4.17.2010

 

Nemmeno più la livella

E le cronache riportano il piccolo miracolo di oggi, durante un funerale, l’unto dal signore dopo aver accarezzato a lungo i capelli di una donna anziana e provata dal dolore e dalla malattia, è riuscito anche a farla sorridere. Chissà, forse le ha raccontato una barzelletta. Ne sa così tante, lui! Le tiene in tasca, una per ogni occasione.

Io credevo davvero nella “livella”, pensavo veramente che la morte segnasse l’uguaglianza. Invece ci sono i vivi, che anche nel momento della morte, vogliono illudersi che saranno diversi – migliori – per sempre. Lo ha detto Pippo Baudo. Pare che per lui persino il paradiso sia diverso, diviso per caste e professioni; ha detto lui che ci sarà il paradiso degli artisti. Una volta era peccato bestemmiare in chiesa, ma oggi, evidentemente non è più così, anzi, scatta anche l’applauso. In televisione invece no, non si può. È così vietato che se ti scappa uno Zio mentre sei al Grande Fratello, te ne torni a casa tua, quella senza sauna e piscina. Perché la televisione educa, e non si deve dare il cattivo esempio.

Non c’è speranza per te M.F. Nemmeno un nome ti hanno dato, perché ti sei impiccato per la cassa integrazione. L’unto dal signore avrebbe potuto fare anche a te un miracolo, raccontarti la barzelletta dell’Italia che è in crisi percepita per via delle chiacchiere della sinistra sovietica. Avrebbe magari potuto illuderti ancora un po’ che la tua necessità fosse quella di cambiare le regole della magistratura, di abolire le intercettazioni telefoniche, di avere il legittimo impedimento in modo tale che lui avesse il tempo, tra una mignotta e l’altra, di pagare qualcuno per occuparsi del paese che muore ogni volta che uno come te, si impicca.

In televisione trasmettono l’addio al padre della televisione. C’è tanta ressa intorno, facce sgomente, facce sorridenti, c’è sempre quello che fa “ciao” con la mano, e che magari si sente fortunato. C’è quello che telefona all’amico: “Guardami! Mi vedo nel megaschermo, sono proprio io, mi vedi?”

A M.F manco il nome gli hanno dato, e lo hanno fatto per lui, per la sua privacy, e per quella della famiglia che forse non vedremo mai. Perché la televisione educa, e non deve dare il cattivo esempio. Si sa solo che venerdì si è impiccato con la corda che la figlia utilizzava per saltare.

Io non lo so se esiste il paradiso. Molte delle persone a cui voglio un bene infinito però ci credono, e a volte pensando a loro mi dico che mi piacerebbe tanto sbagliarmi. Mi piace pensare che io non abbia capito niente, e che loro un giorno ci andranno davvero a stare bene come mai in terra sono stati. E spero vivamente nel buon senso di chi officerà i funerali di M.F. Che non gli venga la malsana idea di augurare a questo povero disgraziato di finire nel paradiso dei cassintegrati. Quello sarebbe l’inferno.

Rita Pani (APOLIDE)

Postilla: Mario Fraisano 44 anni ... ci hanno messo un po', ma alla fine almeno il nome te lo hanno dato. Bisogna accontentarsi.


Comments:
Mario Fraisano, 44 anni. Assassinato.
Ciao Mario.
 
Letta oggi sul televideo: tenta due rapine per disperaione, Tenta due volte (e gli va pure male, ovvio *) di rapinare una banca consegnando un boglietto allo sportello, doeve minaccia di avere unapistola e che sta' facendo la rapina perche' padre di famiglia disperato e senza lavoro. A Milano.

* Lui mica rapina una intera nazione

Greetings
JOKER Ltd.
 
una tranquilla riflessione, finita la guerra c'era il paese in ginocchio e la gente aveva bisogno di rimettersi in piedi, lo ha fatto lavorando come bestie (fatiche disumane) accompagnati da fame e miseria, poi abbiamo (io c'ero) lottato contro le violenze del padronato per i nostri sacrosanti diritti (pane e lavoro) ora mi chiedo perchè oggi ci siamo assuefatti alle violenze disfattiste, fisiche e mentali, alle angherie di un fascismo sempre mascherato ma mai morto, e la gente non reagisce lasciando fare, indifferenti a ogni roba? dove vogliamo arrivare oltre a quello che vediamo e tocchiamo con mano? cosa aspettiamo a reagire seriamente per dire basta, l'abbiamo fatto in passato e molti sono stati picchiati, spesso ammazzati ma per un ideale comune; la liberta! quella che oggi sta morendo nell'indifferenza, se volete nascosta, mimetizzata da un finto benessere illusorio, ma una volta scomparsa l'illusione tornando alla realta' del quotidiano, noi adesso e i nostri figli i nostri nipoti ne pagheranno gravi conseguenze! perche' lasciare che crimini contro i piu' deboli, vissuti in passato siano ripetuti, per la pochezza di un manipolo di quaqquaraqua' schizofrenici impomatati gerontoiatrici? a quando il risveglio? franco il vecio.
 
Mario Farisano
 
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/04/17/news/operaio_della_renopress_si_uccide_nel_garage_di_casa_il_corpo_trovato_da_un_collega_disoccupato-3407844/
 
Ciao Guevina, tu la mia idea al riguardo già la conosci,ma vorrei anzitutto rivolgere il mio pensiero al povero Mario ed alla sua sconquassata famiglia. Mario non è il primo "morto bianco" nè sarà l'ultimo.Ricordo quell'altro giovane operaio;33 anni,ucciso dal getto di gas e precipitato da 15 metri.Piansi per lui e piango per Mario poichè entrambi avevano, più o meno, l'età dei miei figli. Faccio solo una considerazione. Se fossero stati dei figli di papà, o di qualche ex repubblichino, magari avrebbero avuto anche i funerali di Stato. Invece questo Stato si è quasi vergognato di avere dei figli RISPETTABILI che lavoravano ONESTAMENTE per il suo progresso! Ma a quando l'ardua sentenza?!Capitolerà un giorno la Bastiglia?! Ciao. Antonio arrabbiatissimo.
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?