10.23.2008

 

Ben venga l'esercito

Oggi mi hanno scritto che sono noiosa col mio essere avversaria del governo. No, non proprio così, almeno non con queste parole. Poi mi hanno scritto che in fondo era ora che qualcuno facesse qualcosa. Però non mi hanno scritto né chi né cosa. Poi, forse non ci crederete, mi scrivono anche che [copio] le proteste degli studenti sono pilotate dai comunisti che ci sono rimasti male di non essere stati eletti e quindi ben venga l’esercito nelle scuole.

Parrebbe quasi inevitabile arrendersi e smettere di porsi domande sul perché in soli sei mesi l’Italia sembri destinata a diventare come il Cile. Solo che noi non abbiamo mai avuto Salvador Allende, ci siamo beccati Romano Prodi e Massimo D’Alema, e non c’è stato nemmeno bisogno che fosse la CIA a guidare il golpe: è bastato Valter Veltroni.

L’unica voce d’opposizione oggi è rappresentata da un ex sbirro, ex magistrato, dichiaratamente di destra, al quale va riconosciuto comunque l’ultimo residuo di buon senso.

Io non so chi sia, colui che “ben venga l’esercito nelle scuole” ma so che sicuramente a scuola non ci va, so che non ha studiato la storia recente, e probabilmente non ha nemmeno figli che ci devono andare. Probabilmente è anche uno a cui non piace porsi troppe domande, e ha capito tutto quello che c’era da capire su la politica, con l’utilizzo della metafora calcistica. Deve essere anche uno che accomuna il verbo “lavorare” allo scopo di “fare soldi”, per cui non importa quale lavoro sia. Persino rubare, è lavorare.

Di solito queste persone sono quelle che, posti dinnanzi al problema razziale, ti dicono: “se vogliono vivere in Italia paghino le tasse come tutti”. Di solito chi invita gli extracomunitari a pagare le tasse, ne tiene almeno una decina a lavorare a nero per lui.

Io non so se queste persone abbiano mai riflettuto sulle mille sfaccettature di berlusconi, lo vedono solo come l’uomo che si è fatto da sé, “lavorando”. Uno che ha fatto i soldi, insomma. Non arriveranno mai a comprendere che, per esempio, berlusconi è solo un prestanome. Uno che non si è presentato volontario per salvare l’Italia, ma è stato assunto per spolparla e distruggerla, avendo in cambio ovviamente un tornaconto personale. Comprenderlo sarebbe facilissimo, basterebbe chiedersi, per esempio: a chi giova la crisi economica? Chi crede davvero nel “lavoro” di berlusconi, probabilmente non sa che lui, farà esattamente come hanno fatto i tiranni sudamericani, e cioè, prima o poi sparirà dopo aver messo al riparo i suoi e i suoi bottini. Chi inneggia all’esercito, probabilmente non arriva a capire che prima o poi, al posto di berlusconi, al governo ci sarà l’esercito. E se qualcuno pensa che no, non può accadere perché siamo in Europa, si chieda perché questo governo fa di tutto per essere inadempiente e farsi cacciare dalla UE. Lo so, sono cose troppo difficile per uno che “lavora e basta”, per uno che “ben venga l’esercito”, che non è abituato a pensare, ma probabilmente è per questo che io sono e resto così tenacemente antifascista. È un obbligo morale esserlo. E per fortuna siamo in tanti.

Rita Pani (pervicacemente antiberlusconiana, antifascista e comunista)


