6.17.2010
Lettera aperta al cardinale Sepe
Illustrissima Eminenza Reverendissima Cardinalissima, quasi Beata, Sepe,
voglia perdonare il mio ardire, ho pensato di scriverle apprendendo dai giornali della sua caritatevole intercessione, per la soluzione del problema abitativo del dottor bertolaso, dando così anche a me un barlume di speranza per la risoluzione del mio, assai più banale e umile.
Alla fine del prossimo mese di Agosto, mi troverò costretta ad abbandonare l’alloggio ammuffito nel quale abito e per il quale pago una pigione di 450 euro mensili, e date le mie scarse risorse finanziarie, la disoccupazione, la crisi, la carestia e le sette piaghe d’Egitto che hanno colpito il nostro paese, a causa dei precedenti governi comunisti che si sono susseguiti in Italia negli ultimi 40 anni, sarà per me impossibile rivolgermi a una normale agenzia immobiliare. Ci aggiunga, Sua Eminenza Reverendissima, Cardinalissima, anche la sfortuna di vivere in un piano terreno – cosa questa - che mi impedirà di porre fine al problema gettandomi dal balcone, come è in uso tra gli sfrattati italiani.
Prima di venire a conoscenza delle sue miracolose capacità di agente immobiliare per conto di Dio, avevo pensato di andare a vivere nell’abitacolo di una vecchia macchina ricevuta in dono da un animo nobile, con tutti i timori che questa mia decisione di necessità ha creato al mio animo candido, non ultimo quello di non sapere dove posizionare la lettiera delle mie gatte, visti gli spazi angusti dell’abitacolo di un’utilitaria. Per altro, anche quando decidessi di riparare in macchina, mi troverei comunque costretta a pagare la pigione allo stato, sotto forma di tassa di proprietà e assicurazione, e lei comprenderà, Sua Eminenza Reverendissima, Cardinalissima quanto questo sia impossibile a chi è stato impoverito così dai regimi comunisti che abbiamo subito in Italia.
Sono altresì conscia delle abissali differenze che intercorrono tra me e l’esimio bertolaso, non avendo mai delitto, rubato, utilizzato finalmente un uomo a pagamento né essere mai stata utilizzata, finalmente, facendo mercimonio col mio corpo, e avendo smesso da tempo di sottopormi a estenuanti sedute di fisioterapia, con frutta champagne e ballerini in perizoma. Sono anche consapevole delle differenti urgenze presenti tra il mio caso e quello dell’esimio super eroe italiano, dal momento che a me servirebbe solo in monolocale sito in un posto qualunque, mentre a lui – pover’uomo – un piedaterre e qualche lussuoso appartamento in centro o in riva al mare, consoni allo stato raggiunto dopo anni e anni di connivenza con le cosche di governo.
Per questo, Sua Eminenza Reverendissima, Cardinalissima, le chiederei di intercedere a mio favore, con Dio o con uno della cricca di amichetti suoi, che volesse trovare il modo di non farmi passare l’inverno all’addiaccio, e le garantisco che, nel caso le sue preghiere dovessero portare anche alla donazione di una casa a mia insaputa, con vista sul mare, non proverei alcun risentimento nei suoi confronti.
Ringraziandola fin d’ora, le comunico che dopo la fine di Agosto, potrà trovarmi davanti alla Basilica di San Pietro. Sarò quella con una Peugeot bianca, cozzata davanti, incatenata all’obelisco.
In poca fede
Rita Pani (APOLIDE)
Impegnati di più!
Se tu avessi un figlio piccolo da ... donare al signore ... forse qualcosa si potrebbe fare ...
baci baci e non smettere di lottare
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