6.20.2010

 

Boikottiamo le Pande! (Ed è una cosa seria)

Il regime è anche quello che organizza un corteo di pochi lavoratori e molte comparse, ingaggiate nei circoli berlusconiani, per mostrare ai brandelli di sindacati rimasti, che c’è chi è felice di vendersi al padrone. Questo, in sintesi, è quello che sta accadendo a Pomigliano, dove i poteri forti dello stato tentano di testare un nuovo progetto pilota: ridurre l’operaio italiano a un livello di schiavitù più conveniente e disumanizzante di quanto già non si sia fatto nei paesi dell’est.

Ci si interroga, come al solito, ponendosi le domande sbagliate che sortiranno quindi le risposte sbagliate: “Accettare o no il ricatto della Fiat?” Rispondere è più facile quando il “problema” non ci tocca da vicino. Diverso quando sei un operaio con una famiglia a carico. Impossibile rispondere, guardando la realtà delle cose, ossia che Pomigliano è un problema di Pomigliano. La soluzione potrebbe essere più semplice, ma come scrivono quelli che parlano bene: “Mala tempora currunt!”

Un paese civile, normale, con un sindacato reale e un governo reale, non si sarebbe mai posto il problema di accettare o meno un ricatto, perché un ricatto, semplicemente, non è mai accettabile. Anche questa storia viene da lontano, pressappoco dal tempo in cui si iniziarono ad abolire i diritti dei lavoratori col silenzio complice dei sindacati che pian piano si vendevano al padrone (o al governo, che spesso è la stessa cosa) e siamo arrivati fino a qua, fino al giorno in cui, con lo spettro della povertà instaurata da una crisi economica che ha impoverito i popoli ma non i padroni dei popoli, si può anche trattare un uomo come una bestia. Peggio ancora, si potrà far scegliere all’uomo stesso di diventare una bestia.

Tutto questo in nome “dei tempi che corrono” che non permettono più all’uomo di vivere una vita dignitosa, ma ai padroni di possedere l’operaio come fosse “cosa” o bestia, appunto, e questo si può definire in un solo modo: schiavitù. C’è la crisi e non è tempo di protestare, si deve abbassare il capo e sopravvivere, portare a casa il minimo indispensabile per mangiare. Da qualche parte ho persino letto che la FIOM è rimasta ferma a 50 anni fa; come a dire che ormai non è più di moda la rivendicazione dei propri diritti, e che è antiquato, per un operaio, pretendere di mantenere la dignità del lavoro.

Forse – ma non da oggi – ci si sarebbe dovuti chiedere a chi è convenuta la crisi, e perché in Italia a differenza di altri paesi più civili ed evoluti, non si sia fatto nulla per combatterla e superarla. La propaganda di quel cretino di tremonti, per esempio, è ferma al ritornello “che comunque in Italia va meglio degli altri paesi”, o che la Germania ha dovuto imporre sacrifici più grandi dei nostri; quel che non dicono mai, però, è che di quei sacrifici la gran parte andrà davvero investita in ricerca e sviluppo e non, per esempio, in armamenti o voli di stato facilitati. Quindi restano i tempi difficili, nei quali protestare non è più conveniente per chi accetterà di lavorare anche a due euro e cinquanta all’ora, per fare finta almeno di essere vivo.

La questione vera, come ho già scritto, è che Pomigliano è un problema di Pomigliano, e quindi pace e amen. A mio avviso il problema resta e non verrà risolto in alcun modo, proprio per la solitudine di Pomigliano. In fondo sarebbe bastato fermare tutto il comparto industriale italiano ad oltranza, per porre rimedio alla situazione. Sovvertire i termini della questione: se oggi il problema è dell’operaio, lo si faccia diventare un problema dei padroni, e saranno loro stessi – nel loro interesse – a tentare di trovare una soluzione.

Ma sarebbe una soluzione troppo comunista, roba antica, in quest’epoca nuova e moderna. Ne ho trovato una più pratica in un forum su Internet: “ke problema ce? Nn compriamo pande costruite in polonia. Boikottiamo.”

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
E' una iniziativa che dovremmo incominciare a valutare. E non solo con la Fiat.
 
Ciao Guevina, spero che tu abbia letto su OKNOtizie di ieri la lettera degli operai della FIAT polacca e che ne possa trarre le ovvie conclusioni. Scrissi un commento RIVOLUZIONARIO. Sono d'accordo sul come imposti la questione ma questi "nuovi schiavi" quando si ribelleranno? Quando verrà il momento della NUOVA LIBERAZIONE? Oggi ho sentito la mezz'ora di Annunziata ed ho applaudito Maurizio Libertini che ha saputo tener testa al saccone di m..., che dice di provenire dall'area di sinistra.Ma qua di sinistra c'è solo lo spettro della miseria e della fame. Ciao. Antonio.
 
Post da incorniciare.
Sto vivendo una situazione simile nella mia azienda.
I padroni stanno aspettando cosa accadrà a Pomigliano per poi riportarlo in altre aziende.

FIAT: Hanno speso in tutto il mondo i soldi risparmiati mettendo in cassaintegrazione gli operai italiani, e poi osano fare questi spot http://www.youtube.com/watch?v=jigaSCJOZHU&feature=player_embedded
 
non c'è piu' da ridere anzi credo proprio che ci sia da piangere! la "fiat" è stata una creatura nutrita dal potere di una famiglia con la stretta collaborazione del clero e della politica, quindi per decenni ha munto le casse dello stato sottraendo i nostri? soldi, lo stesso impoverendo il prodotto e adesso chiudono spostando gli operai che non servono piu' rottamandoli assieme al futuro del paese! dato che i polacchi sono piu' bravi perche' ...costano molto meno! tutto grazie alle conflittualita' sindacali? invece di fare quadrato e unire gli operai con l'unico strumento che servirebbe a contrastare il potere padronale "SCIOPERO a OLTRANZA" a costo di morire di fame, si sono venduti collusi con la politica! oggi ci sono realta' all'interno delle famiglie dove il pane finisce al giovedì, mancano i soldi per i servizi essenziali, c'è la disperazione che attanaglia lA VITA DI TROPPI (DONNE ANZIANI GIOVANI) disoccupati precari senza futuro, ma dobbiamo sorbirci ancora le "esternazioni di gentaglia poco onorevole" che non conosce la dignita' e l'onesta' nè tantomeno il rispetto di chi lavora per un pezzo di pane, dato che per loro i soldi non sono un problema! è finito un ciclo creato dall'illusione del finto benessere e ci stiamo accorgendo che; non solo ci hanno cancellato i nostri diritti ma ci stanno oscurando anche le speranze di vedere un domani migliore per noi per i nostri figli e per i nipoti, identita' e storia che finisce nel'oblio! franco il vecio.
 
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