3.12.2010
Ma senza stupore
Mi affascinano e un po’ cinicamente – lo ammetto – mi divertono, le reazioni istintive rispetto alle faccende del criminale di stato. Non solo le vostre, sia chiaro, o quelle di tutti coloro che mi hanno inviato appelli da firmare o una lusinghiera richiesta di opinioni; quelle che più mi divertono sono le mie, scomposte e decise. Poi mi sorrido e mi ricordo. Solo allora torno alle cose mie, ai miei silenzi, ai miei pensieri.
Davvero, come potremo restare stupiti apprendendo che la procura di Trani indagherà quel criminale per concussione? È innaturale stupirsi di una cosa già nota; rischiamo di essere ridicoli, se non farseschi. Dal momento stesso in cui si paventò l’ipotesi di chiudere le trasmissioni televisive di approfondimento giornalistico o politico, gridammo forte che era in pericolo la libertà, se non la democrazia. Gridammo – come è giusto – al regime, e al fascismo. Allora perché ora che tutto è scritto, ho dovuto pensare: “Ma porca puttana” e un sacco di altre cose irripetibili?
In fondo non siamo rimasti stupiti nemmeno ieri, quando con l’approvazione del “legittimo impedimento” il parlamento italiano ha di fatto sancito l’impunità del padrino e della sua cosca di governo, che di fatto renderà impossibile anche quest’ultima occasione di vederlo finalmente dietro le sbarre. Ed ho scritto una grande cazzata. Perché troppo spesso ci scordiamo che in questi molti anni di barbarie berlusconiana, nemmeno se fosse stato processabile, sarebbe finito in galera, perché il nostro parlamento democratico, per tenere fuori dal gabbio l’illustre ministro previti, già legiferò stabilendo che oltre i 70 anni, in galera non ci si poteva più stare. Non vi fate fuorviare dall’eccesso di giovinezza posticcia: quello è assai più vecchio di quel che appare, e in galera non ci andrà mai, a meno che, un giorno finalmente non si scopra che per affiliarsi alla mafia, ha pure bruciato il santino.
Posso incazzarmi, posso indignarmi, posso ancora pensare, ma davvero non mi posso stupire. Come non mi stupirò a due giorni da questa nuova farsa elettorale, quando finalmente la riforma della giustizia, ucciderà la giustizia stessa con il fare vendicativo che appartiene alla mafia. Non mi stupirò quando le intercettazioni telefoniche saranno loro, un reato, e a noi non resterà nulla se non l’immaginazione, quella stessa che fin da subito ci aveva fatto intuire la realtà delle cose: siamo in un regime malavitoso e fascistoide, che degenererà sempre di più in proporzione alla nostra presa di coscienza. Non mi stupirò nemmeno quando ci tapperanno la bocca.
Ho voglia di stupirmi ancora, sia chiaro, ma per cose davvero impossibili: un mazzo di fiori inatteso, l’invito a una cena dove sei costretta a metterti le scarpe di quelle serie, ricevere una risposta alle tante domande di lavoro, svegliarmi una mattina con la serenità di un bambino.
Rita Pani (APOLIDE e scusate per il doppio post odierno)
http://pguiducci.com/blog
Per ora non ci resta che la dignità angosciata.
Non dare mai per scontato, quello che scontato non può essere.
Non possiamo, non dobbiamo, assuefarci all'assurdità di quello cui assistiamo.
Senza stupore, l'indignazione non ha la stessa forza.
Sembrerà persino idiota, ma finché continuerò a stupirmi, vorrà dire che esiste ancora una speranza, che ancora è possibile, un mondo diverso.
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