Comments:
Premesso che:
1) A me piace pormi delle domande, in genere su tutto non solo su quello che mi suggeriscono i "mass media"
2) Per me lavorare non significa fare soldi, magari guadagnerei di più facendo altro
3) Io affermo con fierezza e dignità che se qualche extracomunitario o anche comunitario vuol vivere in Italia deve accettare le regole dello stato Italiano e lo dico senza avere lavoratori in nero alle dipendenze (anche perchè non ho nessuna azienda...)
Questo lo premetto per evitarti un errore lasciandoti immaginare chi sono.
Detto ciò, ti confermo che i problemi che stiamo affrontando oggi possono portare a due sole considerazioni:
1) Quando l'estrema sinistra esce dal parlamento si scatenano delle manifestazioni di piazza molto violente
2) Questi "moti" di piazza non hanno mai portato a nessun risultato positivo, forse la gente dimentica che il primo risultato del '68 è stato il terrorismo: gli "anni di piombo".
Pertanto se qualcuno mi dice che vuole arginare il fenomeno sul nascere, in linea di principio, mi trova d'accordo.
Poi possiamo discutere sul metodo...
Riporto una personale esperienza legata agli anni della "Pantera" contestazione di metà anni '80 che forse molti non ricordano più...
Davanti alle scuole superiori si facevano i picchetti ed i giornali scrivevano che tutti gli studenti dell'epoca rimanevano fuori dalle scuole a protestare.
Peccato che il problema era che chi voleva entrare doveva fare a botte con i "ragazzi dei centri sociali di sinistra" che si mettevano davanti alle porte di ingresso e quindi piuttosto che "prenderle" preferiva rimanere fuori e poi tornare a casa... senza ovviamente poter fare lezione.
Una battuta sul discorso del Cile... ma tu saresti felice di andare a vivere in Cina?
Infine, mi spiace per te, ma pensare che Di Pietro sia qualcuno a cui va riconosciuto un "ultimo residuo di buon senso" è veramente impressionante! Con tutto il rispetto, io non capisco come si faccia a dire qualcosa di simile... sarò "ritardato"!
 
Beh vorra' dire che ti dovro' commentare piu' spesso oltre che leggerti quotidianamente .. per scrivere che sono completamente d'accordo con te .. si serve a poco .. ma quanto meno a contrbilancirae chi ti scrivere che.. era l'ora ... vedremo quando l'ora arrivera' davvero se la penseranno ancora cosi' .. buona giornata
 
tu scrivi: - 2) Questi "moti" di piazza non hanno mai portato a nessun risultato positivo, forse la gente dimentica che il primo risultato del '68 è stato il terrorismo: gli "anni di piombo".
Pertanto se qualcuno mi dice che vuole arginare il fenomeno sul nascere, in linea di principio, mi trova d'accordo. -

Però non hai scritto nulla sulla devastante riforma della scuola, ovvero il motivo per cui in TUTTA Italia sono scoppiate le proteste.
 
Potrei avere alcuni esempi della "devastante" riforma della scuola che ha scatenato le proteste di TUTTA l'Italia?
Se si può, ovviamente ringrazio.
Perchè fin'ora ho sentito solo slogan e poche osservazioni articolate...
 
Più che una legge, è un enorme calderone all’interno del quale è stato gettato di tutto, ogni
argomento con una qualche valenza di tipo economico.

