5.28.2010

 

Come finisce la storia

Lo so, è ridicolo come un vecchio scorreggione che non riesce a trattenersi nemmeno a tavola. Come il nonno rincoglionito che mette in imbarazzo il nipote davanti agli amichetti. È il tizio più ridicolo e imbarazzante che abbia rappresentato l’Italia all’estero negli ultimi 150 anni, ma questo non lo assolve. Troppo facile immaginarlo mentre vestito da Napoleone, che in ciabatte percorre il corridoio di un manicomio, dando ordini alla cavalleria. Quel tizio è colui che da troppo tempo governa – dissipandola - l’Italia.

C’è storia e storia, in Italia. C’è la storia scritta dai fatti e dal tempo, e quella riscritta su misura per cancellare la nostra memoria. E c’è anche la storia che si sta scrivendo, giorno dopo giorno, con la complicità del silenzio che si fa intorno. Non è importante che il vecchio tizio sia talmente allergico alla verità, da rifarsi a citazioni storiche inventate da dell’utri nei falsi diari di mussolini. È importante che il tizio a capo del governo dell’Italia, per rassicurare i suoi elettori e la feccia che lo circonda, possa tanto impunemente quanto velatamente dichiararsi fascista.

D’altronde, che la Costituzione italiana fosse diventata carta igienica, era palese solo per chi ancora sa cos’è la Costituzione, e credetemi se vi dico che non siamo poi in tanti. C’è chi pensa che sia una cosa inutile, voluta dai comunisti, e scritta in accordo con l’Unione Sovietica; e non sta a me – nemmeno ne ho voglia – di spiegare cosa sia.

Le dichiarazioni di ieri di quel malfattore opportunista, senza pensiero e senza morale, sono state solo l’ultimo tentativo di stringere intorno a sé i fascisti – quelli veri – che è riuscito a portare a governare l’Italia, cancellando sessant’anni di storia, giorno dopo giorno, reato dopo reato, e persino interpretare il ruolo del vecchio nonno scorreggione non è un caso o una banalità. Serve a minimizzare il pericolo, a rallentare la presa di coscienza, a nascondere ancora per un po’ che il fascismo è ormai conclamato.

Si pensi alla distruzione della cultura, al revisionismo storico intensificato dalla chiusura dei musei storici della Resistenza, al taglio dei fondi per le associazioni che ancora s’impegnavano a mantenere la memoria. E peggio, al varo di leggi razziali, alle piccole grandi deportazioni, alle forze di polizia autorizzate ad uccidere col massacro e la tortura, al ladrocinio generalizzato di tutta la classe dirigente, e in ultimo – l’Italia che ripudiava la guerra – al ministro della guerra, il fascista mai pentito la russa, che dà ordine di rappresaglia all’esercito italiano che nonostante il ripudio è in guerra in Afghanistan.

Questa è la storia che stanno scrivendo, ma a me continua a piacere quella che altri scrissero per noi: i partigiani. Mi piace perché ne conosco il finale.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Gent.ma Rita c'è dalle nostre parti un simbolo della storia Italiana, Papa' Cervi che all'uccisione dei suoi sette figli è riuscito a rispondere ai criminali fascisti; i miei figli sopravviveranno perche' il suo "lavoro e i suoi ideali" li insegnero' ai miei dieci nipoti, con l'aiuto delle mie donne, poi potro' morire! uno degli episodi piu' tragici della resistenza, oggi ci sarebbe bisogno di personaggi così esemplari, testimonianza dell'inesauribile forza
dei valori della resistenza! franco il vecio.
 
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