3.16.2010

 

Dalla politica al gossip

Per oggi niente politica. Voglio dedicarmi un po’ al gossip e alleggerire la vita. Voglio scrivere di quelle notiziole che nei quotidiani stanno in fila, una sotto l’altra, con un massimo di quattro righe. Quelle cose che parlando ti vengono in mente all’improvviso e rivolgendoti al tuo interlocutore gli dici: “Oh, ma hai sentito di …”

Il gossip non deve essere per forza divertente, ma sorprende quando te ne occupi poco e male, quando sai di non sapere.

“Oh, ma lo sai cos’ho letto?” Che in Italia, a partire dal primo dell’anno, ci sono già stati 214 morti, ammazzati dal lavoro.

Devo ammettere che se solo ieri non ce ne fossero stati 3, tutti insieme, probabilmente oggi avrei continuato a pensare anche io alla politica, sorridendo tra una farsa e un’altra, inacidendomi per la povertà morale di una classe dirigente di malavitosi e criminali fascisti, facendomi il sangue amaro continuando a chiedermi il perché di questo declino barbaro. Pensare ad altro, con un ottimismo di fondo, aiuta. Per esempio gli analisti che producono statistiche e numeri, ad uso e consumo del ministro sacconi (di cosa mettetecelo voi) che sorridente annuncia il miracoloso calo dei morti ammazzati di lavoro, durante questo ultimo moderno periodo d’oro berlusconiano. Se dicesse chiaro: “abbiamo fatto in modo di uccidere il lavoro per non permettere al lavoro di uccidervi”, credo che la folla radunata sotto palazzo Venezia esulterebbe sventolando il cappello.

Non riesco a perdere il vizio; dovevo parlare di gossip:

“Oh, ma sai cosa ho letto?” Una donna ucraina, residente in Italia da dieci anni, e in regola con i permessi, ha partorito una creatura e l’ha ammazzata soffocandola con un fazzoletto. La donna poi si è recata all’ospedale con un’emorragia, e il corpicino del bimbo chiuso nella borsetta. Questa sì che è una notizia da gossip. Una madre che uccide il figlio, ci ha insegnato il plastico di Porta a Porta, è una notizia che vale la pena raccontare. Guardando i nostri figli vivi, possiamo farci grandi e belli rispetto all’altrui “mostritudine”, possiamo provare sentimenti veri, di pena o di rabbia, di compassione o di odio, che servono sempre a ricollocarci in una dimensione umana dalla quale scivoliamo via, spesso, senza nemmeno accorgerci.

Ma andando in fondo alla notiziola di gossip, leggiamo anche che la donna è stata spinta ad uccidere il suo bambino perché terrorizzata dall’idea di perdere il lavoro.

E ora non so più se sia davvero il caso di cambiare tematiche, di lasciare la politica. Forse è meglio continuare a guardare lo show di cronaca nera, la fiction di guardie e ladri che ci tiene al sicuro da una realtà – per troppi di noi – ogni giorno più pressante.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Rita, ammiro molto la tua grande capacità di comunicare e commentare i tanti fatti che avvengono quotidianamente, vorrei averla, una piccolissima capacità,anche io, per riuscire a tirare fuori tutta la rabbia, il tumulto, che si accumulano ogni giorno di più dentro di me. Il tuo articolo di oggi è così, così...ecco, non so definirlo,
eccola la parola DRAMMATICO.
 
il risultato del regime messo in atto da tempo che ha messo la nostra liberta' in pericolo! tutto in funzione dell'impunita' del ducetto! e tutta la politica cosa fa'mentre si dimentica di chi muore sul lavoro, chi si uccide perche' manca il lavoro, chi è disperato della poverta' causata dal lavoro, vecchi lasciati nella solitudine,
giovani gia' vecchi a trent'anni che probabilmente rimarranno precari a vita quando va bene? le donne le piu' colpite sfruttate umiliate schiavizzate ricattate molte volte discriminate portate alla disperazione arrivano a gesti estremi nell'indifferenza dei gerarchi di un regime che ogni giorno cerca attenuanti alla rottamazione dei nostri diritti e della democrazia, ma il popolo dovra' svegliarsi, dovra' reagire prima o poi, speriamo presto!!
 
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