1.21.2009

 

L'incoronazione di Obama

Dopo aver letto tanta preoccupazione sui giornali, non posso astenermi di dire la mia sulla nuova era americana. Tutto il mondo ieri è stato a guardare, e tutto il mondo oggi si domanda: “L’abito giallo della signora Obama è stata una svista, o dovremo abituarci a vederla vestita malissimo?” C’è da dare atto – scrivono i giornali – che con l’abito bianco delle cerimonie serali, la prima donna americana si è decisamente riscattata.

Questa in sintesi la cronaca di una giornata lunghissima, così zeppa di parole che come al solito, alla fine, sono state difficili da controllare, e così c’era chi disegnava il parallelismo con Kennedy “Una cerimonia così imponente è commovente, mi ricorda tanto il funerale di Kennedy, con i bambini tenuti per mano dalla mamma.” E chi, probabilmente coadiuvato da sostegni chimici è riuscito a descrivere l’attimo “dell’incoronazione” di Obama.

Dodici ore di chiacchiere non solo sul destino del mondo, ma sul destino di una coppia, di un uomo costretto a vivere “con la suocera in casa”. Dodici ore di previsioni importanti per il futuro del pianeta: “Chissà a che ora si spegneranno le luci della casa bianca, e Michelle passerà le serate nella sala ovale, o farà la mamma negli appartamenti privati?”

E ancora oggi, i dilemmi sul guardaroba presidenziale: “Michelle ci insegnerà un nuovo stile?”

Chissà, forse è davvero di questo che abbiamo bisogno per credere in un mondo migliore, facendo finta di non sapere nulla della storia americana, illudendoci persino di non sapere che dopo bush, anche Duffy Duck sarebbe stato salutato con gioia e felicità dal mondo intero.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Tutta la miseria umana che descrivi, però, proviene dal mondo esterno, non da lui. Se nel primo giorno del suo mandato ha fatto tre cose in croce (sbloccate le info secretate sull'11/9, la telefonata ad Abu Mazen e l'inizio della chiusura di Guantanamo), io non mi lamento, tutt'altro.

Magari risulterò ingenuo nel mio ottimismo, ma c'è bisogno di credere in qualcosa, in qualcuno. Almeno finchè non ci delude. E se non credere, almeno sperare.
 
Concordo, le prime azioni sono state importanti.
La mia critica era rivolta alla miseria umana che ci viene inoculata giorno dopo giorno.
 
Per una volta sono d'accorod comn Hytok (che sia un segno?), le prime cose che sta' facendo sono davvero importanti. Faccio riferimento anche la mail della ML di Gennaro Cartotenuto di oggi (Rivolgendosi ai paesi considerati ostili, quelli islamici in primo luogo, Obama ha usato uno dei passaggi più evocativi del suo discorso: “se sarete disposti a sciogliere il pugno vi tenderemo la mano”. Ebbene Fidel e Cristina insieme hanno ribaltato il discorso di Obama: “Gli Stati Uniti hanno sempre mostrato il pugno contro di noi senza mai riuscire a vincerci. Oggi il concerto latinoamericano, se gli Stati Uniti accetteranno di riconoscerlo in quanto tale e sapranno sciogliere il pugno, è disposto a tendere la mano”.). Ovviamente dovremo vedere se poi cosa riuscira' a fare nel corso del suo mandato, ma una speranza di un futuro possibile c'e'. E se le cose cmabiano li chissa' che non si possa fare qualcosa anche qui (ad esempio appendere per i piedi a Piazzale Loreto un'altro pelato).
 
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