5.03.2009

 

Il grande inganno del dopo terremoto


Da: Lettere Messaggero

Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito ad una ingiustizia tanto grande e ad un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie, come è accaduto in occasione del devastante terremoto che l’ha colpita e nel quale, nel giro di una trentina di secondi, tanta gente ha perso tutto, affetti, amicizie, casa, e molti anche il lavoro, per non parlare dei monumenti che rendevano unica la città.

Mai in tutta la storia della nostra Repubblica è stato negato ai cittadini il risarcimento integrale dei guasti dei terremoti, per la prima casa. Ma questa regola sempre rispettata (come, ad esempio, nel Friuli e in Umbria), non vale per l’Abruzzo. Da un primo esame del Decreto legge n. 39 saltano agli occhi queste particolarità: all’art. 3 non si parla di una cifra specifica, ma nella relazione tecnica allegata si indica la somma di €150.000,00 quale tetto massimo spettante ai singoli cittadini per la prima casa. Orbene, la cifra che sarà poi effettivamente riconosciuta a ciascuno degli aventi diritto, per un terzo dovrà essere coperta con un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino, e per un altro terzo dovrà essere anticipata, sempre dal cittadino, che potrà recuperarlo nell’arco di 22 anni non pagando le imposte, mentre lo stato interviene con denaro liquido solo per l’ultimo terzo.

Sennonché la caratteristica dell’Aquila e degli altri comuni colpiti è quella di centri storici di particolare valore, costituiti da un grandissimo numero di edifici antichi e pregevoli, 320 dei quali, di proprietà privata, sono sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza. Ci sono poi altri 800 edifici pubblici, qualificati di interesse storico, archeologico e artistico. Ora, come è possibile che un privato possa farsi carico della ricostruzione o del restauro di un edificio vincolato o semplicemente di pregio, accollandosi il 66% della spesa? Si comprende allora come il Decreto legge n. 39, se resterà nelle sue linee essenziali così come è stato concepito, costituirà l’atto di morte di una città e di tutti gli altri centri terremotati, che resteranno nei decenni avvenire cumuli di macerie e di edifici spettrali, cadenti e abbandonati.

Ma nel decreto n. 39 c’è anche di peggio: all’art. 3, comma 1 , lettera c, si dispone che se un immobile, gravato da un mutuo, è andato distrutto, la Società Fintecna, a richiesta del privato cittadino. si accollerà il mutuo nei limiti del contributo che al predetto è stato riconosciuto, ma diverrà proprietaria di quel che resta dell’immobile. Se però il mutuo supera il contributo riconosciuto, la conseguenza parrebbe essere, dall’esame della norma, che il cittadino dovrà continuare a pagare la parte residua del mutuo: insomma non avrà più la casa ma continuerà a pagare il mutuo. Il rischio è che la città vada per gran parte nelle mani della Fintecna. Ma se, come è facile prevedere, il cittadino non riesce, col contributo e con il mutuo a tasso agevolato, a coprire l’intera spesa per il restauro o la ricostruzione (rispettando, si spera, le norme antisismiche), dovrà contrarre un ulteriore mutuo, a tasso di mercato, con la banche. Insomma quello delineato dal decreto n. 39 è un meccanismo infernale che consegnerà una città nelle mani di banche, finanziarie e usurai.

L’ultima perla del decreto: dopo aver dichiarato la città “zona franca”, lo Stato non rinuncia a pretendere da quegli sventurati cittadini che si faranno carico della ricostruzione, il pagamento dell’IVA al 20% ( art. 3, comma 1°, lettera d). Ecco cosa miravano a coprire le tante “passerelle” e sceneggiate e come fosse interessata l’esaltazione della dignità degli abruzzesi, “forti e gentili”.

Dott.ssa Rosella Graziani
cittadina di L’Aquila; attualmente ospite del padre, insieme alla sua famiglia, in Paglieta (CH)

(3 maggio 2009)

Comments:
Si dessero una svegliata, invece di star lì con la mano a conchetta ad aspettare il vestitino nero o i soldi per il parrucchiere. Possibile che dopo tante prove che ha dato ancora non sia chiaro in che mani, in troppi, ci hanno messi? Anche Sarkozy ne ha di pecche, ma è meno "nano" di lui...ed è tutto dire.
Mietta
 
non capisco cosa intendesse dire Mietta. Di certo e' chiaro che l'idea di dare soldi per la ricostruzione a questi non gli passa per il cervello. Certo gli altri prima li davano e finivano in tasche capaci e rapaci ma di rado a chi ne aveva diritto.
Unica differenza e' che qui manco te li danno. O meglio li vogliono dare direttamente alle banche assieme alle proprieta' degli immobili. Cosi' si ottengono due vantaggi:

1. Dove sorgeva L'Aquila ci faranno una citta' nuova per i ricchi che ci faranno le case per le vacanze in montagna
2. Il preficiente del coniglio potra' fare la sua New Town su terreni all'uopo acquisiti e venderla agli abitanti orignari de L'Aquila.
 
Joker, volevo dire esattamente quel che scrivi tu! Credo che presto si accorgeranno di aver avuto solo belle parole e manifestazioni di intenti ma che di fatti a lor favore ne vedranno assai pochi e del genere di quelli accaduti in altre parti colpite da terremoto.I fischi cominciano ad esserci..spero che arrivino ad essere assordanti.
Mietta
 
Sono d'accordo con Mietta. Io scrivo dalla Germania e da questa postazione posso meglio vedere quali e quante sono le italiche menzogne, spesso - ahinoi! - svelate dai media tedeschi (e anglosassoni; seguo pure quelli). Il Pres. d. Coniglio è un farabutto... uno che farà ancora più soldi alle spalle dei terremotati... un uomo senza maniere, autore di vaniloqui da manicomio... e gli italiani lo votano! Mboh. Certo che lo Stivale deve essere proprio pieno di stupidi ignoranti... Se non aiutiamo noi gli abruzzesi, mandando soldi, soldi veri, di tasca nostra, non lo farà nessuno.
 
Su queste catastrofi ci hanno sempre mangiato sopra, ma almento in altri casi i soldi sono arrivati. Se qua va a finire davvero così è molto grave.
Pensavo vuoi vedere che tutto il polverone che hanno fatto Berlusca e sua (ex)moglie serviva a far passare in sordina anche questo?
 
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