli dei crociati che partirono secoli orsono per convertire il mondo, e iniziarne la distruzione. Noi non possiamo sopportare che una donna vada in giro con il burqa che ne lede la libertà. Noi insegniamo alle nostre libere figlie che un minimo di prostituzione ci vuole, se nella vita vuoi raggiungere un obiettivo: fare la ministra oppure la ballerina in TV. Soffriamo e firmiamo l’appello perché si possa vedere il viso di una donna, e regaliamo tette di gomma alle nostre bambine sedicenni, che è un investimento al pari o migliore di un corso di studi universitario.

Quando l’Europa si è schierata contro la deportazione dei rom, il vostro tizio non ha perso occasione per schierarsi a favore. D’altronde noi italiani ai rom diamo fuoco, perché anche in questo siamo più avanti. Oppure in momenti di particolare bisogno, si mandano le ruspe ad abbattere le loro case (povere ma case) e a nessuno viene in mente di pretendere di sapere che fine hanno fatto quelle famiglie, in quale altro greto di fiume putrido siano andati a ricostruire le loro baracche. Le rom non hanno il burqa. Nessun appello per le romene o le nigeriane costrette alla prostituzione, ridotte in schiavitù. Loro la dignità ce l’hanno al punto che a volte l’italiano oltre alla tariffa, lascia anche una mancia.

Noi esigiamo la dignità per le donne islamiche, e lo facciamo con forza. Rivendichiamo il loro diritto alla libertà di mostrare il viso. Ce ne infischiamo altamente di essere complici dello sfruttamento di esseri umani, della schiavitù che dilaga, dello sfruttamento che di queste persone (donne e uomini) viene fatto quotidianamente nelle case o nei cantieri, nelle fabbriche e nei campi.

Loro devono continuare ad essere il problema, noi dobbiamo continuare ad averne paura, perché se comprendessimo che il nemico è lo stato, forse potremmo anche decidere di rivendicare il nostro diritto alla dignità.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
"Rivendichiamo il loro diritto alla libertà di mostrare il viso. Ce ne infischiamo altamente di essere complici dello sfruttamento di esseri umani, della schiavitù che dilaga, dello sfruttamento che di queste persone (donne e uomini) viene fatto quotidianamente nelle case o nei cantieri, nelle fabbriche e nei campi. Loro devono continuare ad essere il problema, noi dobbiamo continuare ad averne paura, perché se comprendessimo che il nemico è lo stato, forse potremmo anche decidere di rivendicare il nostro diritto alla dignità."
(Rita)

A parte il fatto che, cosa ignorata da molti, la donna nel mondo islamico gode di maggior dignita', ma ci incazziamo quando loro vogliono professare il loro credo e le loro usanze a casa nostra ma noi andiamo a imporre le nostre a casa loro.

P.S. Devo venire a prenderti di peso (tanto sei dimagrita e ce la dovrei fare) per accompagnarti in ospedale qui da noi e farti togliere il pietrino?

Greetings
JOKER Ltd.
 
Riguardo al burqa personalmente ho dei dubbi.
(Vedi mia vignetta)
http://testimonedeltempo.blogspot.com/2010/09/siamo-proprio-sicuri-che-il-burqa-e-il.html
 
Mi fa veramente piacere leggere che esiste ancora gente che ragiona con la sua testa e che per ora riesce a esprimere ad altri questo suo pensiero. Mi fa sentire meno solo, uniti si può veramente ancora resistere.
federico
 
Carlo, ho problemi con la posta in aruba (domani monto l'altro hd e forse risolvo), quindi mi scuso per questo messaggio personale.
Lunedì vedrò l'ennesimo chirurgo, qua vicino a dove abito ora, se dovesse andare a puttane anche sto giro, arrivo! :))domani ti chiamo.
@Cristina, se mi leggi "grazie" ... problemi di posta anche con te. Baci.
 
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