Basti pensare che questa legge ha chiamato in causa le seguenti commissioni
- Commissione V BILANCIO E TESORO e VI FINANZE
- COMITATO PER LA LEGISLAZIONE
- Commissione I AFFARI COSTITUZIONALI
- Commissione II GIUSTIZIA
- Commissione III AFFARI ESTERI
- Commissione IV DIFESA
- Commissione VII CULTURA
- Commissione VIII AMBIENTE
- Commissione IX TRASPORTI
- Commissione X ATTIVITA’ PRODUTTIVE
- Commissione XI LAVORO
- Commissione XII AFFARI SOCIALI
- Commissione XIIIAGRICOLTURA
- Commissione XIV POLITICHE UNIONE EUROPEA
- COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI
L’iter parlamentare di questa maxi legge ha avuto inizio con la prima lettura alla Camera dei
Deputati il 2 LUGLIO, per concludersi con l’approvazione il 6 AGOSTO 2008, e passare al Senato.
Un mese di discussione, due o tre giorni per settimana, nel completo silenzio dei media nel periodo
di minima attenzione dell’opinione pubblica, in vacanza, ferie…
Arriviamo a discutere cosa questa legge decreta al riguardo dell’università pubblica.
TAGLIO DELLE RISORSE ECONOMICHE
DESTINATE ALL’UNIVERSITA’PUBBLICA
E’ stata decisa da questa legge il taglio dei fondi destinati all’università pubblica (FFO - fondo per il
finanziamento ordinario delle università) nella seguente maniera.
Riduzione di:
- 63.5 milioni di euro per l’anno 2009
- 190 milioni di euro per l’anno 2010
- 316 milioni di euro per l’anno 2011
- 417 milioni di euro per l’anno 2012
- 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013
per un totale di 1441.5 milioni di euro almeno fino al 2013.
TRASFORMAZIONE DELLE UNIVERSITA’ PUBBLICHE
IN “FONDAZIONI DI DIRITTO PRIVATO”
Per sopperire all’improvviso ammanco dei finanziamenti pubblici, lo stato consente alle università
di trasformarsi in fondazioni di diritto privato..
Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti, consentendo alle fondazioni
universitarie di decidere l’entità delle tasse per gli studenti, ed andando a ledere il fondamentale
diritto allo studio univesitario, tutelato dalla Costituzione Italiana attraverso l’articolo 33, che recita:
Art. 33.
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e
gradi.
Attualmente la legge difatti sancisce che nell’anno solare, il gettito delle tasse degli studenti non
deve superare il 20% dell’importo del finanziamento ordinario dello Stato (FFO), cosa che di fatto
pone un tetto massimo alle tasse che si possono far pagare ad uno studente.
Con il passaggio a fondazione l’università potrà (e vista la mancanza di fondi, dovrà) chiedere
qualunque cifra agli studenti, senza dover rispondere a nessun tetto prefissato.
Una retta universitaria da 10000 euro potrebbe essere uno standard per il prossimo anno
accademico.
Raggiungeremmo uno standard tipo college americano, dove o si vince una borsa di studio per
meriti sportivi, o si è abbastanza ricchi da poter far fronte ad una richiesta economica di tale portata.
Con l'entrata in vigore della legge 133/2008 si è andati a ledere questo principio costituzionali,
garantendo il diritto allo studio ed ad una formazione di qualità solamente a chi può far
affidamento su una grande capacità economica, andando a ledere il principio costituzionale di
eguaglianza e pari dignità tra i cittadini decretata dall’articolo 3
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
Al contempo assisteremo alla definitiva violazione dell’articolo 9, che recita
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica […]
vista la sostanziale impossibilità delle università di mantenere una gestione pubblica a seguito dei
tagli economici e di personale docente, di ricerca e tecnico – amministrativo subiti.
Oltre a questo vi sono implicazioni riguardanti i poteri economici.
Le università potranno “trovarsi uno sponsor” che li finanzi. Inutile dire gli effetti devastanti che
avrebbe un controllo economico di questo tipo sulla ricerca in tutti i vari settori universitari.
La ricerca verrebbe condotta secondo le direttive impartite dalle società finanziatrici, in base alla
redditività a livello economico!
TURN OVER (articolo 66)
La stessa legge ha imposto una drastica riduzione del personale universitario alle facoltà stesse, che
si trovano costrette improvvisamente a mandare obbligatoriamente in pensione chi ha maturato i
requisiti necessari, o altrimenti licenziare parte del proprio organico.
Logica vorrebbe una sostituzione nelle posizioni didattiche per mantenere l’offerta d’insegnamento.
La legge 133 impone invece un turn over bloccato al 20%, ovvero un nuovo assunto ogni
cinque pensionamenti o licenziamenti.
Come pensiamo di mantenere una didattica di buon livello in questa maniera?
Riassumendo:
- Le facoltà devono ridurre gli organici entro i termini imposti dalla legge, licenziando o
pensionando forzatamente
- Si può procedere all’assunzione ogni 5 pensionamenti e/o licenziamenti
Matematicamente qualcosa non torna. Si rinuncia a personale docente, chiedendo ai ricercatori di
mantenere il ruolo di insegnanti, mantenendo la stessa retribuzione e lavorando fuori dai compiti
stabiliti dal loro contratto (che prevede 60 ore di ricerca, e nessun obbligo all’insegnamento).
Con questa situazione, l’unica soluzione sarebbe sopprimere corsi d’insegnamento, fino a giungere
addirittura alla cancellazione dei corsi di laurea meno frequentati o considerati di minor interesse.
In questo rapido excursus informativo sono stati citati solamente i problemi più grossi a cui questa
legge condurrebbe, ma basta leggere con attenzione il testo della legge, o informarsi con chi già lo
ha fatto prima di noi perché vi si dischiudano gli abissi entro cui verrà gettata l’università se tutto
questo viene approvato in parlamento.
L’università da pubblica diventerebbe un privilegio per i pochi che potrebbero permettersi
rette universitarie altissime, mentre il livello qualitativo dell’insegnamento pubblico
crollerebbe a picco per la mancanza di docenti e la soppressione di esami, nonché
probabilmente anche di corsi di laurea meno frequentati o considerati “di minore rilievo”.
Si sta cercando di distruggere la nostra cultura ed obbligando le università a svendersi a
privati per sopravvivere, senza poi garantire un livello di istruzione accettabile.
 
