12.14.2008
Accontentiamoci
Ci sono anche momenti belli nella vita, accadono di rado, ma quando accadono bisogna gioirne. Ma che bellezza vedere quella scarpa che vola verso la faccia del texano alcolista! (Questo è il bacio d’addio, cane! Grande!) Peccato, sì, era solo una scarpa, ma bisogna sapersi accontentare e godere del poco che abbiamo.
È bello vivere in questo mondo così vario, sempre in vorticosa evoluzione; a volte siamo impreparati a seguirne il ritmo, ma che importa? Siamo protagonisti di questo vortice, persino noi che ne restiamo fuori e guardiamo al mondo stesso, con abbagliata ammirazione.
Come non essere ottimisti oggi? Vi rendete conto che persino Bush finalmente si è accorto che la guerra in Iraq non è finita? Certo magari dovrebbe spiegarci cosa aveva bevuto quando vestito da aviatore apparve sulla portaerei Lincoln, il 2 Maggio del 2003, per annunciare che la guerra era finita. Ha davvero avuto bisogno di più di cinque anni per tornare sobrio?
È un bel mondo, il nostro, si fanno i figli e si vendono per potersi pagare una liposuzione, ma non si può prendere la pillola del giorno dopo perché sennò, come dice la chiesa, uccidiamo gli uomini. Meglio farli anche se poi li vendiamo per poter dimagrire. I figli si devono fare e basta, c’è poco da discutere, sennò vengono a cadere tutti quei principi su cui si basa questo nostro mondo. Non ci sarebbero bambini da vendere, da uccidere con una bomba intelligente, con la fame, con l’aids, col colera. È disumano uccidere embrioni.
Si avvicina Natale, e siamo tutti più buoni, nonostante la crisi il Telethon ha fatto un record di incassi. È importante il Telethon perché è uno strumento lava coscienze collaudato. Stando comodamente adagiati sul nostro divano, possiamo fare del bene a quelli più sfortunati di noi, finanziando la ricerca sulle malattie rare. Lo sapete no? Le malattie rare non sono economicamente convenienti per le case farmaceutiche, che di solito finanziano la ricerca per le malattie comuni. In effetti molto spesso si tratta di aggiungere un eccipiente alla stessa molecola e cambiare la grafica delle scatolette che contengono le pozioni, o peggio, studiare il modo di attenuare il sintomo senza curare la malattia, perché diversamente non ci sarebbe più convenienza nemmeno nei farmaci salva vita. Quindi si fa la questua a Natale, che siamo tutti più ricchi, ma soprattutto più buoni, anche perché magari già si iniziano a riempire frigoriferi di alimenti che gonfieranno le discariche e le coscienze sporche premono. Che ci importa poi se le università finanziano uno studio per stabilire che “anche i cani sono invidiosi”? E dire che sarebbe bastato fare un giro in Sardegna per scoprire che un detto popolare recita: “Gelosu che cani” [geloso some un cane] e magari impegnare i fondi per studiare la Sindrome di Angelman.
Certo, sono soltanto scarpe, e ci dobbiamo accontentare.
Anni fa ci dovemmo accontentare di un innocuo cavalletto fotografico. Vi ricordate il cric della mitica FIAT 600?
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