7.05.2010
Fuoridalmondo
Tutto sommato, Fuoridalmondo, è un bel luogo in cui vivere. Non è nemmeno importante sapere dov’è l’importante è starci, e accorgersi che nulla di quel che viene detto intorno è importante.
Confesso che non volevo tornare indietro, ma nemmeno stare dove stavo. Ho anche provato a dirlo alle persone che mi hanno regalato questi giorni di silenzio, ma ho dovuto desistere perché forse non avrebbero capito. Pare che la vita possa ritrovare senso in un battito d’ali di farfalla, o nel tempo di un respiro. Così mi dicono, anche se io non riesco a crederci.
Diligentemente, quindi torno al mondo irreale che mi contiene a fatica, e provo a riordinare le idee, le immagini carpite, i profumi e persino i rumori. Fuoridalmondo non avevo bisogno di sapere che ne fosse dell’Italia, del tizio impomatato, della crisi economica, della carestia. A volte m’informavo solo sulle condizioni di salute di quel tizio, sperando in cuor mio che fosse morto, così tanto per aver qualcosa da festeggiare. E purtroppo è sempre qua..
Anche la crisi, lo so, come so che non mi lascerà tanto presto, e siccome Fuoridalmondo io ci stavo bene, vorrei attendere domani per leggere della farsa di un ministro ladro a cui il gioco delle tre carte è andato male. Della povertà che dilaga e dei ministri che fingono d’essere dispiaciuti non solo di aver messo le mani nelle tasche degli italiani, ma di avergliele rivoltate come un calzino ed aspirate per non scordare nemmeno l’ultimo centesimo. Non ho voglia di teorizzare di un governo che trascineranno fino a quando non saranno certi di poterlo rifare uguale, dopo un’energica lavata con la candeggina, che renderà un po’ meno nero il fascismo, e un po’ più onesti i ladri e i malavitosi che ritorneranno.
Vorrei poter fingere, visto che non sono ancora tornata a casa mia (mia?) di essere rimasta a sentir passare i treni che in breve tempo ero riuscita a imparare, col loro suono ritmico che mi faceva compagnia, là, Fuoridalmondo. E allora apro timidamente un giornale, per cercare qualcosa che mi faccia sentire ancora distante …
Milano si mobilita in modo bipartisan, perché è impensabile che la nuova edizione del Monopoli, non abbia una via col suo nome. Persino Chieti o Reggio Calabria ci avevano pensato in tempo. "La mancanza della presenza di Milano in un gioco così importante e storico - affermano i firmatari - rappresenterebbe una mancanza di riconoscibilità e quasi una beffa per una città che anche in vista dell'Expo 2015 vuole assumere un carattere internazionale e dove le trasformazioni edilizie di molti quartieri stanno trasformando la città in un grande Monopoli".
Come non sentirsi fuori dal mondo, leggendo una notizia così?
Sì, sempre più difficile tornare, sempre più facile pensare di andare.
Rita Pani (APOLIDE)
Bacioni
mi ha colpito anche il titolo del blog, in quanto io sono un ragazzo che trasmette in una radio in streaming che si chiama RADIO R-ESIST! un progetto pieno di idee.. non penso quanto il suo blog pero ci impegnamo abbastanza. Ancora complimenti
Greetings
JOKER Ltd.
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