6.17.2009

 

Feste a Palazzo Grazioli. Berlusconi: progetto eversivo

In effetti lo è, un progetto eversivo. Per quanto il mio pensiero possa non essere “femminista” credo che riempire un parlamento di puttane, somigli molto a un progetto eversivo. Per intenderci: se una donna intelligente, nel suo privato si dilettasse come più le piace, sarebbero solo ed esclusivamente affari suoi, ma, che la candidatura a cariche istituzionali possa essere il tornaconto di una marchetta, è diverso. Anche perché in questa Italia, si è fatta la guerra alle prostitute e non alla prostituzione, e per prostitute intendo quelle povere disgraziate, rese schiave dalle guerre e dalla miseria, che spesso vengono vendute o rapite per essere poi rivendute e sfruttate. Nell’immaginario collettivo, le prostitute sono quelle povere disgraziate che stanno per strada, giorno e notte, col sole e con la pioggia, e non certo questa truppa di troie anche aviotrasportate.
Detto questo lo scandalo dov’è? Ma davvero qualcuno ha mai pensato che una donna senziente l’avrebbe data a un tizio così squallido a gratis? Io credo che per abbassarsi le mutande davanti a una cosa così orrida, la prospettiva debba essere assai più allettante di un lombrico morto.

E intanto, tornato dall’America, dove è stato trattato peggio di una serva, ecco che si ritorna alla politica, che non è quella del lavoro e della crisi economica, quella della povertà e di una società allo sbando, ma quella ancora una volta del presidenziale augello.
Il ministero della distruzione pubblica che mostra orgoglioso gli “exit poll” (e hanno detto proprio così) delle bocciature o non ammissioni agli esami di maturità, insegnandoci forse che bisogna essere un paese fiero del suo fallimento.

In un telegiornale che ieri non si era occupato della protesta dei terremotati, oggi ho sentito dire che chi protestava era da comprendere perché era stato “manipolato” dalla sinistra in un momento di fragilità psicologica (aquilani, siete solo dei cretini che avete creduto ai comunisti).

Ieri è ripreso il processo d’appello per mafia contro il senatore dell’utri, già condannato a 9 anni di galera per lo stesso reato. (Ma i telegiornali avevano di meglio da non dire)

Cala l’introito delle pubblicità delle televisioni di stato ma aumenta vorticosamente la raccolta delle reti Mediaset. Ecco torniamo alla politica dell’eversione. È meglio.

Rita Pani (
APOLIDE)


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BERLUSCA E IL CONTRO-COMPLOTTO
di Rita Pennarola [ 17/06/2009]


La notizia irrompe questa mattina sul Corriere della Sera: esiste un'indagine a Bari condotta dalle Fiamme gialle a carico di due imprenditori nel settore delle forniture ospedaliere, uno dei quali possiede una villa in Sardegna accanto a quella del premier. Nelle intercettazioni sarebbero spuntate conversazioni in cui l'imprenditore parla di ragazze “pagate” per partecipare alle feste. Ed una, che vi si era recata munita di registratore nascosto, si decide a “vuotare il sacco” proprio dinanzi alla cronista Fiorenza Sarzanini.
Si continua cosi' a scatenare un'autentica canea mediatica – anche sotto gli auspici di quel che resta del centro-sinistra – contro Silvio Berlusconi, che ora pare assumere per davvero gli aspetti di un complotto. E non certo quello denunciato dal premier. Ma esattamente un complotto al contrario.
Manine che passano al Corriere notizie vaghe, nelle quali non compare nemmeno il nome di un pubblico ministero o l'ombra di un avviso di garanzia, la leggenda delle donnine facili (rinforzata dalle “rivelazioni” sulla biondina di turno) che si ripropone con puntualita' aritmetica, le cronache gossippare che si rincorrono una dopo l'altra, sempre con la vana (finora) aspirazione di uno sbocco giudiziario. Tutto, ma proprio tutto, purche' si continui a restare nella luccicante atmosfera velinara inaugurata dalla vicenda Noemi e ormai tanto cara agli italiani. Possibile che l'opposizione – se ancora esistono forze politiche degne di questo nome – non trovi altri argomenti per contrastare la clamorosa deriva autoritaria di questo governo, l'elezione alle amministrative di personaggi con un passato di pesanti collusioni con la camorra, i fiumi di stupefacenti che uomini delle cosche trasportano sui voli internazionali fino alle magioni altolocate dei vip, istituzionali e non?
Niente. Da oltre un mese Repubblica riempie ossessivamente ogni giorno le pagine con il decalogo di domande sulla vita privata di Berlusconi. E per il resto, si continua a parlare di donnine facili. Premesso che a noi cittadini poco interessano le inclinazioni sessuali di un primo ministro (se fosse stato un gay, qualcuno avrebbe avuto il diritto di parlare del suo intimo?) e dato per scontato che oggi, purtroppo, per far partecipare le fanciulle a quelle feste e vagheggiare un posto di figurante in “Amici”, le famiglie italiane sarebbero disposte a svenarsi (altro che essere pagate…), a noi non interessa neppure accertare se le indiscrezioni sull'inchiesta barese Massimo D'Alema le avesse avute o meno in anteprima (anche perche' la circostanza pare evidente). A noi sembra invece che le questioni vere siano ben altre. A cominciare dal fatto che la notizia sulle indagini avviate dalla Dda partenopea sui possibili legami tra il padre di Noemi Letizia con l'omonimo clan dei casalesi, pubblicata per la prima volta venti giorni fa dalla Voce delle Voci e rilanciata appena due giorni orsono da Enrico Fierro sull'Unita', non ha ricevuto fino ad oggi alcuna smentita. E si tratta di una ricostruzione da brivido.
Un complotto, allora, certo. Anzi, un contro-complotto. Ad opera di quanti hanno evidentemente interesse a gettare in campo l'ennesima polpetta farcita di prouderie, invece di indagare seriamente sugli assetti politico-finanziari in atto nel Paese. Che potrebbero vedere un premier ostaggio della malavita organizzata.
 
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