2.26.2009

 

E' un genio, signor ministro

Ti sposti un attimo, ti distrai, e ti accorgi che in quel momento, l’Italia ha fatto un’altra capriola. C’è del fascino, ammettiamolo, sulla possibilità di introdurre lo sciopero virtuale nel settore dei trasporti. Sono quelle intuizioni che svelano il genio demente di chi le partorisce, magari al mattino, seduto sornione sulla tazza del cesso.

Sforza, stringe gli occhi il ministro che pensa: “Che posso inventarmi oggi per ridare il sorriso al mio padrone?” Ed è così che secondo me, insieme all’inconfondibile suono vien fuori il grido eccitato: “Eureka! Lo sciopero virtuale”.

Il ministro si reca spedito verso la sua auto blu, e non vede l’ora di arrivare nel suo studio, dove con una matita colorata vergherà il nuovo regolamento, sperando di ricevere in cambio una lode, una pacca sulla spalla, accompagnata da un sorriso – che quello poi non si nega a nessuno – “Complimenti! Bravo! Sono sicuro che entro tre giorni, gli imbecilli che ci hanno votato, riusciranno ad avvallare anche questa idiozia.”

È difficile per una persona senziente spiegare il significato di sciopero virtuale, ma ci proverò in poche parole: l’autista ha il diritto di dichiararsi in sciopero, deve obbligatoriamente recarsi al lavoro, ma essendo stato virtualmente in sciopero, non sarà pagato. E se non è questa un’idea geniale, allora il genio non esiste.

Ho la forte tentazione di dirvi ancora una volta della necessità di scendere in piazza col forcone, di ribadire il concetto della necessità del pensiero partigiano, di provare a far comprendere l’esigenza di uno sciopero generale e generalizzato ad oltranza, scadenza sine die. Ma non lo farò, perché inizio a sospettare che tutto sia inutile. Maturo sempre più la convinzione che non sia più tempo di dimenarsi come le povere anguille che mangerò stasera, che sbattevano la coda persino dopo aver perso la testa.

Ho visto tollerare la criminalità al governo, la distruzione della cultura, il ritorno del fascismo con le squadracce di camicie nere e verdi; se dovesse passare anche l’abrogazione del diritto allo sciopero, temo che non mi basterà il tempo di sentir suonare la sveglia.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Sì, questa dello sciopero virtuale potrebbe essere una barzelletta, se non corrisondesse alla dura verità partorita da menti kafkiane e perfide. Purtroppo sulle tue conclusioni sono d'accordo..ormai nulla indigna più, nulla preoccupa..il che è ancora più grave. Ma la ggggente l'avrà capito, almeno quella parte ancora minimamente sana,a che cosa stiamo andando incontro? Per esempio, come faranno i lavoratori dipendenti a far valere i loro diritti, a ribellarsi a dei soprusi senza poter praticamente avere un minimo di visibilità non potendo scioperare? Scetateve guagliò...che qui la cosa si fa seria....io non l'ho vissuto il fascismo, ma i miei genitori sì ed i racconti non erano per niente gradevoli.
Mietta
 
Intanto, come i prestigiatori, mentre ci riempiono di fumo negli occhi inventandosi una emergenza al giorno, i governanti fascisti compiono le loro "magie" sottobanco: nel "milleproroghe", per dire l'ultima di ieri, viene riservato un ulteriore trattamento di favore alle imprese dei distretti industriali alle quali, rispolverando una vecchia normativa tremontiana mai attuata -comprensibilmente- sotto il governo Prodi,viene consentita la possibilità di effettuare un concordato preventivo triennale (cioè di concordare, in anticipo, per tre anni, le imposte dovute) anche per i tributi locali, specificando che “in caso di osservanza del concordato i controlli sono eseguiti unicamente a scopo di monitoraggio”.
 
Beh a questo punto un ministro del governo ombra che si rispetti dovrebbe fare una sana contropoposta ... quella del lavoro virtuale .. Io dichiaro di lavorare e sto a casa e vengo pagato anche ... stronzata per stronzata .. credo che possa essere una proposta seria. Ma l'opposizione non esiste .. Ad un annnuncio del genere l'unica risposta sarebbe stato scendere in piazza .. ma i forconi sarebbero stati un palliativo
 
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