1.15.2010

 

La morte può

Che strana sensazione leggere i giornali con lo stato d’animo che ho. Per un po’ mi sono sentita aliena in un pianeta nuovo e inesplorato. I morti di Haiti e la pena, i morti di Haiti e la preoccupazione mondiale, i morti di Haiti e la gara sfrenata alla solidarietà. E allora, essendo anche io un po’ morta in questi giorni difficilissimi che vivo, mi sono domandata per l’ennesima volta: “Perché per essere degni di attenzione si deve morire?” Non succede solo ad Haiti, succede ovunque, ma quel che è peggio è assistere all’ostensione dei cadaveri capaci di smuovere i nostri animi, o all’occultamento di altri che potrebbero, al contrario, far ribellare le nostre coscienze. Quindi vanno bene le membra irrigidite dalla polvere e dalla morte di un terremoto, ma non dobbiamo vedere i cadaveri dilaniati dei bambini palestinesi, iracheni, afghani o del Darfur; il corpo incendiato dal rogo in un capannone di una fabbrica, schiacciato da un macchinario.

Perché non occuparsi dell’uomo quando è ancora vivo?

Quando mai abbiamo sentito parlare della situazione haitiana, se non per qualche rivolta e qualche eccidio? Cosa facevano i grandi del mondo per garantire la sopravvivenza dignitosa a milioni di persone che vivevano la fame e la miseria? Ci si immaginava Haiti fatta da belle ragazze con le tette di fuori e i gonnellini di foglie di palma. Ora però ci sono i morti e il mondo reagisce. Vengono esposte le classifiche del torneo di solidarietà, con il listino delle donazioni pubbliche e private; il premio in palio credo sia l’amore del popolo o dei fans

Pensavo alle casette allestite in tutta fretta, a quelle rotonde addobbate d’erbetta nel centro di una strada asfaltata in fretta subito dopo il terremoto in Abruzzo, che tanto lustro hanno dato alla cricca di imprenditori e palazzinari che governando questo stato, non hanno messo un pilastro in una casa dello studente e che hanno costruito un ospedale con mattoni di fango per arricchirsi. Ma poi, quando arriva la morte, si “mette in moto la macchina” della pietà e della solidarietà per chi ha la fortuna di restare vivo. E non è mai tempo di polemiche, e nemmeno si assunzione di responsabilità.

In effetti, a legger bene tra le righe sfocate dei giornali, si comprende che quel tempo non arriverà mai, perché la politica italiana ha una sola priorità: la riforma della giustizia, che giustappunto servirà a garantire il futuro libero e dorato di questa piccola ed esclusiva loggia massonica che è al potere.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Che ti accade Rita, sei triste per quel che accade o ci son fatti privati? Mi dispiacebbe....Hai letto il pezzo di Gramellini di oggi sulla Stampa? Dite le stesse cose...in modi diversi....ma tanto condivisibili. Ci ricordiamo e ci appeniamo sempre a posteriori, mai fare prevenzione...e così si fatica di meno e poi, con una piccola donazione o l'sms di rito, ci si sgrava la coscienza.
Gli stessi USA...ora una orgia di soldi per aiutarli, ma non sarebbe stato meglio destinare quella somma ingente a far in modo che quella popolazione potesse vivere ed abitare in un luogo più sicuro e salubre?
E' vero, siamo tanto egoisti e colui che fa il capobranco sta riuscendo a farci essere anche peggiori.
Ciao..e su!
Mietta
 
Mietta non ho letto la Stampa... Non sono triste, sono nella merda. :)) Dopo sette anni di convivenza comunista, il compagno ha detto stop, e io mi trovo costretta a reinventarmi la vita a 45 anni, partendo da zero. Zero danari, zero casa, zero lavoro, zero famiglia. Per fortuna ho molti amici, sparsi però in tutta Italia che in qualche modo mi tirano su, e mi danno il coraggio di cui sento il bisogno in questo momento.
 
nella vita terrena ci possono essere drammi che ognuno vive in modo diverso; una morte di un caro una malattia grave una separazione il lavoro perso danari andati male in un investimento sbagliato? è importante voltarsi indietro e guardare al peggio; chi non è autosufficente chi non ha previlegi di vedere la luce chi come gli immigrati è schiavo di un sistema lontano dalla sua terra? certo che la depressione del paese non aiuta l'ottimismo pero' le delusioni e amarezze degli ultimi 5oanni di politica criminale hanno demolito il paese ma non la forza di resistere e cè bisogno per superarsi e superare il deserto!? forza!!!!!!!!!!!da franco.
 
