8.23.2009

 

Un libro da leggere, con la mente ma anche col cuore (recensione)



Quell’amore alla finestra. Storia di Tello e Dora.
Ed. Gammarò

C’è voluto un po’ di tempo per riuscire a tradurre in parole quei pensieri e quelle sensazioni che la lettura di questo libro ha suscitato in me.
La prima ragione, la più scontata, è l’amicizia che mi lega alla scrittrice, Rita Pani: un’amicizia che è nata pian piano, sconvolgendo un po’ certe mie convinzioni, facendomi crescere mentre essa stessa cresceva, e che oggi –a distanza di anni- mi appartiene e mi coinvolge in modo tanto piacevole.
Oltre a questo, però, c’è stato un lasso di tempo, fra la lettura del libro e lo scrivere qui, nel quale ho cercato dentro di me il motivo vero per cui questo scritto mi aveva affascinato. Ho dovuto far decantare il miscuglio delle tante emozioni provate, ed aspettare che affiorassero quelle più intense e pesanti, quelle più durature che rimanevano più vive nel ricordo. E non intendo solo qui solo il ricordo della storia, di come si svolge, dei passaggi narrativi, ma il ricordo delle sensazioni, il rinnovarsi dell’emozione provata scorrendo quelle pagine.
Ora lo so, adesso l’ho ben chiaro. Di questo libro, il racconto dell’amore fra Tello e Dora ambientato nella Sardegna del dopoguerra, quello che più di tutto mi è rimasto dentro è la “sensazione” dell’Amore. Sì, perché l’amore in questo romanzo non è solo un tema narrativo: è un tessuto su cui tutti i ricami della storia si poggiano, ma è anche il più visibile regalo che la scrittrice ci fa di sé e della sua vita.
In questo libro Rita ci parla di una (ma non solo una) storia d’amore in un modo esso stesso intriso d’amore, ci porta nei luoghi e nei tempi che lei ama e riesce a farci amare con la sua stessa intensità una terra e le sue genti per molti di noi così lontani ed incomprensibili, mentre con amore ci regala sguardi che lei stessa ha posato su persone e fatti a lei tanto cari. Si percepisce il suo amore quando descrive persone e paesaggi, quando si addentra in situazioni ed ambiti sociali che fanno riferimento ad una cultura antica come quella sarda, quando il suo rispetto ed il suo orgoglio di appartenere a quella cultura si manifestano in passi narrativi così piacevoli, che invitano talvolta ad una seconda lettura, solo per il gusto di ripercorrere con lei e tramite le sue parole un affascinante cammino.
Le ricostruzioni degli ambienti e delle situazioni sono accurate come solo sanno essere i racconti di quel che più si ha a cuore; e mentre la vita di Tello e Dora scorre durante una lunga serie di accadimenti, sullo sfondo la Sardegna e la sua millenaria cultura premono con un richiamo che è impossibile non percepire, e che la scrittrice asseconda e offre a noi lettori come dono d’amore. Ogni personaggio ha un significato, non è lì per caso; e in ognuno si riflette un aspetto dell’amore. C’è amore tenero, amore filiale, amore silenzioso, amore testardo e aspro: l’amore non manca mai. E se ne può far man bassa ad ogni capitolo, sicuri che per questa volta, al contrario di quanto spesso avviene nella vita di tutti i giorni, ce ne rimarrà un piacevole sorriso sulle labbra ed un senso di conforto e di bellezza nel cuore.
Grazie Rita.

Serena Mancinetti

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