10.26.2008
L'aria frizzantina di Taranto
Non ricordo chi disse “Molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. I restanti sono capaci di tutto.” Trovo che sia una frase molto vera. L’altro giorno a Taranto è stato riscontrato a un bimbo tredicenne un tumore da fumo, verosimilmente provocato dalle emissioni di diossina dell’Ilva. È di oggi la notizia che il ministero dell’ambiente ha rimosso la commissione tecnica che indagava sulle emissioni di diossina dell’industria siderurgica tarantina, sostituendoli con altri “di fiducia” della prestigiacomo. Una decisione questa, scoperta per caso dalla Regione Puglia, che convocata a Roma so è trovata davanti il nuovo presidente del nucleo di coordinamento scelto dal ministro - spiega l'assessore all'Ambiente, Michele Losappio - che stranamente, più volte e con grande enfasi, ha voluto sottolineare come le emissioni dell'Ilva siano tutte nei limiti dell'attuale normativa nazionale.
La commissione estromessa, stava lavorando per stabilire se concedere o meno alla fabbrica l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), una carta necessaria per la prosecuzione dell'attività. Allora perché rimuoverli, per sostituirli con “tecnici di fiducia”?
È semplice, quasi banale, la Nazione Italiana è roba loro, e come tale deve essere governata. Non a caso, il padrone dell’Ilva Emilio Riva, risulta essere uno dei benemeriti eroi salvatori della Patria che fanno parte della cordata CAI, uno di quelli insomma che si è succhiato quasi gratis l’Alitalia, e non a caso sempre lui, corre a essere uno dei beneficiari della battaglia governativa contro il trattato di Kyoto. La gente muore, e chi se ne frega? Il profitto innanzitutto. Tanto – pensano – la gente muore comunque, che ci importa di qualche migliaio in più? Che ci importa di un bimbo col cancro ai polmoni? Dei bambini nati e morti? Dei bambini malformati? Niente.
Altra vicenda paradossale in questa piccola Italia devastata, è il processo che in questi giorni si svolge davanti al Giudice di Pace di Taranto, Gastone De Vincentis, contro Margherita Calderazzi sindacalista dello Slai-Cobas, accusata di essere la mandante della scritta «Riva assassino » trovata sui muri dello stabilimento nell'agosto di due anni fa. I fatti in breve: La Calderazzi avrebbe armato di pennarello rosso la mano di un minorenne e l'avrebbe indotto a vergare quelle parole. Poi il ragazzo sarebbe rientrato nella Panda rossa guidata da lei, ferma a poca distanza in attesa che l'opera venisse portata a termine e, proprio in questo momento, sarebbe stata riconosciuta senza ombra di dubbio da un vigilante dell'acciaieria che ieri mattina ha offerto la sua testimonianza.
In vero ci sarebbe anche un altro paradosso, ovvero il fatto che Riva, si sia sempre guardato bene di presentarsi nelle aule di tribunale dove più di una volta si sono celebrati i grandi processi per inquinamento e per le morti bianche (uccisioni) avvenute nel suo stabilimento siderurgico.
A mio avviso è probabile che ci sia una sostanziale differenza tra uccidere una persona con quattro colpi di arma da fuoco o ucciderla con la diossina, se non altro perché con quattro colpi di pistola, si muore in fretta e senza sofferenze, ma sempre a mio modesto parere, chiunque uccida un altro essere umano è un assassino.
E pensare che il motivo principale per cui l’italiota ha dato in mano il governo del paese a questa feccia, è stato il bisogno di “sentirsi sicuri”.
Rita Pani (APOLIDE)
gatta susanna
E se lo ricordo perfettamente io, che all'epoca, anni ’90, ne ho letto le cronache diffusamente riportate - l'Espresso se ne occupò in modo serio ed approfondito- è mai possibile che alla formazione e presentazione della squadra di governo, nel pdl e nell'opposizione qualcuno ignorasse e ancora ignori che la Sarplast s.p.a. dei Prestigiacomo era stata oggetto di attenzione della magistratura in seguito a denunce di dipendenti per gravi danni all'ambiente ed alla salute??? Alcuni dipendenti della Sarplast ebbero figli con gravissime malformazioni, mai rilevate in zona prima del diretto contatto lavorativo con l'impianto industriale, e se la memoria non m'inganna, dato che l'ho sempre ottimamente esercitata, mi colpì il fatto che tra i dipendenti denuncianti vi fosse in veste di sfortunato padre anche un parente dei p.
Ignoro come sia finita, dal silenzio calato e ad oggi rispettato, posso intuire un accomodamento tra le parti, è comunque un fatto certo, e molto grave, che ciò sia avvenuto. E soprattutto che l'imprenditrice in questione, per volere dell'epigone di Caligola, beffardamente SOVRINTENDA proprio all'AMBIENTE!!!
Più o meno ome affidare un nido d’infanzia alla Rina Fort di triste memoria.
Che momentacci Rita...
Ti abbraccio, auguriamoci di poterci riabbracciare fuori da questo grottesco incubo.
Edna
Voglio dire: chi meglio di un esperta in inquinamento per distruggere l'ambiente?
:)
Un bacione gigans
Gisa
Condanna a morte noi ed i nostri cari, qualcuno è già caduto, un genitore, un fratello, uno zio che abitava ai tamburi.
Questa è la follia dell'uomo che non vede quello che è nero o bianco ma crede solo a quello che gli viene ordinato.
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