Se ora riesci a dire lo slogan che ti ho postato tutto di un fiato, così come si recitano gli slogan, fammelo sapere che telefono subito a quelli del guinnes dei primati.
 
A maurizio gasparri...in verità in verità te dico:
CORI!!! Stai in ritardo, e de parecchio!
Relegà er significato der 68 ar becero revisionismo stile olocausto invenzione dei russi è veramente deprimente.
Sei alla frutta. Magnate quer poco che t'è rimasto e segui le direttive der ducetto.
Io me lavo le mani der sangue tuo e dei tuoi fiji.
 
Oppure potrebbe condurre il tg3.zip
 
Lo slogan non riesco a dirlo, purtroppo è un po' lunghetto... ma mi manca ancora qualche info e poi mi hai convinto che la legge è veramente devastante (viste le cifre).
Dato che sei molto abile a trovare le informazioni mi piacerebbe sapere quanto era il FFO in finanziaria 2006, 2007 e 2008.
Così capisco esattamente di quanti tagli si tratta.
Grazie.
 
Lo slogan non riesco a dirlo, purtroppo è un po' lunghetto... ma mi manca ancora qualche info e poi mi hai convinto che la legge è veramente devastante (viste le cifre).
Dato che sei molto abile a trovare le informazioni mi piacerebbe sapere quanto era il FFO in finanziaria 2006, 2007 e 2008.
Così capisco esattamente di quanti tagli si tratta.
Grazie.
 
Dai dai, non buttarti giù.
Sono sicura che con google ti trovi tutti i coefficienti per ogni università. Sei bravo pure tu.
;-)
 
Si hai ragione durante il week end ho trovato qualcosa su internet.
Mi pare di aver capito che il FFO all'università dal 2006 è stato il seguente:
2006 6,9 miliardi
2007 7 miliardi
2008 7,5 miliardi
Se è così i tagli proposti dalla coppia Gelmini-Tremonti sono per il 2009 ci circa lo 0,8%, e per gli anni a seguire di un valore compreso tra il 2,5% e il 6%. Ora l'unica cosa che non è molto chiara è se i tagli sono progressivi o assoluti rispetto alla normativa vigente.
Se si tratta del secondo caso allora il risultato sarebbe che a fine 2013 avremo un taglio del 6% delle risorse che porterebbe il contributo sostanzialmente alle stesse cifre del 2007.
Ovvero annullerebbe ciò che Mussi ha concesso durante l'unico anno in cui ha fatto il Ministro e nulla più.
Potrebbe essere che questo sia dovuto ad un finanziamento senza copertura deliberato dal precedente Ministro?
Sai era un gioco molto in voga negli anni DC, faccio una legge di spesa senza copertura, poi si arrangerà chi viene dopo di me...
Questo purtroppo temo sia molto difficile da verificare.
Ciao.
 
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