Carissima Guevina non te la prendere tanto anche se sei inciampata e sei caduta nella...(dove dici tu). Alla tua età si può ancora avere il mondo nelle proprie mani, specialmente quando si hanno le virtù, la cultura, le capacità e la dolce simpatia che hai tu. Anche se c'è morte e distruzione intorno a noi e lontano da noi-che addolora tutti e ci fa sentire delle pulci impotenti- posso assicurarti che l'amore può, e DEVE, vincere la morte ed il dolore! Credo che in questo difficile momento per te tutti gli amici sapranno dimostrarti concretamente la loro AMICIZIA! Mi firmo un Sardo,Haitiano e Cittadino del Mondo. Un abbraccio. Antonio.
 
Ammetto di avere molta paura e di non poter guardare troppo lontanto per non spaventarmi di più... in qualche modo ce la farò.
 
Ce la farai, Rita!
Tu sei una persona straordinaria... fuori dall’ordinario di in questo mondo sciatto, volgare, incolto e supponente, popolato dagli asini festaioli dell’ “IO” che esclude l’altro e la responsabilità delle proprie azioni.
A volte, e solo per qualche giorno, le false lacrime di coccodrillo e poi il solito atteggiamento indifferente all’umano.
La ferita è là, basta aspettare e ci sarà la pace dell’oblio. Ma ci sono ferite che sono lacerazioni che non rimarginano e bisogna leccarsele per una vita.

Haiti?... Dove si trova?
Su una faglia!
Affari loro! E’ la loro terra... che colpa abbiamo noi!
E NO! i neri di Haiti non sono gli abitanti indigeni, quelli è un pezzo che li abbiamo sterminatia... questi sono i discendenti degli schiavi deportati dall’Africa che ci hanno servito e ancora ci servono. Africani! strappati alla loro terra e messi su una faglia a morire di stenti e di terremoti.
Con quanta leggerezza si può sistemare chiunque su una faglia!

Permetti che ti abbracci, Rita?

Luigi
 
Non lo so... questa volta non lo so
 
Rita cara, come posso aiutarti?
Roberta da Sydney
 
Lo hai già fatto Roby, con questo tuo messaggio. Grazie.
 
Quando un popolo soffre o muore soffro anch'io, quando una sorella e compagna incontra problemi sulla sua strada il suo dolore è il mio, specie se si tratta di una Donna del tuo calibro, Donna intensiva, intelligente, forte e sensibile.
I Tuoi post da molto tempo mi danno conforto, adesso sono io che, in ogni caso, Ti sto vicino.
Un abbraccio affettuoso anche da me.
Giuseppe (grazie di esistere Rita)
 
Coraggio anche da parte mia e che dopo un momento negativo ne possa giungere un altro positivo ed importante. Non ho dubbi circa il fatto che non molli. Certo l'ambiente che ci circonda non aiuta molto, ma è un buon segnale essere presenti e non darla vinta a chi nulla ha vinto, avendo solo sottratto. A loro dico "è solo questione di tempo". Vale sempre la pena spianare la strada a chi verrà dopo di noi, almeno un po', sicchè sia meno difficoltoso il tragitto per andare a disarcionare finalmente queste grandi teste di cazzo che ci governano.
 
mi dispiace, anche se non ti conosco, empaticamente ti abbraccio.
 
L'avevo intuito da qualche tua parola buttata quà e là...e me ne dispiace tanto. Cara Rita, non ti conosco personalmente ma da quello che scrivi e come lo fai mi son fatta un'idea ottima di te come di una persona lucida, in gamba, molto civile e molto presente alla società e schiva! Sai scrivere molto bene, hai prodotto dei libri..intanto continua su quella strada.E poi non ti scoraggiare, comincia a guardarti intorno...qualcosa uscirà.Ma non hai avuto figli con il compagno di tanti anni? Sono una consolazione anche se crescerli da soli non è il meglio che possa capitare.
La vita è sempre lì a porci ostacoli e, come diceva Edoardo,, gli esami non finiscono mai...ma tu ce le farai, ne sono certa.
Dopo 24 anni di matrimonio anche mio marito ha deciso di ammollarmi....ti giuro, è stato un fulmine a ciel sereno....l'unico punto positivo è stato che avevo ed ho un lavoro sicuro e questo certo aiuta, anche se la solitudine del cuore rimane.
Se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi, diccelo perchè su questo blog ti siamo amici.Anche se non ti piacciono le sviolinature, personalemnte ti sono affezionata anche se non ti ho potuto guardare mai negli occhi..e neanche tu!
Tanta solidarietà Rita....
Mietta
 
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