12.23.2008
Che culo! Un terremoto.
In qualche modo bisognava arrivare a domani, quando tutti i telegiornali sicuramente ci diranno cosa mangeremo per cena, quante calorie avranno minato il nostro fisico, ci diranno che a avremo tempo solo fino a marzo per combattere i chili presi in questi giorni, per affrontare e superare la prova bichini. Non potevano certo ancora oggi insistere con la crisi che, vedrete, domani ci sarà sì, ma non tanto da impedirci di santificare la festa, e quindi a volte interviene la fortuna: un terremoto.
Le ultim’ore si rincorrono nello schermo: terremoto molta paura anche in Veneto, proprio mentre l’inviato (fortunatamente senza caschetto protettivo) intervista alcuni padovani: il primo si è reso conto del terremoto perché gliel’ha detto un’amica via sms, un’altra si rende conto che c’è stato un terremoto quando glielo dice il cronista, e la terza pensava fosse chissà che.
Un estenuante intervista davanti alla sede dei vigili del fuoco, con il cronista incalzante, e il poveretto intervistato che non riusciva ad inventare una catastrofe: i centralini sono stati intasati da persone che chiedevano consigli. Non ci sta l’inviato, e quindi insiste: Reggio Emilia è una città educata e responsabile. Il portavoce dei vigili, sogghigna: Mah! No, cioè sì, ma non era una scossa distruttiva, e quando i cittadini hanno compreso hanno fatto ritorno alle loro case.
Poveretto, il giornalista sembrava voler mordere il microfono, nemmeno una tendopoli, nemmeno un cornicione, ma finalmente la tenacia è premiata e scova la notizia: due campanili sembrano essere danneggiati: Ed ecco apparire un’altra striscia in sovrimpressione: Reggio Emilia danneggiati due campanili.
Nel frattempo succedeva tutto il resto, tutto quello che deve essere sussurrato. Nulla di nuovo, proprio tutto peggio di ieri, tra operai licenziati, accordi sindacali non rispettati, cassa integrazione non erogata, la social card effettivamente rilasciata solo a 500.000 persone, un altro morto sul lavoro …
Rita Pani (APOLIDE)