2.08.2010

 

Lo scacchista

A Battipaglia quattro operai dell’Alcatel che non sanno che fine faranno, minacciando di darsi fuoco. Mi fa male pensare che sia questa, ora, la lotta operaia. Mi fa male pensare che si arrivi a scendere dai tetti, per cospargersi di benzina e minacciare di darsi fuoco. Non ha senso, perché tanto chi in teoria dovrebbe essere chiamato a pagare per la vostra morte, non solo resterà impunito, ma continuerà a vivere e distruggere, senza portarvi nella propria coscienza.

C’è molto di più di quello che ci si fermi a guardare in quest’Italia incancrenita, dove il governo anziché governare, si impegna a giocare una partita a scacchi con la vita di tutti noi. La riforma della giustizia, per esempio, andrebbe guardata ben più a fondo andando oltre alle parole di un giovane ministro che ha fatto carriera passandosi in mano le carte siciliane del re, o i suoi avvocati che scrivono le leggi su misura. E’ solo una mossa dell’alfiere, in attesa della risposta dell’altro scacchista, di volta in volta il popolo sovrano, la Consulta o il Presidente della Repubblica.

Lo scacchista studia la sua mossa e prevede quelle del suo avversario e prepara la sua strategia.

Si deve difendere dai reati commessi, ma nello stesso tempo studia come non ritrovarsi più in fallo, e per gratitudine non vorrà sacrificare più nemmeno un pedone. Questo è il senso della nuova, silente operazione di privatizzazione di ogni singolo apparato dello Stato partendo dai ministeri.

L’esercito, la protezione civile, e ora i beni culturali passeranno alla gestione segreta e privata di un piccolo conciliabolo di fedeli servitori, per dare vita alla libera e non più punibile circolazione del danaro pubblico. Perché mai ritrovarsi una volta ancora a dover rispondere di corruzione, peculato, interesse privato come sta accadendo, per esempio, con lo scempio della Maddalena? Perché rischiare di doversi trovare nuovamente di fronte a fenomeni come i No Tav, o i No Dal Molin, quando si fingerà di costruire centrali nucleari? Perché rischiare che un giudice comunista eversore vada a ficcare il naso negli appalti truccati, e nello sperpero di danaro pubblico? Meglio allora rendere tutto “una questione privata”, dove non sarà più fatto obbligo di rendere conto a nessuno.

I nostri slogan, sono vecchi rispetto a questo nuovo modo di devastare la politica. Noi stiamo ancora fermi a chiedere “pane e lavoro”, “giustizia e legalità”, “libertà e democrazia”, mentre dovremmo iniziare a lottare per riprenderci lo stato. Siamo agli albori di una nuova stagione, quella della libertà di ladrocinio, che ci priverà degli ultimi diritti acquisiti con più di mezzo secolo di democrazia. Un segnale inquietante sono le informazioni della scuola, reperibili prima sul canale privato della gelmini su youtube, che non sul sito del ministero, e dopo toccherà alla sanità altro settore capace di garantire facili e lauti guadagni per i pochi eletti che da anni si spartiscono il potere di farci morire senza nemmeno dignità.

Non possiamo lasciare che questi quattro malavitosi, trasformino l’intero stato in una loro azienda privata.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Ma sua maestà il nano lo disse...io sono un bravo industriale (questo poi è abbastanza dubbio, direi!) e tratterò l'italia come una azienda. Qualcuno si spaventò? Ma vattene!
Ora la dietrologia purtroppo non serve a niente perchè costui pensa e farà come dice un mio amico molto arido "questa è terra mia e ci pianto anche i pesci"!.
Non possiamo permetterlo, certo che no....dobbiamo solo trovare il modo...e ti pare niente? Quelli di là, che dicono di essere l'alternativa, continuano con le loro guerre intestine,l'idv ti va a candidare in Campania un altro inquisito perchè non ha di meglio...e di tutto si parla meno che non si può star a guardare un paese che brucia, gente disperata che minaccia di togliersi la vita senza che ad alcuno fotta un accidente.Su un altro post qualcuno ti ha scritto che i tempi son cambiati, che bisogna mediare e mettersi a tavolino...ancoraaaa! Ma cosa credono, che questi barbari siano capaci di capire di essere in errore? Loro non ritengono di essere in errore, credono e obbediscono solo al loro mandante.
Lavoro ai beni Culturali, ma faceva vomitare Bondi ma ancor più il pensare che la cultura passerà nelle mani di un "faso tuto mi" che tratterà i nostri beni invidiati da tutto il mondo, come merce di scambio per loschi affari o per introitare fondi per riempire sempre le loro saccocce.
L'avete visto l'orrido spot che passa sulla tv di regime.....il davide di michelangelo ed altro che viene portato da un aereo via se non andiamo a vederli? Non ricordo chi fosse il demente che disse che ci dovevamo vendere i beni artistici...meno che il colosseo, no su quello non si può.
Io sono preoccupata...non so gli altri come facciano a far finta di non capire ed a restare a guardare per vedere l'effetto che fà!
Mietta
 
siamo nel 2010, e ciò che andava bene nel 1965 potrebbe non essere più in linea con l'evoluzione che la società ha avuto. Invito tutti voi a collaborare con le sedi del PD.

Luigi
 
"Non possiamo lasciare che questi quattro malavitosi, trasformino l’intero stato in una loro azienda privata."
(Rita)

D'accordissimo! Solo che mi viene sempre da pensare (esercizio che in pochi fanno di recente) se vale davvero la pena di sbattersi. Poi la risposta e' sempre la solita (si, perche' non ci sono solo le masse amorfe, ma ci sono anche persone come noi, come i nostri figli, come gli immigrati).

Domani riprendo da dove mi ero fermato a illustrare l'idea.

Greetings
JOKER Ltd.
 
Un colpo basso, Rita: il commento inserito a mio nome non è mio.

Luigi
 
E' probabile che i miei commenti non siano graditi... niente da ridire: non li si inserisce. Ma non mi va giù che vedere commenti non miei firmati con mio nick.

Luigi
 
Prima di tutto Luigi, è probabile che tu non sia l'unico Luigi al mondo.
Secondo, lasciati dire che a parte qualche gentile signore fascista o leghista in questo blog non è mai stato censurato tutto.
In ultimo, se tu avessi letto con un minimo d'attenzione quanto mi sono trovata costretta a scrivere di me e della mia vita qualche giorno fa, non troveresti corretto lamentarti per un ritardo di pubblicazione o un caso di omonimia.
Buona serata
R.
 
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