1.31.2010

 

S.M. s'è incendiato

Non hanno urlato a voce molto alta ieri, che un operaio bergamasco si è dato fuoco perché rimasto senza lavoro. Oggi invece ho trovato un trafiletto su Repubblica, sul quale vi era scritto che l’operaio era morto. Ora S. M. (36 anni) ha meritato persino un articoletto, nel quale si spiega che non ha retto alla disperazione. S. M. l’alibi delle iniziali a tutela della privacy, una pratica che mi fa imbufalire. L’importante è spersonalizzare, rendere meno umana la vicenda di modo che ci si possa limitare a dire “poveretto” o anche solo a pensarlo, scuotendo un poco il capo.

Forse si è dovuto parlare per forza di S.M. perché si è dato fuoco sulla pubblica via; troppo evidente per essere ignorato, come tutti gli altri che quotidianamente trovano rifugio impiccandosi a un albero o sparandosi in bocca. O sempre più donne che si avvelenano. No la disperazione è una mela avvelenata che non si deve dare in pasto a un popolo che si stufa presto delle cattive notizie. Un popolo che nonostante tutto ha fortemente voluto credere al sogno che gli ha regalato un piazzista imbroglione.

Tutti almeno una volta nella vita abbiamo “desiderato” un giornale che portasse solo buone notizie, invece credo che sarebbe opportuno il contrario, visto che invece quel che raggiunge le vergini orecchie del popolo italiota non è altro che la summa di una banale propaganda.

Dovrebbero rifiutarsi, i giornalisti, di continuare a far da megafono al maniaco del consiglio e ai suoi burattini rilanciando le sue idiozie, e chissà magari non dirci nemmeno se in Israele racconterà la barzelletta dell’ebreo che diventa sapone. Raccontare la vita reale, quella che forse molti di noi non vogliono sapere, sperando così di non restare contagiati dalla disperazione.

Dovrebbe esserci un quotidiano stillicidio di piccoli fatti destinati all’oblio, fatto dei visi che conosciamo e che qualche volta d’improvviso guardandosi allo specchio, si trovano invecchiati e stanchi. Con gli occhi spenti proprio da quella vita che diventa troppo in salita, anche quando ancora certi della nostra buona volontà.

S. M. avrebbe meritato almeno il suo nome in neretto, per restare impresso nella memoria di chi con la sua indifferenza se non colpevole, almeno si rende complice della sua morte. Dovrebbero raccontare che volte la disperazione da sola non basta per far decidere a qualcuno di morire; dovrebbero dirci che la disperazione si aggiunge alla quasi assoluta certezza che questo nostro piccolo mondo non è più in grado di offrirci nulla, e che siamo stati traditi quando abbiamo lasciato che qualcuno ci rubasse il sogno e la speranza, per ridarcene indietro uno fatto di belle ragazze con i tacchi alti, uomini senza le orecchie a sventola, chirurghi plastici, ladri, figli di puttana, mafiosi e piduisti.

Quando la disperazione si ferma un attimo a guardare il tetro panorama che appare alla finestra, è allora che può uccidere chiunque di noi … è questo però, che non siamo pronti a sentire.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Cara Rita ciao, l'ho sentita al TG1 la notizia della morte di S.M. (un operaio si è dato fuoco presso un ponte, aveva perso il lavoro da due mesi...), e subito dopo ho visto una sfilata di costosissimi gioielli e di vestiti di altissima moda. A tal punto rivolto alla famiglia ho detto "Che schifo, la gente muore di fame, perde il lavoro e si incendia per la strada e questi ti sbattono in faccia questa roba che costa migliaia, se non milioni,di Euro! E' semplicemente scandaloso.Quanti disoccupati potrebbero sbarcare il lunario con tutta quella ricchezza sprecata? E' UNA VERA VERGOGNA! Ciao. Antonio.
 
Sono molto più importanti e, a questo punto ormai, interessanti, il "legittimo impedimento" del delinquente del consiglio e tutte le porcate che ci propina ogni giorno dalle sue televisioni, ancora più appagante scaricare (in milioni) tutti i discorsi di Mussolini.
L'italia non aveva bisogno di putridi personaggi come quelli che stanno occupando le istituzioni per andare a fondo, è molto abile nell'autoannientamento, sa benissimo colare a picco anche da sola.
 
Vedrete che avranno la spudoratezza di dire che S.M. era un debole di mente... un depresso... un malato, insomma... da curare, insomma.

Luigi
 
Grazie Rita. Grazie per l' anima che metti nei pensieri che condividi con noi. Ci fai sentire meno soli.
 
S.M- sostantivo maschile. A questo hanno ridotto una persona che per la disperazione si e' uccisa. ma cosa vuoi che conti? A dire il vero ha fatto notizia perche' si e' dato fuoco, come i bonzi a suo tempo. Se si buttava giu' da un ponte o da un tetto o sotto un treno magari lo potevano pure far passare per un incidente. Mi stupisce solo che non abbiano detto che voleva imitare la "torcia umana" dei "fantastici 4". Forse per paura che meno gente portasse i figli nei cinema "medusa" (gia' il nome dovrebbe dar da pensare) a vedere il prossimo film di supereroi.

Quarta parte

Abbiamo visto che l'associazione con i GAS (i dettagli sui gas non sono terminati, ma per ora bastano, ci torniamo sopra se il caso piu' avanti) puo' ricavare dei fondi. una parte (minima davvero) potrebbe servire di base a pagare persone che debbano/vogliano occuparsi della parte burocratica della faccenda( i computer vanno bene per generare ordini e smistare, ma una supervisione umana serve sempre). Ma si trata comunqu e di spiccioli a confronto delle cifre che si potrebbero muovere. Ecco che i soldi possono venire usati in due modi diversi:

1. Finanziare altri progetti (esempio microprestiti)
2. Creare posti di lavoro all'interno del GAS. Esempio acquistando furgoni dell'associazione e assumendo come corrieri associati disoccupati.

Nella quinta parte parliamo di come amministrare (inteso come assemblea soci) l'associazione.

Greetings
JOKER Ltd.
 
Si chiamava Sergio Marra: Il Fatto Quotidiano ha pubblicato nome e cognome!
Non e` una sigla! Era una persona!
Roberta da Sydney
 
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