11.09.2008

 

I napoletani sporcano

Allora, ricordate: quando uscite insieme a un napoletano, ricordate di portare con voi un sacchetto, e la palettina. I napoletani che sporcano per strada, sono passibili di arresto.

Qua dove abito io, funziona così: se hai da buttare un rifiuto ingombrante, che non puoi trasportare fino al centro di raccolta, non devi fare altro che telefonare a un numero verde e prendere appuntamento con gli addetti alla raccolta, che passeranno a casa a ritirare i rifiuti, gratuitamente. Nonostante questo, c’è un tratto di strada, lungo il Nera, addobbato da carcasse di frigoriferi, materassi, copertoni, e tutti quelli oggetti che da sempre decorano le periferie urbane. I casi sono due: o gli italiani sono incivili in tutta Italia, o tutto è attribuibile ai napoletani presenti in tutta Italia. Io propendo per la prima ipotesi, e non comprendo perché – o forse lo comprendo benissimo – solamente gli incivili residenti in Campania, debbano essere arrestati.

È la solita regola della propaganda; bisogna mostrare i muscoli al popolino, bisogna far digerire il fatto che l’autorità può essere imposta con la forza, quindi, accompagnati da una troupe televisiva si va a caccia del cretino, che finisce in galera per aver abbandonato in campagna una bombola di gas, vuota. Intanto “la terra dei fuochi” continua a bruciare i rifiuti tossici di ogni genere, scaricati nelle discariche abusive ancora perfettamente funzionanti, in zone campane dove l’esercito non s’è mai visto.

È proprio uno strano paese questo, reso ancora più strano da chi lo governa. Si rischia la galera per un materasso vecchio, gettato per strada, ma non si rischia nulla per aver inquinato le falde acquifere con le scorie radioattive che scappano via dalle crepe sui muri delle centrali nucleari in disuso e mai smantellate, nonostante bimestralmente tutti i cittadini italiani, paghino per questo nelle bollette dell’Enel. Molto utile per comprendere, la puntata di Report della settimana scorsa, che peraltro illustra anche l’inquinamento radioattivo provocato dalla disastrosa situazione in cui versa la centrale nucleare di Garigliano, nel casertano.

È quindi assodato: i napoletani sporcano. Devono essere puniti. Però non si comprende perché i vertici dell’Ilva di Taranto, restino liberi di uccidere un intero territorio spandendo diossina. Non solo: la ministra all’ambiente prestigiacomo, nei giorni scorsi ha decapitato la commissione che per conto della A.I.A. indagava sulla reale emissione dei gas tossici dell’Ilva, perché a suo dire “improduttivi”, sostituendoli con altri tecnici assai più zelanti, capaci di stabilire che l’Ilva non inquina ancor prima di essersi insediati. E tutta gente di massimo rispetto: un ingegnere specializzato in asfalto delle strade e un referente di gran nome, Lamacchia, del quale fortunatamente è stato reso noto il curriculum giudiziario: calabrese, deputato nella XIII legislatura per la lista Dini, poi Upr con Cossiga e infine Udeur, è stato condannato a 2 anni e 5 mesi, pena patteggiata, come ad e presidente del Cosenza calcio.I reati? False fatturazioni, costi inesistenti riferiti a documenti contabili mai esistiti, ricettazione, falso in bilancio, falso ideologico, evasione fiscale quantificata dalla Guardia di Finanza in oltre 30 miliardi di lire. Inoltre la Procura federale della Federcalcio lo ha interdetto per 5 anni da qualsiasi incarico di natura sportiva, a causa dell’irregolare iscrizione del Cosenza Calcio ai campionati ‘90-‘91 e ‘94-‘95). Lamacchia, quando era sindaco del suo paese, incassò anche un anno di reclusione per turbativa d’asta. Nel 2002, dopo un anno di latitanza trascorsa tra Bratislava, Bari e Milano, venne arrestato e quindi condannato nel 2004, pena patteggiata, a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta e tentata estorsione: aveva distratto, destinandoli ad altre società, circa 2 miliardi di lire dalla Edicom e dalla Edilrestauri. Nella veste di procacciatore d’affari dell’azienda canadese Warner Lambert, produttrice di caramelle alla liquirizia, aveva tentato di costringere produttori calabresi a cedere le radici di liquirizia a un prezzo inferiore al dovuto.

Per finire, la settimana scorsa la procura di Cosenza lo ha rinviato a giudizio per calunnia dopo che aveva denunciato il furto di assegni, risultati scoperti, per 12 mila euro. Quanto agli altri membri della Commissione nominata dalla Prestigiacomo, ben tre sono magistrati: Umberto Realfonzo, della 3° sezione del Tar del Lazio, sotto cui ricade la valutazione dei ricorsi all’Aia che Realfonzo contribuirà a redigere, Massimo Forciniti e Stefano Castiglione. Entra anche la giurista Cinzia Albertazzi, dirigente Enel, azienda in attesa di almeno 50 Aia, e Maria Grazia Gerratana, siciliana come buona parte dei nuovi membri, legale e socia di un’impresa di costruzioni. Nel frattempo, 21 membri della commissione Ippc a suo tempo nominata dal governo Prodi, e che in meno di un anno avevano chiuso 78 istruttorie, hanno fatto ricorso al Tar contro la loro estromissione decisa dalla prestigiacomo. I membri dell’ex organismo azzerato erano tutti studiosi di chiara fama. (Fonte Espresso)

Dopo la pubblicazione di queste brevi note biografiche, pare che il ministro abbia avuto un ripensamento.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Sembra che il cambio della commissione per l'AIA sia il prezzo che il governo deve pagare per avere Riva tra i "salvatori" di Alitalia.
 
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