2.09.2010

 

L'università del pensiero liberale

La notizia non è tanto quella che il palazzinaro del consiglio abbia inaugurato un’altra magione in Brianza, ma semmai che la stessa verrà adibita anche a sede dell’ “Università del pensiero liberale.” Me la figuro, ricca e piena di futuri robot berlusconizzati, doppio petto blu e cravatte Regimental per i maschietti, tubini neri e poco trucco per le aspiranti ministre. Una sorta di “Frattocchie” al contrario, nel quale si entra decerebrati e si esce dottori liberal pensatori.

È un sogno che il megalomane rincorre da tempo, e finalmente – anche noi, che in fondo amiamo essere cinici e bastardi – vediamo realizzarsi. Mi chiedevo per esempio quali potessero essere gli indirizzi di studio, e in effetti qualcuno mi viene in mente, ma è troppo volgare perché si possa scrivere. Insegnare il pensiero liberale applicato alla mafia, economia e tecnica dell’evasione fiscale liberale? Indubbiamente, per insegnare il pensiero liberale si dovrà fare ricorso alla storia, che sarà studiata sui sacri testi patinati scritti ed editi dallo stesso padrone dell’Università brianzola, dove si prediligeranno immagini taroccate del tizio del consiglio più tarocco degli ultimi 150 anni: “L’uomo dei miracoli.”

Qualche sera fa stavo in un’osteria in compagnia di un amico; arrivati abbastanza presto eravamo gli unici avventori, e mi veniva spiegata la storia di quel locale. Pare che fosse di proprietà di una ballerina un po’ troia che aveva fatto i soldi essendo passata dal letto del duce (un po’ come molte ministre del nostro tempo), ereditato in seguito da un nipote, esponente del pdl (quando si dice la gratitudine per gli avi), che aveva deciso di aprire l’osteria dedicandola col nome, alla memoria della parente ormai morta e consumata da tempo. Sprecavamo le battute guardando le immagini della baldracca sparse ovunque e con poca cura, quando all’improvviso entra una donna abbastanza giovane. Mi è bastato uno sguardo per comprendere che probabilmente anche lei doveva essere stata una parente: le movenze non mentono mai.

Dopo qualche minuto, anche la tavolata accanto alla nostra si è composta e ci è voluto meno di un minuti per capire che tutta la gentaglia seduta accanto a noi era berlusconiana; prima ancora che aprissero bocca. Vecchi impomatati, donne in nero e strass (che all’osteria ci sta proprio bene) e il capotavola, doppiopetto blu e cravatta Regimental. La cosa tragica era che lo avevo proprio di fronte, e preso dal suo discorso, quasi un comizio, sembrava quasi certo di convincere anche me, col suo sorriso prestampato e qualche ammiccamento. “Famiglia, territorio, conquistare il territorio, famiglia, amore e odio.” A loro l’amore, ovviamente, mentre al PD restava l’odio.

Quando la persona che mi accompagnava ha capito che non restava più troppo tempo perché io rovesciassi il tavolo, siamo andati via concordando sul fatto che per forza di cose, doveva essere un conciliabolo di berlusconiani. E la riprova l’ho avuta l’altro giorno, quando lo stesso sorriso ammiccante e un po’ da maiale, e senza nemmeno una della miriade di rughe che segnavano il suo volto all’osteria, mi si è fatto incontro da un manifesto appeso per strada; anche questo con un chiaro riferimento alla famiglia.

Allora ora mi chiedevo: se ora che ancora non hanno studiato nella prestigiosa università del pensiero liberale, sono così inclini ad essere uno fotocopia dell’altro, cosa ci riserverà il futuro tra soli tre anni?

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Quanto alle scuole italiane, la sai l'ultima..?
http://italianimbecilli.blogspot.com/2010/02/eliminata-anche-la-storia-dellarte.html
 
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