6.30.2009
La logica del profitto
In un paese serio, il capo del governo, in occasione di una tragedia (una a caso) avrebbe detto: “Mi recherò sul luogo per portare la mia vicinanza e il mio cordoglio ai familiari delle vittime”. In Italia il capo del governo dice: “andrò a Viareggio per prendere in mano la situazione”. Come se tutte le persone che da ieri notte salvano vite, spengono il fuoco, mettono al sicuro migliaia di cittadini, siano solo un branco di incapaci.
Ma non è questo il punto. Il punto è che le migliori menti dell’economia, nell’ultimo anno ci hanno detto che il sistema capitalistico non ha retto, e che sarà necessario un cambiamento radicale. Pur non comprendendo molto di numeri e di economia, anche io sono d’accordo. Peccato però che non è così e nemmeno lo sarà. Il profitto è ancora l’unico punto saldo delle economie, e sempre in nome del profitto, soprattutto in questo periodo di crisi – psicologica o reale – i morti e gli incidenti non potranno che aumentare in maniera esponenziale, tagliando i costi di personale, manutenzione e sicurezza.
Per quanto riguarda le ferrovie, basta essere assidui frequentatori dei treni italici per comprendere a quale livello terzomondista stiamo arrivando. In Italia si investe in cartelloni pubblicitari, in tinteggiature in propaganda, e si crea l’alta velocità. Vecchi treni rivestiti di nuovo a correre per un solo quarto d’ora su una tratta di quattro, dentro una galleria, con gli occhi sbarrati a sperare che lo scricchiolio finisca. E se invece sei un temerario o un pendolare che si affida ai regionali, saprai bene che una volta su cinque puoi restare fermo in mezzo alla campagna, perché come ti dice il capotreno dopo un’ora di attesa: “Il treno si è rotto.” L’importante è guadagnare, i prezzi dei biglietti aumentano e il servizio diventa sempre più scadente.
A me importa poco se la società proprietaria del treno esploso questa notte fosse italiana oppure no. Il concetto è lo stesso. Si trasporta gas su rottami. Vendere a molto spendendo il meno possibile. Questa è la logica applicata anche al mercato del lavoro, dal più grande al più piccolo che si deve adeguare per non soccombere, e quindi qualche volta (spesso) muore. Come i due operai folgorati ieri, e dimenticati oggi.
L’imbecille obbietterà che secondo le statistiche, i morti sul lavoro sono diminuiti. L’imbecille probabilmente non è riuscito a fare un piccolissimo calcolo tra calo della mortalità e calo della produzione industriale.
Rita Pani (APOLIDE)
L'opposizione che fa? Litiga, brancola nel buio, i vecchi della nomenklatura sgomitano per tornare in primo piano per provare, se possibile, a far andare il PD ancora più indietro. I partitini si riempiono la bocca di parole e basta...e intanto scivoliamo di giorno in giorno smepre più in basso.
Cosa gli andrà a dire il sultano ai parenti dei morti e dei feriti..che ora si attrezzerà per far dei miracoli resuscitando i morti e guarendo i feriti? Oggi andare in treno è come darsi ad uno sport estremo, non si sa se ci lasci la quoia.
Mietta
Mietta
Ah, un grazie di cuore ai napoletani cui è stato impedito di entrare al Teatro san Carlo stamattina: il vostro grido è quello di tutti i democratici italiani.
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