12.21.2009
Cinema d'essai
E ricordatevi compagni, che la Rivoluzione in Italia deve essere prima culturale. È una frase che tra noi – compagni – ci diciamo spesso da anni, persino da quegli anni in cui non era sospetto mostrare una certa passione per la cultura, fosse essa la poesia o un bel film con il dibattito che non seguiva mai, perché mentre passavano i titoli di coda, tutti si era finiti da qualche parte ad infrattarsi. I tempi sono cambiati, e mi secca ammettere una certa nostalgia, come mi secca riconoscere che a parte qualche esempio sconosciuto ai più, l’ultimo cinema culturale di massa, italiano, è in bianco e nero e non per scelta cromatica del regista, ma per raggiunti limiti di età.
L’altro giorno leggevo che il ministro poeta ai beni culturali, servo bondi, ha promosso con riserva l’ultimo “cinepanettone” a film di interesse nazionale culturale. Per intenderci è uno di quei film in perfetto stile berlusconiano, nei quali spesso si possono ammirare anche le ragazze che hanno sostenuto i provini a Villa Certosa, carichi di scorregge, tette, culi, doppi ma anche tripli sensi, corna e chi più ne ha più ne metta. Insomma, se il dine panettone dovesse alla fine avere i requisiti, a breve potremmo ritrovarlo proiettato nelle piccole sale che a morsi difendono la loro sopravvivenza e il diritto di proiettare quello che una volta, e a buon titolo, si chiamava “Cinema d’essai”. Rientrare nel cinema di qualità, tra l’altro, significa anche favorirlo in un periodo di difficoltà evidente per mezzo di molte agevolazioni fiscali, oltre che aprire le porte a qualche premiazione e anche, tal volta, alla ricezione di danaro pubblico. Sembra che uno dei requisiti fondamentali, per accedere alla tutela ministeriale sia anche il responso del botteghino.
Spero davvero che non basti solo quello, e spero – non mi sono informata – che nel cast non ci sia davvero una delle fidanzate del papi, perché sarebbe davvero la fine dato che nonostante la crisi, l’ultima boiata natalizia in soli due giorni ha già guadagnato tre milioni e mezzo di euro.
Quindi, come si diceva tra compagni, iniziare da una rivoluzione culturale non sarebbe poi un’idea così peregrina, e soprattutto ricominciare a parlare di cultura, non dovrebbe essere vissuto “dalla massa” come qualcosa di sconveniente da fare nel chiuso delle proprie mura, per non rischiare di essere beccati da chi potrebbe fraintendere. Parlare di cultura, dovrebbe tornare a essere una cosa piacevole da fare, scordando i retaggi di un ventennio di televisione berlusconiana (sotto egida piduista) che ha stravolto il senso banale delle cose. In fondo avremmo dovuto sospettare da quando per la prima volta provarono a indurci all’ilarità forzata, con quelle risate registrate durante i telefilm o la falsa satira nei programmi confezionati dalle reti berlusconiane. Sapere (essere colti) infatti, può anche provocare cupezza.
Io intanto mi consolo: se il cinepanettone diventerà "cinema d’essai," un giorno o l’altro a me daranno il Nobel.
Rita Pani (APOLIDE DELEDDA)
E poi passiamo alla Tv ed alla importanza alquanto risibile che questo governo da alla cultura.I fondi per il sostegno alle arti in genere,teatro, cinema,danza,concertistica e lirica sono stati falcidiati...e il ministro bindo bondo ancora si vanta...di che? Nei teatri ormai le scenografie quasi non esistono più, si arrabbattano con i fondi di magazzino e persino nella lirica avviene lo stesso.
Quanto ai programmi televisivi stendiamo un velo peitoso...salvo qualche rara iniziativa che guarda caso mette su la rete tanto invisa al principe...Rai3! Troppo poco....avvicinare i giovani alla cultura con mezzi che la rendano appetibile dovrebbe essere un dovere....una pedagogista diceva che se a suo tempo avvesse avuto la possibilità di conoscere e sapere di tutto magari serebbe diventata una grande pianista....Questo è solo un aspetto, ma quello più rilevante è che con la cultura ci si evolve, si spazia, si sviluppa la fantasia e quindi anche la creatività.
Il cinepanettone va bene appunto per coloro che son cresciuti a pane e biscione, risate crasse per battute volgari e scontatissime e bava alla bocca per culi e tette.
Potremmo cambiare, siamo ancora in tempo...ma non è facile perchè vivere senza impegno intellettivo o porsi domande è molto più riposante.
Mietta
Calcio, coca e cinepanettoni e il popolo diventa gregge, e come al solito l'italiota abbocca al volo!
Giuseppe (io mi vergogno di essere italiano)
@ Mietta. Cara amica scusami se te lo dico, ma tu vaneggi quando porti i paragoni delle biblioteche straniere e dei sovvenzionamenti che gli Stati esteri danno all'Arte ed alla Cultura. Qua queste cose debbono restare nasacoste e se tentano di portarsi all'esterno vengono soffocate, poichè IL POTERE vuole tutti ignoranti, per poter meglio manovrare questa società robotizzata ed incantata dai pendolini che stampa e TV gli agitano davanti agli occhi in ogni mommento del giorno e della notte.
@ Rita. Perchè "Apolida Deledda"? Grazia era una Sarda come te è l'unica cosa che vi accomuna, almeno così mi pare. Ma vorrei saperlo da te, se la mia richiesta è lecita. Grazie, Un abbraccio collettivo e Buon Natale a tutti voi del Blog. Ciao. Antonio.
@ Mietta. Cara amica scusami se te lo dico, ma tu vaneggi quando porti i paragoni delle biblioteche straniere e dei sovvenzionamenti che gli Stati esteri danno all'Arte ed alla Cultura. Qua queste cose debbono restare nasacoste e se tentano di portarsi all'esterno vengono soffocate, poichè IL POTERE vuole tutti ignoranti, per poter meglio manovrare questa società robotizzata ed incantata dai pendolini che stampa e TV gli agitano davanti agli occhi in ogni mommento del giorno e della notte.
@ Rita. Perchè "Apolida Deledda"? Grazia era una Sarda come te è l'unica cosa che vi accomuna, almeno così mi pare. Ma vorrei saperlo da te, se la mia richiesta è lecita. Grazie, Un abbraccio collettivo e Buon Natale a tutti voi del Blog. Ciao. Antonio.
Nelle dittature si sa,si è fatto da sempre...azzerare la cultura per sostituirla con quella di regime,zittire la stampa e dare del paese la visione che il principe vuole...tanto non c'è modo di far paragoni.
Tornare dall'estero in Italia è sempre una sofferenza...ma noi abbiamo o' mare, o' sole e a' pizza ca' pummarola in goppa...e tanto ci deve bastare.
Un augurio sincero a tutti voi
Mietta
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