5.16.2010
La finanziaria era light
Era settembre del 2009, il ragionier tremonti prometteva una finanziaria “light” con solo lo 0,1 di grassi e zero colesterolo. Tre articoletti, nessun taglio: solo aggiustamenti, e soprattutto nessun “assalto alla diligenza”. D’altronde l’Italia era vittima di una crisi psico/economica, e per curarla non ci sarebbe voluto altro che una sorta di Prozac e un po’ di sano ottimismo.
Era solo settembre del 2009, l’altro ieri, e il ministro col suo fare da ragazzino stupido fattosi uomo cretino, elargiva positività a piene mani: «nessun governo, di destra o di sinistra, democratico o autoritario, era in grado di superare la prova della Finanziaria italiana, con 3 mesi di indiscrezioni,anticipazioni, smentite, scontri e discussioni. Non c'è più quello spettacolo ignobile che erano le Finanziarie». Ma anche: «Non vuol dire che sottovalutiamo l'impatto della crisi, ma che l'Italia sta reagendo meglio di altri Paesi». Non mancarono nemmeno le rassicurazioni del tizio del consiglio che all’epoca tenne a precisare che l’opposizione, essendo anti italiana “faceva il tifo per la crisi”. E ancora il ragioniere: «Sulla base di quanto incasseremo attiveremo un fondo istituito a Palazzo Chigi per far fronte a voci di spesa fondamentali», riferendosi allo scudo spaziale fiscale.
Per quanto possa sembrare autunno, siamo a maggio e di tempo ne è passato. La crisi psicologica è diventata psicosi maniacale, la gente si ammazza e muore in silenzio, svenata o impiccata. Si sale ancora sui tetti, si fanno i reality show, ci si ripromette di fermare il Giro d’Italia che passerà accanto alla fabbrica di Terni che sta chiudendo pur essendo in attivo, ci si ostina a ricercare l’unico modo di esistere anche solo per un attimo, apparendo in TV.
D’improvviso, il ragioniere, si accorge che servono 25 miliardi e giura che li troverà senza nemmeno aggiungere una nuova tassa. Il ministro è sempre quello della finanza creativa, non scordiamolo. Era quello diventato famoso per essere il commercialista dei pezzi grossissimi, che creava stratagemmi per eludere il fisco restando ai margini della legalità. Faceva magie e a quanto pare continuerà a farle. Basterà chiudere gli occhi, e la scuola che vedi ora tra un attimo non ci sarà più. Guarda la tua busta paga, conta fino a tre, e quando la riguarderai ti accorgerai che le tasse regionali (il federalismo fiscale esiste già) sono raddoppiate. Finalmente arriva il momento tanto agognato della pensione e… puff! È sparito il TFR. Poi un telegiornale ti dirà che mica siamo sfigati come in Grecia e tu dirai: “Ah, bhe, allora …” E quando andrai a far benzina, ti accorgerai che di lunedì in lunedì il prezzo aumenta sempre, perché l’accordo con i petrolieri lo hanno fatto per noi: che si aumenti il prezzo, ma solo una volta alla settimana! E nemmeno una nuova tassa, perché loro – i governanti – non sono come i comunisti: il partito delle tasse.
Sarebbe fare demagogia spicciola, ricordare che nel frattempo, per esempio, è iniziata la “caccia al tesoro di verdini”? Forse sì, ma allora che cos’è la proposta di calderoli, di ridurre del 5% quello che i deputati e senatori guadagnano legittimamente? Una proposta seria sarebbe stata quella di espropriare TUTTI i beni di ladri e corrotti, e condannarli ai lavori forzati, magari in un call center di quelli che il padrone, per farti produrre, usa la frusta. No, meglio di no. A pensarci bene, con tutto quello che questi spendono in orge e puttane, c’è il rischio anche che godano. Sempre meglio la miniera.
(E state tranquilli, il loro 5% non lo toccheranno mai.)
Rita Pani (APOLIDE)
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