8.01.2010

 

Venti milioni di italioti

Venti milioni di uomini pronti a battersi, dice, quel che resta di bossi, il padre dell’avannotto collocato alla Regione Lombardia, con la più becera operazione di nepotismo italiota, garantito dal voto di un considerevole numero di padani.

Venti milioni di padani spiegati l’altra sera in televisione da quel demente di salvini (ammesso che si scriva così), che per non confondersi e sapere di sé, indossava una maglia nera con una scritta cubitale: “MILANO”. Diceva infatti che il giorno successivo, durante l’inaugurazione di una nuova sede della lega, in un paese padano, la gente avrebbe chiesto al suo bossi, dei soldi e delle pensioni. E questo – a suo dire – era il segreto della lega.

Venti milioni. Una caccola. Ovviamente sono numeri tirati a caso, come ovviamente tutto quel che circonda bossi è un’immensa cazzata, ma tutto ha una sua valenza. Circuire e sedare il popolo padano, che riuscirà a continuare a pensare solo e soltanto alla più grande bufala degli ultimi 150 anni di storia italiota: il federalismo fiscale. In nome di questo, infatti, la lega ha fatto digerire al suo popolo dall’elmetto cornuto, persino la connivenza col governo più mafioso che l’Italia ricordi, quello – per intenderci – capace di far apparire Andreotti un dilettante.

Venti milioni? Forse sono pure di più se mettiamo nel novero tutti coloro che leggendo le dichiarazioni del tizio, a proposito della sua “separazione” da fini, hanno creduto che si potrà finalmente istituire un clima di pace, serenità e collaborazione, proprio come quando si è separato da Veronica, tenendo ben segreto l’accordo economico stipulato in tutta fretta davanti a un giudice e con un piccolo esercito di avvocati.

Più di venti milioni di italioti, se ci mettiamo anche quelli che con colpevole ingenuità, riescono a guardare con soddisfazione a fini, che giurano: “Seeee … prima era fascista, ora non lo è più. È andato persino in Israele!” Inutile spiegare che è in atto la politica dello strizza palle, ovvero la guerra tra bossi e fini, per stabilire chi riesca a mordere meglio e più forte quel che resta delle palle del tizio, impegnato a rassicurare i suoi paladini della libertà, promettendo di restare all’infinito, fino all’occupazione abusiva del Quirinale. Ha affittato un castello, per esempio, ma giura che non andrà in vacanza.

Assai più di venti milioni, sospetto. Me ne sono resa conto ieri, mentre attendevo di imbarcarmi sul volo d’apolide per Cagliari. Il ritardo di mezz’ora e lo spostamento di gate (di quasi 5 metri) del volo per Barcellona, ha provocato un’immediata e vibrante protesta, contro l’inciviltà della “povera Italia”. Le voci inviperite, le urla e gli schiamazzi sono cessati all’improvviso applauso. Ma mi ero illusa. L’applauso atro non era che un gentile omaggio a Pippo Baudo, arrivato puntuale per imbarcarsi sul mio stesso volo. “Ho visto Pippo Baudo” ha detto la moglie al marito, la mamma alla figlia, la fidanzata al suo amore, e tutti insieme si sono precipitati a far capannello, per vedere un vecchio triste e con i capelli stinti. E una volta a bordo, se non avessi visto la rada chioma sul sedile davanti al mio, avrei pensato che era in atto un’epidemia di dissenteria, che in 40 minuti di volo, portava al bagno una cinquantina di italioti.

Una cinquantina di quei venti milioni e forse più.

Rita Pani (APOLIDE SARDA)

PS … Oggi Cagliari profuma di pesci arrosto, magari scoprirò dove stanno cucinando ;-)


Comments:
"Oggi Cagliari profuma di pesci arrosto, magari scoprirò dove stanno cucinando ;-)"
(Rita)

Buon appetito. Qui oltre al pesce (e lo sappiamo cucinare anche qui) ci sono (sempre in comune con la tua Isola che non c'e') il pecorino, e gli arrosticini. Certo non si usa Sa Corda, e al posto del Purceddu c'e' la porchetta (tra le migliori).

Ci provo anche prendendoti per la gola (in senso culinario solo)

Greetings
JOKER Ltd.
 
Ciao Guevina, anche queste manifestazioni di giubilo fasullo per "u personaggio televisivo", sono il magro risultato di una politica culturale sbagliata e fuorviante. Se avessero visto Gavino Ledda forse nessuno lo avrebbe riconosciuto e tutti sarebbero rimasti indifferenti.Ho citato Gavino perchè, per me, è come un fratello nell'esperienza di vita.Non ho avuto un padre tanto padrone come il suo, ma mi ha fatto filare e mi ha fatto fare sacrifici per darmi lo spazio vitale per evolvermi e per studiare. Un abbraccio. Antonio.
 
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