10.24.2009

 

C'era una volta la politica ...

Che palle questi del PD, così banali, fanno una campagna elettorale parlando con la gente, dichiarando cose a volte sensate, altre di sinistrina. Nemmeno un brivido, che ne so? Franceschini che mostra il filmato di Bersani, sigaro in bocca, vestito con un grembiulino non da massone, ma da maggiordomo, con le chiappe di fuori. Bersani che ricatta Marino con immagini che lo ritraggono intento a giocare al dottore con la Binetti, oppure Franceschini che molesta un prete. Niente. Parole e parole, e non si arriverà mai da nessuna parte.

Ma guardando i fatti reali, di questo paese senza più aggettivazioni possibili, se non altamente insultanti, resta il fatto che oramai a compiere i ricatti siano delegati i carabinieri. Quattro per la precisione che si sarebbero scomodati, rischiando il lavoro e la galera, per la modica cifra di 20.000 euro a testa. Allora la domanda alla quale nessuno risponderà mai è: “Qual è il reale prezzo della commissione, e chi è il mandante di questo golpetto da Italietta?”

La cosa triste è che la storia dei popoli è scritta dalla politica, e io non oso pensare cosa si studierà a scuola, quando quest’era barbarica sarà finalmente cessata. E spero vivamente di non dovermi mai trovare a raccontarla ai miei nipoti, come, in un modo o nell’altro, c’è stato chi ha potuto raccontare a me quel che per età non ho vissuto.

I racconti della fame, per esempio, se vi è capitato di ascoltarli narrati dai vecchi, avevano sempre il profumo del pane e la meraviglia dello zucchero, e poi … fuori c’era la guerra. Noi potremo dire che sì, c’era la fame ma non si vedeva, perché c’era sempre l’immagine di questo o di quello che si accompagnava con una zoccola. La mafia era al governo, tutti lo sapevano ma si faceva finta di niente. Anzi, a furia di sentir parlare di senatori collusi, indagati, processati e condannati, si dubitava quasi che fosse vero, ma si era certi delle puttane. C’era la crisi, le famiglie spendevano solo quel tanto che bastava a dimostrare al vicino di casa che tutto andava per il meglio, ma non si mangiava come una volta, come quando c’era la fame della guerra, e il pane ancora aveva il profumo del pane. Si comprava pane imbustato al supermercato, che non aveva sapore, ma il giorno dopo lo potevi usare per spaccare la vetrina di un negozio e portarti via quattro salami appesi. Però i politici rubavano e tangentopoli che si credeva finita, era invece stata istituzionalizzata. E anche questo si sapeva, ma poi al telegiornale ti dicevano, senza vergogna, che “Lady Mastella era a Roma in esilio” … sì, proprio in esilio, come se fosse la moglie del Re, e i giudici avessero sovvertito un paese.

E qua mi fermo, prima d’essere assalita dalla grande voglia di abbandonarmi al turpiloquio.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Oh! Rita, please! Abbandonati, abbandonati: io, quando parlo della politica italiana divento proprio scurrile.
Oltre tutto l'esempio viene proprio da quelli la` che hanno fatto della maleducazione la loro religione.
Per cui: porco qua e porco la`, ma quando gli italiani daranno una ripulita con integrale disinfestazione alla cloaca parlamentare?
Con tutti gli auguri di una scampata "in esilio" (uauauaua)!
Roberta da Sydney
 
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