12.19.2008
Gagagogo
Sto cercando un nostro simile, ma non lo trovo. Cerco un altro paese in cui, dopo l’apparizione pubblica del capo del governo, i giornali abbiano a titolare: “show del presidente”, oppure, “ presidente show: gag e battute”, o anche, “famose du risate che ce sta er nano.” Ricordo una volta in cui si usò il termine “show” per indicare l’intervento del Presidente Hugo Chavez Frias, all’ONU, ma almeno in quello “show” non vennero raccontate barzellette, ma finalmente si ebbe il coraggio di raccontare al mondo chi fosse George Bush, el vaquero alcolico, o el diablo.
E quindi non ci pare strano, che un buffone faccia il suo mestiere, sebbene poi debba anche governare un paese, e quello che resta sono le immagini di un uomo con la testa caramellata, le orecchie sproporzionate, che beve un bicchier d’acqua con grande sprezzo del pericolo, o racconta di quella volta che fece coglionella al Presidente Ciampi; non resterà certo l’invito mal celato alla stampa, di evitare di rendere noti all’opinione pubblica i dati sulla crisi economica che galoppa molto più in fretta di quanto tutti avessero pensato. Perché mai si deve far sapere al paese che Confindustria (e non io) stima in 600.000 i posti di lavoro in meno per il prossimo anno? “Io non lo direi” ha affermato l’incerato di Arcore tra uno scherzo e un altro, tra una gag e una barzelletta.
Da domani vi renderete conto che il messaggio è passato, arrivando a chi di dovere, e a parlare di fame resteremo solo noi, che magari ce la abbiamo in casa, o vicino a casa nei figli che non riescono a sostenersi, nei genitori che sono diventati figli nostri.
A che serve parlarne? Se ne parliamo troppo poi magari si avvera e la crisi inizia a colpirci. Ricordate le cassandre? La logica è sempre quella, facciamo finta che tutto va bene. Che poi è la logica che hanno inculcato con decenni di “striscia la notizia” che dopo solo un paio d’anni di programmazione è diventata “la trasmissione paladina dei poveri e dei diseredati” [dicono], a colpi di tette e culi e risate preconfezionate per sdrammatizzare.
La stessa logica per cui non si parla dei morti di lavoro se non deceduti in unica soluzione [anche oggi ha perso la vita un ragazzo di 23 anni] o la stessa logica per cui si continuino a mostrare immagini di Eluana Englaro giovane, bella e sportiva, per cui persino l’arroganza di un ministro che cancella la disposizione della Corte di Cassazione non venga nemmeno per un attimo scambiata per atto di regime.
A quando il prossimo show?