11.06.2008
Evvai! Un'altra scissione!
Sembra in arrivo un’altra scissione a sinistra. Vendola lavora alla costituzione della “sinistra senza aggettivi”. L’ennesima martellata sui genitali, potrebbe essere la via giusta che però non condivido. Resto convinta dell’importanza dell’identità, e memore del pasticcio Arcobaleno, primo tentativo di unire l’acqua all’olio.
Scindere per unire, sono solo io a non comprenderne la logica? Perseverare nell’errore, inoltre, è diabolico.
L’ennesima scissione, ovviamente, avviene a ridosso delle elezioni europee per una mera questione numerica, così come fu durante l’ultima tornata elettorale. L’intento è quello di accorpare più identità al solo scopo di non disperdere voti. Non ci sarebbe nulla di sbagliato se questa scelta avesse alle spalle un preciso disegno politico, un’idea condivisa e un intento unico, ma temo proprio che non sia così.
Sembra proprio che Occhetto non abbia insegnato nulla, e ci risiamo; cancellare la falce e martello con la scolorina, eppure, appena il 20 Ottobre scorso, cinquecentomila persone – me compresa – hanno sfilato per le vie di Roma, sotto le bandiere rosse, cantando “Bandiera rossa” con rabbia e una certa nostalgia. Non una nostalgia romantica, ma la nostalgia delle mancanza che viene dal restare sgomenti ad osservare un paese che mastica e sputa i diritti dell’uomo (tutti) conquistati con anni di sacrifici e lotte.
Nessuno nega l’esigenza di un’autocritica, e tanto meno si può negare l’esigenza di unità a sinistra, ma temo che sia diverso da un processo di auto castrazione, che non porterà alcun miglioramento. Quello che però non comprendo è perché l’autocritica debba spettare sempre alla base, mentre i vertici restano sempre gli stessi. Nessuno sembra essere disposto a fare un passo indietro, e vorrei ricordare anche che nessuno, ai vertici dei partiti di sinistra, si è assunto le proprie responsabilità per il disastro avvenuto alle ultime elezioni. Tutti concordi, lor signori, ad affibbiare le colpe della disfatta a Romano Prodi, che non gode certo della mia ammirazione, ma nemmeno posso imputargli di aver millantato appartenenze comuniste. Semmai mi piace ricordare che, i partiti di sinistra al governo, di Prodi sono stati i complici, e se solo avessero fatto cadere il governo immediatamente, davanti a porcate come l’indulto o il rifinanziamento della guerra in Afghanistan, o quelle quattro cose che hanno fatto nell’attimo in cui Bertinotti è restato comodamente seduto sulla poltrona della presidenza della Camera, forse oggi saremo ancora una grande forza politica.
Anche io sono contraria alle aggettivazioni, ma oggi non posso fare altro che appartenere a un partito comunista aggettivato, perché il panorama desolante di questa sinistra non offre altro. Capisco bene che non vada più di moda dichiararsi comunisti, ma se solo ci si fermasse a riflettere sulla via di distruzione sulla quale viaggia il paese, forse ci si potrebbe svegliare. È tutto allo (s)fascio, e non credo che i sia bisogno di fare degli esempi, ogni giorno, come cittadini, lavoratori, studenti, malati, poveri, riceviamo una minaccia dal governo, che dal momento del suo insediamento ad oggi ha lavorato alacremente per salvare un malavitoso, per rassicurare le mafie, per demolire gli ultimi barlumi di civiltà. Ed ora, anziché iniziare a lavorare per rimediare allo scempio, saremo costretti ad assistere alle battaglie per la divisione dei patrimoni economici e immobiliari che a fasi alterne, ogni scissionista vorrebbe accaparrarsi da dopo lo scempio della Bolognina.
E noi, che a sinistra ci stiamo davvero, restiamo in attesa. Di che non lo dico più. Mi sono rotta.
Rita Pani (APOLIDE)
Sia quando vincono, di rado e male, che quando perdono.
Escluso il fatuo, ambizioso, mai muto ma nonudentenonvedente ed ormai perso fausto, a chi dobbiamo gridare che il nostro essere Comunisti è, in quest'epoca di depravazione barbarica, l'unico valore reale, orgogliosamente e tenacemente persistente, oltre che numericamente rispettabile, da cui ripartire?
Scommetto che pensiamo agli stessi nomi, pochi, meno della metà delle dita di una mano, ma buoni...
Ciao Rita, mantieniti in forza e salute, chè le piante buone rinascono anche dopo una gelata.
E.
Questi si scinderanno talmente tante volte che alla fine non ne rimarra' niente, nemmeno l'ombra.
E io che speravo che dalla batosta elettorale sarebbe venuto fuori qualcosa di positivo!
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