12.31.2008
Quando il treno arriva in orario
(ASCA) - Roma, 30 dic - Proseguono con regolarità le partenze e gli arrivi in treno nelle principali stazioni italiane, alla vigilia di Capodanno e 'prosegue anche il boom di viaggiatori sull'Alta Velocità Roma - Milano che ha determinato, nel giro di un mese, una crescita di oltre il 30% di passeggeri tra i due capoluoghi. Lo sottolinea il Gruppo ferrovie dello Stato in una nota precisando che tutto il sistema AV registra una forte crescita di prenotazioni, con oltre 500mila biglietti già venduti prima di Natale, il 30% dei quali acquistati via internet.
Ora vi spiego.
Domenica scorsa, improvvisamente, sono dovuta partire per Milano, e avendo poco tempo a disposizione ho optato per la prenotazione di un treno. Abitando relativamente vicino a Orte, ho pensato al caro vecchio Intercity e mi sono collegata al sito delle Ferrovie per trovare l’orario per me più confacente. La prima cosa che ho notato è stata che il sito delle ferrovie, dove fino a qualche tempo fa predominava il colore verde, ora è tutto dominato dal rosso. Ho scoperto così che per raggiungere Milano, con un Intercity ci avrei messo nove ore, quindi non mi restava altra scelta che l’Alta Velocità: la già mitica Freccia Rossa. Parto dall’offerta del 35% di sconto, ma non so né perché né percome, alla fine delle operazioni mi diceva che non era possibile procedere con l’acquisto, fino a quando non ho deciso di arrendermi alla tariffa piena. Devo andare per forza a Milano, mi prende un accidente ma stampo i biglietti.
La Freccia Rossa ha delle comodità, e nonostante io sia prevenuta devo ammetterlo immediatamente al mio arrivo a Roma Termini. Per esempio non devi stare col naso in su a leggere i tabelloni, individuare il tuo binario di partenza è semplicissimo, infatti c’è il banchetto rosso, e tutti i dipendenti di Trenitalia somigliano a carabinieri nelle loro divise blu rifilate di rosso, col foulard rosso, col cappello blu e rosso. Non ti puoi sbagliare. Il treno arriva in perfetto orario da Salerno, e già questo è un piccolo miracolo. Poi diciamoci la verità: vedere quel muso che arriva, grande come il muso di un aereo ti fa sentire con i piedi nel futuro. Così inizi il lungo percorso che ti porterà alla carrozza, dove hai prenotato il tuo posto e appena passata la locomotrice del futuro, eccoti risucchiato nel passato. L’unica novità di quel treno è la AV rossa e grigia stilisticamente perfetta aggiunta a decorazione quattro palmi sotto la ruggine che orna i finestrini. Sali i gradini e ti trovi davanti alla porta che ricorda i film di Star Trek, che si apre magicamente soffiando a mo’ di benvenuto. Ma la porta si incastra e tu devi finire di aprirla con la potenza delle tue mani. Il posto c’è e vai a incastrarti in mezzo. Non sono una silfide, e quindi devo necessariamente togliermi il giubbotto pesante. Quando arriva il mio “dirimpettaio” comprendo che sono dolori. E’ un uomo alto e grosso che si intrufola verso il finestrino e cerca in modo forsennato di sollevare il bracciolo che divide i due posti: impossibile; è inamovibile. Per cancellare un po’ della sofferenza dal suo viso, cerco di incastrare le mie gambe con le sue, ma anche questo è impossibile per il piantone del tavolino. Inizia una silenziosa danza di piedi, quasi erotica, i miei sotto il sedile, ripiegati all’indietro, i suoi che non trovano pace. L’unica mia speranza è che scenda a Firenze, ma siccome dice sfiga arriva fino a Bologna.
Il treno parte e la gente parla: c’è chi è convinto che arriverà a Milano in tre ore, chi era sicuro che fosse diretto senza alcuna fermata, ma sorpresa delle sorprese a Firenze sale chi nemmeno ha compreso di essere a bordo della mitica Freccia Rossa, perché ha un biglietto con una strana dicitura: “Sistemazione in vettura non garantita.” E va, cercando posto, chiedendo: “è libero qua?” Così come in un vecchio Intercity, in breve tempo i piccoli disimpegni tra una vettura e l’altra si riempie di viaggiatori in piedi. I più fortunati riescono a sedersi sui gradini delle porte, altri ad appigliarsi alle maniglie delle porte dei bagni, e se ti scappa di andare a fare la pipì, devi strusciare e chiedere permesso. È proprio mentre mi scuso col possessore del posto “maniglia del bagno” per la mia urgenza che questo mi dice: “Se avessi saputo, avrei preso la Freccia Rossa.” Mi piacerebbe riuscire a raccontarsi lo strano disegno del suo viso, quando con un pizzico di perfidia e molto divertimento interiore gli ho risposto: “ma questa è la Freccia Rossa.”
Roma Milano/Milano Roma = 135€
E non voglio raccontarvi dei brevi tratti in cui il locomotore delle meraviglie spinge fino all’inverosimile la sua velocità, e le carrozze iniziano a tremare, facendo sobbalzare i viaggiatori inscatolati, e nemmeno di quei rumori terrificanti e scoppiettanti che in un momento ti fanno realizzare di essere a bordo di quegli stessi euro star che a volte si sono spezzati in due, durante semplici manovre in stazione. Chi lo sa si guarda in faccia e sorride una smorfia allucinata.
Ma questa è l’Italia ormai. Il paese in cui tutto deve “sembrare”, dove basta un locomotore e una divisa nuova, un po’ di vernice e un grafico pubblicitario fantasioso, per propagandare un paese che non c’è e non ci sarà mai. Di nuovo il paese dove i treni arrivano in orario. Anzi, il paese dove solo il treno Freccia Rossa arriva in orario.
Rita Pani (APOLIDE)
mi hai fatto tornare in mente le ragioni per cui ho lasciato l'italia e per cui non intendo tornarci.
Un apolide e esule volontario ha bisogno di verifiche, di tanto in tanto.
Grazie anche di aver esteso le possibilita' di inserire commenti, adesso e' tutto piu' facile.
Un consiglio, qualora tu lo voglia - e se non lo vuoi non vedo come tu possa fare a meno di leggerlo.
Portati una macchinetta fotografica da quattro soldi e documenta questi tratti di carattere altamente folcloristico. Darei chissa' cosa per vedere queste belle divise, probabilmente firmate Armani, a cui i miei compatrioti non possono proprio rinunciare.
Sarebbe stato anche interessante guardare le facce di tutti quei signori che hanno speso un mezzo patrimonio per stare abbarbicati alla maniglia del cesso.
E' proprio vero, non e' cambiato niente.
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