4.06.2010
Un summit a casa del padrino
Ma non è bellissimo? In questo momento è in corso una riunione al vertice per segnare il destino e il futuro dell’Italia. Quanta speranza potremmo provare, in un frangente come questo, se fossero vivi ancora Togliatti e Berlinguer! Il problema – e ammetto che mi scappa da ridere – che a discutere del nostro destino davanti a laute libagioni, ci sono berlusconi, bossi, e il figlio suo, quello scemo eletto alla Regione e che, stando così le cose, ritroveremo il prossimo giro in parlamento.
Non ho bisogno di microspie o intercettazioni per sapere il tono della discussione: i legaioli promettono mano libera per salvaguardare l’operato della cosca di governo, e il cambiamento delle regole, in modo che il tizio del consiglio possa diventare il tizio della Repubblica, così che possa prendere possesso della casetta al Quirinale, e trasformare le stanze della reggia in un lupanare. In cambio la lega avrà il governo dell’Italia che tanto odia. In effetti questa teoria è scappata – come un peto – all’altro ministro legaiolo, calderoli, il quale ha anche cercato di tranquillizzare gli animi dicendo che la lega non pensa più alla secessione.
E queste sì che sono notizie! In effetti, perché rischiare d’essere presi sul serio, e ritrovarsi a dover condurre un branco di italioti alla rivolta, quando il paese lo puoi demolire dal suo interno, stando ai posti di comando?
E quindi adesso si ricomincia, e il PD non perde la sua occasione di tacere. Nemmeno più la sensazione delle braccia che cadono, a leggere le dichiarazioni di Bersani in merito al senato federale, e alla diminuzione del numero dei deputati; le braccia già da un pezzo le abbiamo per terra. “Vengano in aula con una proposta seria,” ha detto. Proprio come se avessimo un Parlamento funzionante. Proprio come se Bersani non si fosse accorto che le decisioni del governo, ogni volta che ci si radica la cosca, vengono prese nei summit tra affiliati a casa del padrino, che nemmeno ha bisogno di andarci più a Palazzo Chigi, se non per farsi trastullare.
Stiamo in attesa di sapere come andrà a finire l’ennesima partita di poker, il ministro dell’agricoltura contro il decreto sulle intercettazioni telefoniche? E il piatto siamo noi.
Rita Pani (APOLIDE)
La gente non si ribella...non è in grado per lo più...ma non sapere che il Cervino non si trova in Piemonte o che la pillola del giorno dopo è prevista da una legge NAZIONALE..neanche quello la colpisce?
Chissà nei libri di storia del futuro come verrà descritto il tizio del governo o del quirinale...ammesso che ci siano ancora libri scritti da storici e non dalle trote leghiste.
Con queste ultime elezioni, condotte assai male,il cs gli hanno dato il via per rifinire la sua opera distruttiva...più che con il tizio ce la dovremmo prendere con chi non ha voluto capire e con la plebaglia che lo ha supportato finora.
Mietta
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